domenica 18 novembre 2012

UN PARI DA RIMPIANGERE


Inter-Cagliari 2-2

Non illuda il finale arrembante dell'Inter e le paratone di Agazzi nel recupero: è il Cagliari a dover rimpiangere il pur buon pareggio al Meazza.
Sembrerà strano affermare ciò, anche in virtù del fatto che nel finale il contatto tra Ranocchia e Astori, non sanzionato con il calcio di rigore (non riusciamo a credere a ciò: sarà l'arbitro juventino?), ha destato il solito vespaio di polemiche (e relativa espulsione di Stramaccioni) e che ora televisioni e giornali ci vivisezioneranno i cosiddetti testicoli per una settimana intera con l'esposizione al pubblico ludibrio dell'arbitro che ha osato fare un simile affronto a una delle grandi. E siccome non c'è limite al peggio, aspettiamoci i consueti piagnistei del povero tartassato Mazzarri per la prossima gara col Napoli, tanto ormai a questi patetici teatrini ci si è abituati.
Tralasciamo appunto tutto ciò, e pensiamo a prima che Astori deviasse, alla maniera del miglior Niccolai d'annata, il pallone del pareggio interista a nove minuti dalla fine. Appunto pensando a tutto ciò che era successo prima del fatidico 2-2, cresce il rimpianto per un Cagliari che, con un pò di cattiveria in più, avrebbe potuto di nuovo vincere in casa interista (cosa che non succede dal 1995, ai tempi di Oliveira e Dely Valdes) e dare una svolta alla sua stagione, con l'iniezione di buonumore di un'impresa in casa di una grande che è diventata merce sempre più rara negli ultimi anni.
Nel primo tempo il possesso palla rossoblù parla di un divario 60-40 per cento, con Handanovic pronto a negare la rete al Cagliari in tre occasioni, prima di capitolare alla conclusione ravvicinata di Sau. Nella ripresa c'è stato più equilibrio, anche nelle occasioni da rete, ma dopo il raddoppio dello stesso Sau, c'è stata l'impressione che si sarebbe potuta (e dovuta) chiudere la gara con gli spazi concessi dai difensori interisti e con i contropiede sempre più frequenti.
Un vero peccato, perchè con attaccanti come quelli neroazzurri il rischio di subire una rete è sempre dietro l'angolo, e dunque è sempre meglio premunirsi con qualche altra rete di vantaggio. Invece poi c'è stata la sfortunata deviazione di Astori, e da quel momento è nato l'assedio, favorito anche dal fatto che i rossoblù giocavano praticamente in dieci uomini, con Pinilla dolorante e nessun cambio disponibile.
E alla fine resta un punto, pur buono, e la consapevolezza di essere una squadra con la S maiuscola, con giocatori che sanno cosa fare col pallone, un portiere che a parte certe uscite para praticamente tutto, e un attaccante (sardo perdipiù) che si scopre davvero forte.
La sensazione è che il Cagliari possa ancora migliorare. Tra otto giorni ne sapremo di più.

domenica 11 novembre 2012

PRIMO PARI: CHI SI ACCONTENTA GODE


Cagliari-Catania 0-0

Non è stato poi così noioso come alcuni hanno pensato, il derby tra le isolane, nonostante le zero reti segnate e il non elevato numero di occasioni da rete.
E' vero che le due squadre si sono più o meno annullate a vicenda, dimostrando comunque entrambe di essere in discreta salute e di avere più o meno le idee chiare sul gioco da offrire al campionato.
Per il Cagliari non è successo ciò che si era verificato in occasione degli incontri precedenti alla vendemmiata di gol ai senesi e alla debacle fiorentina, cioè una partita sostanzialmente equilibrata, attenta in difesa e poi aggiudicata grazie ad un episodio favorevole o a un blitz in attacco. Non è successo perchè stavolta nessuno è riuscito a bucare la rete avversaria (ci è andato vicino tre volte Sau), capitalizzando al meglio la ritrovata ermeticità della difesa.
Mancando un gol apripista come quello di Nenè al Siena nei primi minuti, è stato più difficile aprire una difesa come quella del Catania, alta e pressante per almeno la prima mezz'ora del primo tempo, cosa che ha impedito ai rossoblù di superare la metà campo per quasi tutta la prima parte di gara.
Forse per una partita casalinga contro una pari grado ci sarebbe voluto il piede più educato (rispetto a quello di Dessena) di Ekdal per migliorare il tasso tecnico del palleggio a centrocampo, ma sono discorsi che è facile fare col senno di poi.
Perlomeno si sono visti miglioramenti sensibili da parte di Cossu, che pian piano sta entrando più in forma del quasi nulla che si era visto nelle precedenti esibizioni, e si aspetta il miglior Pinilla, fondamentale ai suoi livelli per fare del reparto offensivo qualcosa di più pericoloso rispetto a quanto visto ieri. Contro il Catania il cileno, per il poco che ha giocato, ha fatto vedere cose discrete ed è parso più in palla di un Nenè stavolta in ombra (e in alcune occasioni egoista). Ora bisognerebbe che segnasse.
A milano contro l'Inter missione impossibile? Chissà. I neroazzurri non sono quelli quasi imbattibili del triplete: se quei tipi con le maglie fosforescenti e i fischietti in bocca o le bandierine in mano non interverranno a comando, se non ammoniranno Conti al primo fallo e Cambiasso al quindicesimo, e se ogni starnuto in area cagliaritana non diverrà rigore, diciamo che il Cagliari se la può anche giocare alla pari.
E che vinca il migliore, sperando che non sia la squadra di Stramaccioni.

domenica 4 novembre 2012

BABBO NATALE IN ANTICIPO


Fiorentina-Cagliari 4-1

Non illuda il punteggio di goleada che ha fatto esaltare i più superficiali tifosi viola. Al Franchi sono andati di scena undici (e più) babbi natale fuori stagione, che a forza di regali e corbellerie nella propria area, hanno decretato quel punteggio così pesante e illusoriamente da dominio assoluto.
Ma non era quella la partita di Firenze, per chi lìha vista e c'è stato appena appena attento.
Il Cagliari è ora una squadra che ha una sua identità, e nonostante l'assenza contemporanea di Conti e Nainggolan (che non si possono assolutamente regalare entrambi, a nessuno!), ha comunque gestito la propria partita, e per tutto il primo tempo ha addirittura imbrigliato le fonti di gioco gigliate, giocando meglio e dimostrando di avere le idee chiare. Molto chiare.
Però la Fiorentina non è il Siena, almeno in difesa, e i rossoblù hanno avuto maggiori difficoltà a sfondare, anche se in più occasioni hanno dimostrato di creare grattacapi.
Però ecco i regalini. Primo tempo: angolo viola, e Rodriguez stacca indisturbato in area. Rossettini lo marca "leggero" e Agazzi non esce (al solito). Gol.
E va beh. Capita, dopo tre partite senza subire reti ci può stare di perdere l'attenzione in area di rigore.
Ma poi ne capita un'altra, nel secondo tempo, dopo che i rossoblù erano riusciti a ristabilire la situazione anche fortunosamente (sulla deviazione di Roncaglia dopo il tiro al volo di Casarini), e ancora su corner, la difesa dimentica Jovetic che, indisturbato, va a piazzare in rete da due metri. Come farsi un culo per recuperare un errore e poi regalare ancora la partita agli avversari.
Il terzo gol è un contropiede da manuale, dopo che gli attaccanti rossoblù avevano mancato per un soffio il 2-2, sul rimpallo favorevole a pochi metri dalla porta dell'ormai inerme Viviano, il proseguo dell'azione è fulminante, e la palla arriva a Jovetic che riesce a far segnare il redivivo Toni che, come i vari Rocchi, Floccari e Calaiò, giusto per citarne alcuni, non perdono mai di timbrare il cartellino contro il Cagliari, in qualunque squadra giochino.
Insomma, alle solite. Quando c'è da fare il presunto salto di qualità, il Cagliari si rilassa e cade nei soliti errori, a dimostrare che la maturità non è cosa di queste parti. Gli episodi contano ma alla fine sono anche sintomo di rilassatezza. Ci può anche stare, dopo quattro partite giocate al massimo, soprattutto sotto il profilo della grinta.
Poi non si dimentichi che nel calcio, in condizioni di equilibrio, è proprio la piccola circostanza favorevole a determinare il risultato. E la voglia di vincere fa pendere spesso la bilancia tra la vittoria e la sconfitta.
Il Cagliari comunque c'è. Speriamo che arrivi Cossu (oggi quasi non pervenuto) e che non si esageri con gli esperimenti. Evidentemente era destino: nella settimana delle serie positive interrotte, dopo quella della Juve, non poteva che arrivare quella del duo Pulga-Lopez.
Sabato alle 18 capiremo se è stato solo un episodio, anche se il calcio non è una scienza esatta, e il pallone si sa, rotola... rotola.... e non sai mai dove rotola...

giovedì 1 novembre 2012

POKER SERVITO


Cagliari-Siena 4-2

Ora è facile incensare il Cagliari, dopo quattro vittorie consecutive e quello che poco più di un mese fa era l'ultimo posto in classifica trasformarsi in settimo posto.
E' facile pensare a quanto abbiano cambiato i due nuovi allenatori (quattro partite in serie A, quattro vittorie, un record!) per poi accorgersi che il trucco è stato proprio quello di non cambiare niente (non da Ficcadenti, ma da ciò che sono i giocatori e da quelle che sono le loro caratteristiche).
E' facile per la tifoseria esser contenti e parlare di nuovo di "progetto Uefa" che è quel che compete alla rosa cagliaritana, magari dimenticandosi che solo pochi mesi prima, gli stessi parlavano di una squadra di m... che più di così onestamente non poteva fare.
Ma uno sport come il calcio, in un campionato lungo 38 partite, può far diventare leoni gli agnelli e viceversa, quindi l'abbattersi o l'esaltarsi per un filotto positivo può essere solo pura volubilità caratteriale.
Tutto ha comunque una spiegazione, anche quella del Cagliari che ora vince (e finalmente convince pure). Il discorso dei giocatori riadattati al proprio ruolo naturale (vero Pisano? giusto per dirne una) è una tiritera talmente scontata che evitiamo pure di soffermarci troppo sull'argomento. D'altronde quando un certo Marco Giampaolo alcuni anni fa volle mettere il mancino Langella sulla fascia destra e il destro Esposito su quella sinistra, tutti sappiamo com'è andata a finire.
Un'altra spiegazione della metamorfosi del Cagliari è la relativa tranquillità dei propri giocatori di poter lavorare (ergo, giocare) più serenamente, concentrandosi solo sul campo. Questo vale per tutti i lavori. Quindi, il sapere che c'è un campo di gioco dove giocare aiuta. Il sapere che Cellino se ne sta a mangiare i suoi panini del "caddozzone" gli fa tenere la bocca piena e dunque parlando meno fa meno danni che poi si ritorcerebbero sulla squadra, come appunto è già successo all'inizio del torneo. Si spera che il nuovo responsabile della comunicazione della società rossoblù, stavolta stipendiato da Cellino e non più addetto stampa fittizio, possa fungere da filtro verso l'esterno nei casi in cui il presidente la "fa fuori dalla tazza".
Le vittorie aiutano a lavorare meglio e questa squadra, con il suo spirito, comincia a piacere, dimostrando che in effetti la rosa a disposizione di Ficca prima e di Lopez-Pulga ora, non è assolutamente da buttare. La differenza la fa il rendimento. Le motivazioni. I giocatori sono uomini, e come tali risentono delle influenze esterne.
Evidentemente in questo vecchio-nuovo corso, in tanti si sentono coinvolti. E c'è chi spera che la presenza di Ivo Pulga nella panchina riesumi quel vecchio spirito vincente del primo Claudio Ranieri, dove tutti erano titolari e tutti erano importanti.
Questa nuova consapevolezza potrebbe rivelarsi un problema, se l'abbondanza di attaccanti tornati in forma tutti insieme non verrà gestita al meglio. Per capirci: vallo tu a spiegare a Nenè, a questo Nenè, che ora che è tornato Pinilla, lui deve riaccomodarsi in panca. Oppure a Pinilla chi glie lo dice che il posto fisso non è detto che sia suo? E chi farà posto a Cossu che sia per tecnica che per carisma, difficilmente resterà fuori? E Sau? E....
Per la strana coppia Lopez-Pulga ora viene il bello. Speriamo che alla lunga ci sarà da divertirsi, e non da addormentarsi "a comando" come è avvenuto negli ultimi anni...

domenica 28 ottobre 2012

AVANZA ANCORA IL CAGLIARI ALLA MOURINHO


Cagliari-Sampdoria 1-0

Il Cagliari comincia ad essere (piacevolmente) ripetitivo. Dopo Torino e Bologna, ecco un'altro 1-0, e la coppia Pulga-Lopez fa l'en plein di vittorie, conquistando il nono punto in tre partite. Con questo ruolino edificante, Cellino ha pronta la domanda di beatificazione per i due ex giocatori rossoblù.
E' possibile che sia cambiato così tanto in questa squadra, che non subisce più reti e vince sempre con il minimo punteggio, un pò alla vecchia maniera delle squadre di Mourinho? Piano con gli osanna, adagio con gli squilli di tromba. E' un momento si. Capita. Era ora, direbbe qualunque tifoso del Cagliari che ora si riavvicina alla squadra mentre sente l'odore di alta classifica lontano un solo palmo.
In realtà non è cambiato poi così tanto, se non il fatto che la difesa abbia finalmente trovato il suo assetto ma soprattutto un rendimento positivo e costante. Il ritorno di Astori agli standard di rendimento che gli competono è stato fondamentale per questa metamorfosi. Per il resto ha contato non poco l'aver affrontato in queste ultime tre gare altrettante squadre che non sono sembrate irresistibili in attacco, come del resto pare il generale valore della serie A.
In pratica, a parte qualcuna (e neppure irresistibile), il livello delle squadre di serie A è più meno lo stesso, quindi chiunque può vincere con chiunque e in qualunque occasione.
In mezzo a tanto equilibrio basta una prestazione più gagliarda, o un episodio in area, o un errore arbitrale, o un'invenzione estemporanea del singolo (sempre più rara, a dire il vero) per portarsi via tre punti. Quello che in effetti sta capitando ultimamente al Cagliari, che purtroppo denuncia ancora parecchi problemi di pericolosità in attacco (gli stessi avuti con Ficcadenti, ammettiamolo) e quindi ora vivacchia alla grande grazie ad una difesa finalmente diventata ermetica, al golletto del centrocampista di turno (dopo Nainggolan è il turno di Dessena, in rete a Marassi quasi di schiena) e a un'autostima che cresce col passare delle partite.
I soliti detrattori storceranno il naso di fronte al gioco non particolarmente divertente, ma che volete: non è che gli altri siano messi tanto meglio! E godetevi le tre vittorie senza rompere gli zebedei...

domenica 21 ottobre 2012

ALLA FINE CONTANO I TRE PUNTI


Cagliari-Bologna 1-0

E lo sfigatissimo Is Arenas è stato finalmente battezzato.
Per il gran calcio magari è meglio ripassare più tardi, ma adesso solo contano i punti. Brutti, maledetti e subito.
D'altronde chi si ricorda le prime esibizioni del Cagliari (di Ficcadenti) in questo nuovo campionato un pò singhiozzato (tra partite rinviate, poi non giocate, e gare a porte chiuse) ha bene in mente lo strano adagio che narrava, rispetto alle partite dello scorso torneo (e in genere alle partite con Ficcadenti in panca), di una squadra capace di tirare spesso verso la porta avversaria (non sono opinioni, basta guardare le normali statistiche del dopo gara) ma trasformare in gol la minima percentuale delle conclusioni spedite verso la rete avversaria.
Col Bologna (e anche contro il Torino) si è passati a medie realizzative molto più spietate, una caratteristica necessaria per fare punti quando il reparto avanzato continua a risultare "non pervenuto".
Il gol di Nainggolan è bastato per domare il Bologna, in quella che è stata la nemesi della partita del Dall'Ara della scorsa stagione, coi rossoblù incapaci di trasformare una sola delle numerose occasioni da rete, per poi restare a bocca asciutta per la magia di Diamanti su punizione.
Stavolta invece poteva costare cara la libertà lasciata a Gilardino a inizio gara, ma quei centimetri amici della linea di porta e l'assistente di linea (a qualcosa dovrà pur servire?) hanno decretato che quello non era gol, e così per Pulga-Lopez è stato sufficiente il rimpallo favorevole a Nainggolan sulla percussione di Ekdal per ottenere la seconda gioia della stagione. Due partite, due gol, sei punti, e zero palloni raccolti da Agazzi dietro la sua porta: non male come bottino iniziale. Senza Pinilla e Cossu, che quando saranno sani e in campo potranno essere parecchio utili alla causa.
C'è ancora da lavorare, perchè di gatte da pelare ce ne sono ancora tante. Per esempio il centrocampo oggi ha sbagliato troppo e ha a lungo fatto confusione, con troppi errori nell'ultima rifinitura. L'attacco è stato un oggetto misterioso, così come i progressi di Nenè visti a Torino non hanno avuto conferma. Nessuno si tocchi le parti basse se diciamo che le cose più pericolose là davanti le ha fatte vedere (udite udite) Larrivey. Chiedere a Thiago Ribeiro per conferma.
Si, c'è da lavorare, ma con sei punti in saccoccia e le ultime posizioni un pò più staccate si lavora meglio. E con la difesa più sicura come quella delle ultime settimane, anche pochi gol possono diventare oro colato... 

domenica 7 ottobre 2012

CAGLIARI, OGNI TANTO LA RUOTA GIRA


Torino-Cagliari 0-1

Tralasciando gli squilli di tromba per una vittoria che in assoluto mancava dal mese di aprile e in trasferta addirittura dalla serpentina catanese di Ibarbo dello scorso 4 dicembre, diciamo che per una volta la ruota ha girato dalla parte del Cagliari. Finalmente.
Sia chiaro, non di sola fortuna si tratta quando si vince sul campo di una squadra come il Torino, squadra che appena sette giorni prima ne aveva rifilati cinque all'Atalanta, ma è indubbio che quella, quando va dalla parte giusta, aiuta.
Più che fortuna chiamiamole "situazioni favorevoli", tutto il contrario di cui l'altalenante squadra precedentemente guidata da Ficcadenti aveva favorito dall'inizio del campionato a oggi. Il fallo di mano di Glik sanzionato e quello di Avelar no, il colpo di testa di Bianchi segnalato in off-side, a cui si unisce un'avversaria in tono (o in Toro) minore che ha facilitato il compito difensivo di Astori e compagni. Sono piccoli particolari che in una partita equilibrata tra due pari livello, spesso contribuiscono a spostare la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.
E' presto per dire quali benefici si siano ottenuti dal cambio in panchina e dalla coppia Pulga-Lopez, ma almeno alcune cose si notano a occhio nudo: il ritorno in campo di quello che avrebbe dovuto sostituire sulla fascia sinistra Agostini, tale Avelar dal Brasile; il conseguente ritorno sulla fascia di competenza di tal Pisano, destro naturale.
E poi ancora: il vecchio modulo del trequartista dietro le punte, anche se stavolta colui non era Cossu, ha lasciato presagire che il ficcadentiano 4-3-3 con le punte laterali a sfiancarsi in copertura sia una soluzione accantonata, visti i deficitari risultati ottenuti.
Si saprà qualcosa di più quando rientreranno gli acciaccati Cossu e Pinilla, anche se intanto si è sentita a centrocampo la presenza delle geometrie di Conti, che col Pescara sarebbe servito come il pane.
Insomma, per una volta i tifosi del Cagliari possono gioire, e proprio come quattro anni fa (quando in panchina c'era Allegri), dopo l'inizio terribile e le cinque sconfitte iniziali, la prima vittoria arrivò a Torino (sponda granata), più o meno con le stesse modalità: golletto nel finale con il centravanti prima panchinaro (allora era Acquafresca) e il gol annullato al Toro.
Due settimane dopo arrivò il Bologna (appunto la prossima avversaria) e ne beccò cinque al Sant'Elia. Corsi e ricorsi storici che tutti sperano si ripetano.
Dopo la sosta ne sapremo di più sulla coppia Lopez-Pulga, così come se la maledizione di Is Arenas verrà finalmente sfatata.

sabato 6 ottobre 2012

DA TORINO RIPARTE IL DOPO FICCADENTI


Partita delicata e difficile quella che attende il Cagliari domani pomeriggio a Torino. I granata di mister Ventura attraversano un ottimo momento di forma supportato da risultati e bel gioco. In casa granata si pensa alla continuità nei risultati e contro il Cagliari, Bianchi e compagni vogliono i tre punti.
Il Cagliari dal canto suo, arriva alla sfida dell'Olimpico dopo la pesante sconfitta casalinga contro il Pescara e il successivo cambio in panchina con Ivo Pulga (affiancato da Diego Lopez) che subentra a Ficcadenti.
Tra i rossoblù rientra Conti. Rossettini è fuori per squalifica, Pinilla e Cossu invece non sono ancora recuperati dai rispettivi acciacchi.
Difficile anticipare quelle che saranno le scelte del nuovo tecnico cagliaritano anche se tutto fa supporre al ritorno ad una situazione di ordine tattico.
E così, Pisano potrebbe finalmente ritrovare la fascia destra difensiva e Avelar potrebbe giocare a sinistra. Ariaudo e Astori saranno i difensori centrali.
In linea mediana giocheranno Conti e Nainggolan ed uno tra Ekdal e Dessena. In attacco dietro le punte avanzano le quotazioni di Thiago Ribeiro (vista l'assenza di Cossu); davanti ci sarannodue attaccanti, con Nenè probabile sostituto di Pinilla e un altro tra Sau, Nenè e addirittura il precedentemente accantonato Larrivey.
Il Torino dovrebbe proporre la seguente formazione:
Gillet, Darmian, Glik, Ogbonna, D'ambrosio, Brighi, Gazzi, Cerci, Sgrigna, Bianchi, Santana. Arbitrerà Celi.

(Davide Zedda)

martedì 2 ottobre 2012

IVO PULGA E L'ALBUM DI RICORDI


I tifosi più giovani non lo hanno mai visto in azione, ma molti sui trentacinque-quaranta che sul finire degli anni ottanta impazzirono per il miracoloso Cagliari del quasi esordiente Claudio Ranieri non hanno mai dimenticato il faccino pulito e la capigliatura bionda del centrocampista tutto polmoni di quella squadra che aveva fatto innamorare di nuovo i sardi per la propria squadra di calcio.
Ormai è ufficiale: Ivo Pulga, classe 1964, è il nuovo allenatore del Cagliari. Sarà lui, in coppia con Diego Lopez (che potrebbe essere la vera mente dell'operazione) a cercare di rimettere in rotta una barca rossoblù che affonda.
Tralasciando, almeno per il momento, i discorsi su Diego Lopez, uruguaiano trapiantato in Sardegna, già nella società rossoblù dopo il forzato abbandono, ex capitano prima di Daniele Conti e uomo graditissimo sia allo spogliatoio che alla tifoseria, per i suoi lunghi e dignitosi trascorsi con la maglia cagliaritana. 
Tralasciando appunto ciò di cui sopra, quando però si sente nominare il nome di Pulga ci si immerge in mielosi ricordi di anni passati non troppo remoti, di calcio di periferia e di gesta eroiche e vittorie sorprendenti fatte non con i soldi ma con la passione di chi ha voglia di arrivare.
Il suo nome fa tornare indietro di vent'anni o poco più, quando il Cagliari appena scampato dal fallimento e quasi in serie C2, seppe risollevarsi grazie ad una pattuglia di carneadi giovani e raccattati qua e là senza spendere troppi soldi, e grazie alla voglia di arrivare di un allenatore che non conosceva nessuno ma che aveva trasformato una cinquecento sgangherata in una Ferrari.
Il suo nome fa tornare in mente uno stadio che allora si trovava a Cagliari, e che vedeva 40.000 spettatori per una partita di serie C1. Altri tempi.
Quando questi quasi quarantenni di oggi, che all'epoca andavano ancora a scuola o l'avevano finita da poco, pensano alla sua zazzera bionda viene in mente loro il gol segnato in una battaglia a Brindisi nel lontano 1989, in una partita che poi si era conclusa con cazzotti e giocatori sardi costretti a rintanarsi negli spogliatoi per sfuggire all'ira di tifosi e dirigenti pugliesi, adirati per la sconfitta che li tagliava fuori dal giro promozione.
O ancora, questi quasi quarantenni si ricordano di quando erano al Sant'Elia (che forse non vedranno più dal di dentro) pieno come un uovo in un caldo pomeriggio di maggio e proprio il piccolo e biondo centrocampista segnava il gol vittoria contro i giocatori dell'Ischia, che non avevano mai visto così tanta gente dentro uno stadio. Un gol che significava promozione in serie B.
E come dimenticheranno costoro quando due anni dopo, stavolta in serie A, quel doppio passo (alla Biavati!) sulla fascia destra del terreno di Marassi che sfociò nel cross che Fonseca, con una mirabolante rovesciata, trasformò nel gol del pareggio sul campo della Sampdoria prossima allo scudetto?
Che ricordi. Ma ora è il presente. Quel calcio non c'è più. Ora è il calcio della pay tv e degli stadi mezzo vuoti. E' il calcio dei giocatori come modelli e dei tatuaggi in quasi tutto il corpo. E il calcio di Cellino (Ivo Pulga ha fatto in tempo ad andare via dalla Sardegna prima che il nuovo presidente prendesse possesso del Cagliari) che fa e disfa e che decide chi entra allo stadio e chi no.
E' un calcio che si sta attorcigliando su sè stesso come la società odierna, ma proviamo a chiudere gli occhi e ricordiamoci di quel passato non troppo vecchio con la speranza che quando tutto sarà imploso, potremo di nuovo assaporare quei dolci sapori di una domenica (o un sabato, che sia) di pura e innocente distrazione. Solo per un pallone che rotola.
In bocca al lupo, Ivo Pulga.

domenica 30 settembre 2012

QUARTU SFIGATA



Cagliari-Pescara 1-2

Prima di esaminare quanto il Cagliari abbia buttato via per pochezza, confusione e scarsità di idee tre punti contro una delle squadre più deboli della serie A, facciamo un pò i truzzi e diciamola alla Cellino, che lui di queste cose se ne intende: per il momento lo stadio di Is Arenas porta proprio sfiga.
Si, di quella nera, come se un'enorme "cugurra" si fosse messa a volare indisturbata sopra il nuovissimo manto erboso, dispensado a piene mani pillole di sfortuna. Tralasciando la larga vittoria della Roma che non ha avuto bisogno degli schemi Zemaniani per rifilare tre reti alla squadra rossoblù, nelle due gare finora giocate dentro lo stadio quartese non ne è andata bene una.
Due rigori sbagliati contro l'Atalanta e un portiere avversario, Consigli, in versione Yashin. Nella partita di oggi contro il modesto Pescara ecco un altro portiere che chiude la saracinesca (pur senza fare veri e propri miracoli), un palo, un salvataggio sulla linea più unico che raro (di Terlizzi sulla punizione di Cossu) e un gol su punizione dopo doppia carambola che spiazza Agazzi.
Ci sono abbastanza elementi per pensarla alla Cellino: lo stadio è parecchio sfigato. Anche se probabilmente ora il capo supremo cagliaritano penserà che da Cagliari qualcuno sta "buttando mazzine" indicibili per il fatto che ha lasciato il capoluogo.
Abbandonata questa premessa, parliamo di calcio. Ciò di quello che il Cagliari dovrebbe giocare al fine di ottenere dei risultati positivi, e che ancora una volta non si è visto a queste latitudini.
Contro una squadra meno che mediocre come il Pescara, agli abruzzesi è bastato coprire gli spazi e fare un'onesta e ordinata partita con il corollario di un paio di tiri in porta per portarsi a casa l'intera posta. Il Cagliari invece è sempre più confusionario, con azioni offensive prive di una logica e affidate solo ad iniziative dei singoli (il più delle volte Ibarbo, quando ci riesce), con sempre più croniche difficoltà nel concludere a rete in maniera efficace, un gioco sulle fasce quasi inesistente e poco movimento dei giocatori senza palla, escluso qualcuno.
Serve altro?
E' vero che se nel primo tempo almeno uno dei tre tiri consecutivi verso la porta di Perin fosse entrato, o se magari l'azione di Pinilla si fosse conclusa con il pallone in fondo alla rete, ciò avrebbe cambiato la storia della partita. E' anche vero che il primo gol pescarese è stato uno sfortunatissimo colpo di flipper con palla finita poi in buca e Agazzi gambe all'aria.
Ma è anche vero che la fortuna bisogna conquistarsela e il Cagliari attuale non sembra in grado di dare un senso logico al suo gioco ancora troppo scolastico.
Questo è il gioco di Ficcadenti, prendere o lasciare. D'altronde, se in sei partite di campionato segni appena tre gol, e di questi uno è un rigore e un altro è azione di calcio piazzato, proprio di sola "sfiga" non deve trattarsi.

sabato 29 settembre 2012

ORA BISOGNA FARE SUL SERIO


Dopo la pesante sconfitta in casa del Milan il Cagliari cerca il riscatto e la prima vittoria in campionato contro il Pescara. I rossoblù cercheranno la tanto attesa vittoria sul campo di Is Arenas finalmente aperto al pubblico se pur limitatamente ai soli fidelizzati.
È pur sempre un passo avanti in quella che sembra ormai una telenovela senza fine. Il Pescara arriva in Sardegna forte dell’importante vittoria ottenuta nell’ultimo turno di campionato per una rete a zero contro il Palermo. Ma se per gli uomini di mister Stroppa sarà importante trovare continuità di risultati, per il Cagliari è la prima vera partita dell’anno: da vincere ad ogni costo, sia per ridare morale ad ambiente e squadra stessa, sia per allontanare i fantasmi di una classifica che comincia a diventare pericolosa per quanto si giochi soltanto la sesta gara di campionato.
Squalificato Conti, si spera nel recupero di Cossu. Il Pescara potrebbe confermare la formazione di mercoledì schierando un 4-3-2-1 così composto: Pelizzoli, Balzano, Cosic, Capuano, Bocchetti, Nielsen, Colucci, Cascione, Weiss, Quintero, Vukusic. A disposizione: Falso, Zanon, Blasi, Bjarnason, Brugman, Celik, Jonathas, Abbruscato, Romagnoli, Chiaretti, Caprari, Soddimo.
Una gara sicuramente alla portata del Cagliari, ma guai a fidarsi. Ficcadenti dal canto suo potrebbe schierare ancora una volta lo strano duo dei terzini, ovvero Pisano a sinistra e Perico a destra con Avelar lasciato nuovamente fuori. A centrocampo scelte obbligate con Nainggolan, Ekdal e Dessena. In avanti dovrebbe essere confermato Pinilla che verrà affiancato da due tra Ribeiro, Cossu, Ibarbo e Sau. Arbitrerà Damato.

(Davide Zedda)

giovedì 27 settembre 2012

MILAN-CAGLIARI 2-0, IL TABELLINO


5° GIORNATA (26 settembre 2012)
MILAN-CAGLIARI  2-0
MILAN: Abbiati, Abate, Mexes, Bonera, De Sciglio, Traorè (54’ Constant), De Jong, Montolivo (76’ Ambrosini), Emanuelson (65’ Robinho), Pazzini, El Shaarawy. A disposizione: Amelia, Gabriel, Acerbi, Antonini, Mesbah, Yepes, Nocerino, Bojan, Niang. Allenatore: Tassotti.
CAGLIARI: Agazzi, Perico, Rossettini, Astori, Pisano, Dessena, Conti, Nainggolan, Thiago Ribeiro (54’ Sau), Pinilla (83’ Nenè), Ibarbo (71’ Ekdal). A disposizione: Avramov, Ariaudo, Avelar, Casarini. Allenatore: Ficcadenti.
Arbitro: De Marco di Chiavari.
Reti: 15’ e 82’ El Shaarawy.
Spettatori: 28.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 11(68); Corner 4(19); Tiri in porta 4(20); Tiri fuori 12(33); Fuorigioco 1(9). Ammoniti 2(10): Pisano, Pinilla. Espulsi 1 (1): Conti.
(tra parentesi i totali di campionato)

mercoledì 26 settembre 2012

MILAN IN CRISI? NO PROBLEM, ECCO IL CAGLIARI!


Caro Milan, volevi vincere la prima partita di questo campionato dopo aver fatto praticamente schifo nelle prime quattro gare? Eccoti il Cagliari...
Volevi segnare il primo gol sul tuo campo, dopo aver perso le prime due contro squadre non trascendentali e senza esser riuscito a bucare la poco impenetrabile difesa dell'Anderlecht? Eccoti il Cagliari...
Allegri, volevi un pò di ossigeno per salvare la tua panchina traballante? Chi meglio della tua vecchia squadra per ridarti vitalità?
La solita teoria della resurrezione dei morti si rimaterializza ancora una volta per ciò che riguarda il Cagliari, bravo fautore di risvegli complicati. Stavolta a beneficiarne è il Milan meno che mediocre di questi tempi, anche oggi risultato una squadra senza capo nè coda, senza un gioco degno della "squadra più titolata del mondo", e che dimostra di meritare la posizione in classifica che occupa.
Ma non poteva esserci squadra più adatta del Cagliari di questi tempi, confuso, evanescente in attacco e distratto oltremodo dalle sublimi performances del proprio "autosospeso" presidente, per potersi risollevare e conquistare i primi tre punti casalinghi pur senza incantare.
Che dire? Le solite cose. Il Cagliari non gioca male e per larghi tratti di gara è anche ordinato e capace di giocare bene la palla a terra, almeno finchè non si arriva all'area di rigore. Poi cala il buio. Poche azioni degne di nota, e quando ce ne sono, la mira è da dimenticare.
Non ci crediamo che la vera squadra e la classifica che le compete sia questa. Non ci crediamo che il Pescara (appunto la prossima avversaria dei rossoblù) possa avere due punti in più. Il Cagliari e i suoi giocatori hanno bisogno di serenità e di una continuità che deriva solo dal potersi concentrare solo sulle singole partite, e che solo la società e uno stadio con un pubblico può fornirle.
Auspichiamo che il presidente auto-dimissionario resti davvero dietro le quinte fino alla fine del campionato lasciando i giocatori tranquilli e in grado di pensare a un progetto da conseguire insieme, e che finalmente si risolva la questione dello stadio, e che ci possa essere un pubblico in questo stadio, qualunque esso sia. Il pubblico è il vero volano dell'entusiasmo e porta punti in più alla fine del campionato; basti vedere il caso Juventus e del suo nuovo stadio, e non commentiamo ulteriormente perchè il fatti parlano da soli.
Un'ultima cosa, pur rischiando di essere noiosamente ripetitivi: si risolva al più presto la questione delle fasce. Pisano non merita di essere sottoposto a continue figuracce sulla fascia sinistra, che non è quella consona alle sue caratteristiche. Per rendere al meglio, bisogna sfruttare il materiale umano a propria disposizione secondo le proprie caratteristiche, senza forzare. Sennò il rendimento non sarà all'altezza.
Quanto si dovrà aspettare perchè si ponga rimedio a ciò?

C'E' MILAN-CAGLIARI: SI PARLA DI CALCIO


Turno infrasettimanale per il campionato di calcio di serie A.
Dopo la sconfitta a tavolino contro la Roma, il Cagliari si presenta a Milano per affrontare la squadra di Allegri, che non vive un buon periodo ed è in cerca di riscatto dopo un inizio di campionato negativo.
Ancora nessuna vittoria a S.Siro e la panchina di Allegri ormai in discussione ancor più dopo la sconfitta di domenica a Udine. Per quanto la piazza lo chieda, i rossoneri difficilmente potranno lottare per il vertice della classifica e puntare in alto in Europa.
Dopo le partenze e gli addii di questa estate, la compagine milanese appare obiettivamente "poca cosa" rispetto ai precedenti ultimi due campionati. Contro il Cagliari conterà soltanto un risultato: la vittoria.
Per i rossoblù dunque, in questo momento, peggior partita non poteva capitare. In casa Milan squalificati Boateng e Zapata, mister Allegri confida di avere a disposizione Robinho che intanto è tornato a lavorare con il gruppo. Dunque il brasiliano verrebbe schierato dal primo minuto assieme ad El Shaarawy e Pazzini nel tridente d'attacco, ma se Allegri non dovesse vederlo al top, spazio ad Emanuelson.
A centrocampo torna De Jong dall'inizio al posto di Ambrosini, mentre in difesa Bonera-Mexes al centro con Abate ed Antonini sulle fasce. Indisponibili Pato, Muntari, Didac Vilà, Strasser.
Dalla parte rossoblù Ficcadenti recupera Astori al centro della difesa, sulle fasce conferme per Perico e Pisano. A centrocampo ballottaggio Ekdal-Dessena (ma dovrebbe giocare il primo), mentre in avanti Cossu è fermo ai box per una elongazione dell'adduttore sinistro.
Vista l'assenza del fantasista sardo il tecnico dovrebbe schierare Ibarbo dall'inizio; a completare il reparto offensivo Pinilla e Thiago Ribeiro.
Si accomoderà inizialmente in panchina invece Sau, che ancora non ha minuti sufficienti nelle gambe per partire dal primo minuto. Arbitrerà De Marco.

(Davide Zedda)

lunedì 24 settembre 2012

C'E' UN ABETE CHE NON SI ABBATTE MAI


"La premessa è doverosa: Cellino ha fatto una cazzata clamorosa e ne pagherà le conseguenze ed è giusto che sia così... compresa la sconfitta a tavolino, sulla quale però non ci scommetterei in via definitiva (ricordarsi sempre che i gradi di giudizio sono tre e ci sono dei precedenti che potrebbero essere addirittura favoreli)
Fa però letteralmente girare i coglioni quel pezzo di merda di Abete che si permette di giudicare e chiedere condanne quando non sa nemmeno se ci siano i presupposti per procedimenti di giustizia ordinaria. Oltretutto ricordiamo sempre al signor pezzo di merda Abete che a rovinare l'immagine del calcio italiano nel mondo non sarà sicuramente il Cagliari e tantomeno Cellino ma piuttosto tutti i casini che la nostra immacolata Federazione Italiana Giuoco Calcio si trascina fin dai tempi antichi.
Giusto per ricordare qualche fatto, nel famoso mondiale '82 il famoso Pablito rientrava da una squalifica per un coinvolgimento nel calcio scommesse; nel mondiale 2006 abbiamo alzato la coppa del mondo di calciopoli (che detto così sembra un torneo del mondo di Walt Disney). Agli Europei 2012 viene fuori il codice etico di sticazzi per farci fighi al cospetto delle altre nazioni, solo che ancora Abete non ha spiegato perchè Criscito è stato mandato a casa, e Bonucci no.
Ancora Abete non ha spiegato come sia potuto succedere che da tutto il casino di calciopoli l'Inter ne sia uscita indenne con gli illeciti caduti in prescizione, però poi fa il tavolo dell'amicizia o come cazzo lo ha chiamato. In Italia lo sappiamo il perchè...
Nel mondo ci prendono per il culo... Un'altra cosa che non si è capita è perchè il sempre pezzo di merda di Abete non abbia indetto una conferenza stampa per dare giudizi e quant'altro in merito alle condanne di primo e secondo grado di Conte e tutti gli altri condannati dell'ultimo calcio scommesse.
Non ha nemmeno spiegato perchè dopo Roma-Lazio del 2004, partita sospesa perchè qualche tifoso romanista si inventò una morte mai accaduta entrando in campo e di fatto bloccando il regolare svolgimento dell'evento, non sia mai stato emesso alcun provvedimento di sconfitta a tavolino per la Roma ma venne semplicemente rigiocata a porte chiuse.
Caro Abete, la verità è che se te la prendi con il Cagliari e con Cellino e con tutte quelle società di medio/bassa importanza nessuno ti dice niente. Se invece tocchi i nomi importanti, ossia i più ricchi, ti danno un calcio nel culo domani mattina e senza l'autorizzazione del prefetto (che non ha nessuna colpa a mio avviso, sia chiaro), e siccome siamo in tempi di campagna elettorale in FIGC tutto ciò potrebbe risultare sconveniente.
Che Cellino paghi per le sue colpe ma da sardi e da tifosi non si possono accettare valanghe di merda da chi dalla merda è ricoperto da testa a piedi."
Fonte: R.M., Facebook

sabato 22 settembre 2012

ROMA, ALTRA PARTITA DA "OVER"?


Arriva la Roma di Zeman.
Domenica, ore 15,00 presso lo stadio in costruzione di Is Arenas a Quartu, ancora una volta a porte chiuse, il Cagliari sosterrà la quarta gara di questa stagione in quella che appare una partita di difficile lettura e dall'esito incerto.
Questo perché, se da un lato il tecnico boemo romanista gode dalla sua parte di una rosa di tutto rispetto capitanata da Totti (che in questa occasione non ci sarà), dall'altra, la banda giallorossa è ancora da considerarsi un cantiere aperto.
I risultati ottenuti dalla Roma nelle prime tre gare di campionato non hanno ancora offerto un volto preciso di quella che sarà la squadra in questa stagione ed il pasticcio rimediato la scorsa domenica in casa con il Bologna lascia immaginare che quella contro i rossoblù cagliaritani possa davvero essere partita aperta a qualsiasi risultato.
Poco trapela anche sulla formazione della Roma, che comunque non dovrebbe essere la stessa vista all'Olimpico contro il Bologna. Zeman è alla ricerca del giusto equilibrio e i cambi paiono certi. La rosa della Roma è di tutto rispetto, sia per qualità che per quantità. Nel 4-3-3 di Zeman c'è spazio in porta per Stekelemburg.
La difesa gode della presenza di Burdisso, Dodò, Piris, Balzaretti e Castàn. Il centrocampo offre il contributo di Perrotta, Pjanic, Fiorenzi, Marquino. Mancherà De Rossi. In avanti, il reparto è tutto da reinventare per le contemporanee assenze di Totti ed Osvaldo, mentre sembra recuperato Destro.
In casa Cagliari mancherà per infortunio Cossu. Rientrerà invece Astori. Ficcadenti ha da sciogliere il nodo relativo al terzino sinistro, decidere chi giocherà a centrocampo e chi affiancare in avanti a Pinilla. L'eroe di Palermo, Sau, sembra dover partire di nuovo dalla panchina, ma non è detto...
Arbitrerà Giannoccaro.

(Davide Zedda)

mercoledì 19 settembre 2012

CAGLIARI, i "MI PIACE" DELLA SETTIMANA


- Il gol all’esordio di Sau è una buona notizia, se non altro perché il giocatore ha dato l’impressione di poter diventare molto utile nel reparto offensivo. Il venticinquenne di Tonara ha i numeri per sfondare, e un “profeta in patria” ogni tanto ci vuole.
- Conti e Nainggolan. La crescita del loro rendimento è troppo importante per gli equilibri della squadra, e la loro presenza comincia a farsi sentire in mezzo al campo. E si vede.
- La sorpresa Rossettini. Il difensore venuto dal Siena non era molto conosciuto da queste parti, ma sta cominciando a guadagnare i primi apprezzamenti con prestazioni sicure e autoritarie.
- La squadra, pur non incantando, sembra avere una sua identità di gioco. Non è poco: c’è chi, molto più in alto, non ne ha ancora una (vedi Milan).






- La fascia sinistra non ha ancora un padrone. Pisano, poveretto, è costretto a un ruolo a lui non congeniale. Avelar è ancora un oggetto misterioso. Agostini non c’è più. Una situazione da risolvere al più presto.
- Attacco poco incisivo. Finora solo due gol e poca propensione ad arrivare al tiro. Senza inutili giri di parole: il Cagliari al momento è deficitario negli ultimi sedici metri. Urge trovare il miglior Pinilla, e speriamo che Sau non sia un fuoco di paglia…
- Lo stadio che non c’è. Il Cagliari è l’unica squadra della massima serie in tutto il panorama europeo a non avere ancora uno stadio dove giocare e poter ricevere i propri tifosi. VERGOGNA!

lunedì 17 settembre 2012

PALERMO-CAGLIARI 1-1, IL TABELLINO



3° GIORNATA (15 settembre 2012)
PALERMO-CAGLIARI  1-1
PALERMO: Ujkani, Morganella, Von Bergen (75’ Munoz), Mantovani, Garcia, Bertolo, Donati (89’ E. Pisano), Arevalo Rios, Ilicic (53’ Kurtic), Hernandez, Miccoli. Allenatore: Sannino.
CAGLIARI: Agazzi, Perico, Rossettini, Ariaudo, F. Pisano, Ekdal (78’ Nené), Conti, Nainggolan, Thiago Ribeiro (63’ Sau), Pinilla, Cossu (35’ Ibarbo). Allenatore: Ficcadenti.
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo.
Reti: 40’ Arevalo Rios (P), 88’ Sau (C).
Spettatori: 7.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 24(57); Corner 1(15); Tiri in porta 4(16); Tiri fuori 4(21); Fuorigioco 3(8). Ammoniti 2(8): Nainggolan, Pinilla.
(tra parentesi i totali di campionato)

domenica 16 settembre 2012

I CESARINI


E due. Il mai dimenticato attaccante juventino degli anni trenta esperto in reti al novantesimo si è rimaterializzato con la maglia rossoblù (o bianca) e per la seconda volta consecutiva ha salvato la Ficcadenti band da una settimana di polemiche e paura.
Dopo Ekdal, il "Cesarini" di turno è una new entry della serie A, il tanto atteso Marco Sau che i tifosi sardi più accaniti vorrebbero eleggere come nuovo beniamino di casa per scacciare definitivamente argentini e/o brasiliani troppo pagati (ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale).
Il non più giovanissimo (anche se nell'Italia pallonara di oggi ci si ostina a chiamare "giovane promessa" ancora uno di 25 anni) attaccante di Tonara è stata appunto la sorpresa (o la conferma) positiva della partita di Palermo, non solo per il gol (il primo in A, all'esordio, come fece Gigi Piras) pur prezioso come il pane, ma per l'approccio positivo e la sensazione che i numeri mostrati in serie B possano essere bissati tranquillamente nella massima serie, per di più quella priva di veri mostri come quella attuale.
D'altronde l'esempio del Cossu versione 2008 dimostra che se giochi in B o in C non è detto che sei bravo solo per quella categoria, ma magari non hai avuto finora troppa fortuna.
La partita di Palermo fa provare sollievo per lo scampato pericolo al fischio finale, ma fa anche aumentare il rammarico per un'avversaria che poteva essere affossata con più cattiveria e con maggiore efficacia nella zona avanzata del campo.
In pratica il Cagliari, dopo tre partite, ha due punticini arraffati per il rotto della cuffia contro avversarie per nulla eccezionali e per larga parte delle partite, dominate almeno sul piano del gioco. Ma la prassi del compitino comincia a pesare sulla capacità offensiva della squadra di Ficcadenti, che appare brava nel far girare la palla ma non altrettanto fantasiosa quando si tratta di creare situazioni per andare al tiro. 
La sensazione è quella di un cantiere ancora aperto come quello di Is Arenas, e di un 4-3-3 ancora non perfettamente assimilato; magari quando tutti saranno a pieno regime si potrà vedere il vero volto di questa squadra.
Una delle cose da risolvere per vedere questo vero volto sarebbe quella della fascia sinistra. Il povero Pisano è soggetto a figuracce e appare palesemente in difficoltà sulla fascia mancina, tanto che, come i più avranno notato, la maggior parte delle volte si ferma per poi portare la palla sul destro per crossare. Per la seconda volta consecutiva Avelar è rimasto in panchina, ma che abbia qualche acciacco ci credono in pochi.
Qual'è la verità? Probabilmente nel fatto che Ficcadenti non si sente particolarmente sicuro dalla propensione alla copertura del brasiliano, le cui caratteristiche erano già note agli addetti ai lavori: buona tecnica, buona corsa e capacità di mettere palloni in mezzo, ma non molto adatto alla fase difensiva (come lo era, appunto, Agostini).
Se è un errore di valutazione tattica bisognava pensarci prima di comprarlo, piuttosto che lasciare la squadra scoperta in un ruolo dove non abbondano gli interpreti. A ridaje...

venerdì 14 settembre 2012

SI RIPARTE!


Terza giornata di campionato. Sabato in anticipo alle ore 18,00 il Cagliari fa visita al Palermo in terra di Sicilia. I rosanero sono ancora fermi a zero punti e cercheranno il riscatto proprio contro il Cagliari.
In particolare, i palermitani, vengono da una pesante sconfitta – tre a zero – sul campo della Lazio, e nonostante si giochi solo la terza gara della stagione, il clima è quello tipico da “vittoria ad ogni costo”. Il presidente del Palermo Zamparini è stato molto chiaro: il mister Sannino non si tocca, ma contro il Cagliari vuole solo e soltanto i tre punti.
La compagine rosanero è squadra forte, costruita per puntare in alto e la piazza è calda al punto giusto. Insomma, per il Cagliari non poteva capitare gara peggiore dopo l’amaro pareggio interno contro l’Atalanta. Gara difficilissima ma Cagliari con la rosa quasi al completo in virtù della sola probabile assenza di Astori. Sau è sulla via del recupero e per Ficcadenti ci saranno “problemi” di abbondanza sulla linea mediana e in attacco. Rientra anche Pinilla, la cui presenza, numeri alla mano, dimostra quanto il Cagliari non possa fare a meno del bomber Cileno.
Il Palermo di Miccoli e compagni gioca con un classico 4-4-2. In porta Ujkani, in difesa i due centrali Von Bergen e Cetto, Pisano a destra e Garcia a sinistra. Centrocampo di grande qualità con Barreto, Hernandez, Giorni e Bertolo. Davanti le due fortissime punte Miccoli e Ilicic.
Supportati da un buon centrocampo, velocità ed estro davanti sono le caratteristiche principali della squadra siciliana. Il punto debole sicuramente la difesa.
Il Cagliari dovrebbe rispondere ai siciliani con Agazzi tra i pali, Rossettini e Ariaudo centrali, Pisano a destra e Avelar a sinistra. In mezzo al campo dovrebbero trovare spazio Conti, il bravo Ekdal e Nainggolan. In avanti, salvo cambiamenti dell’ultimo momento, Cossu, Pinilla e Thiaho Ribeiro. Arbitrerà Mazzoleni.

(Davide Zedda)


domenica 9 settembre 2012

SERIE A 2012/13, 2a GIORNATA, TABELLINI


TORINO-PESCARA 3-0. TORINO: Gillet, Darmian, Glik, Ogbonna, Masiello, Gazzi, Brighi, Santana, Bianchi (78’ Sansone), Sgrigna (64’ Meggiorini), Stevanovic (72’ Cerci). PESCARA: Perin, Zanon, Capuano, Terlizzi, Bocchetti, Bjarnason, Blasi, Cascione (75’ Colucci), Weiss, Jonathas (46’ Vukusic), Caprari (75’ Romagnoli). ARBITRO: Russo (Nola). RETI: 34’ Sgrigna, 59’ Brighi, 63’ Bianchi.

BOLOGNA-MILAN 1-3. BOLOGNA: Agliardi, Carvalho, Antonsson, Cherubin, Motta, Taider, Pazienza (81’ Gabbiadini), Guarente, Morleo (91’ Abero), Diamanti, Acquafresca (61’ Gilardino). MILAN: Abbiati, De Sciglio, Bonera, Acerbi, Antonini, Montolivo (86’ De Jong), Ambrosini, Nocerino, Boateng, Pazzini (91’ Niang), El Shaarawy (67’ Bojan). ARBITRO: Tagliavento (Terni). RETI: 16’ rig. Pazzini (M), 42’ rig. Diamanti (B), 77’ e 85’ Pazzini (M).


UDINESE-JUVENTUS 1-4. UDINESE: Brkic, Benatia, Danilo, Domizzi, Basta, Pereyra (52’ Muriel), Pinzi, Lazzari, Armero, Fabbrini (58’ Padelli), Di Natale (76’ Allan). JUVENTUS: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini (71’ Marrone), Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah, Giovinco (73’ Matri), Vucinic (73’ Quagliarella). ARBITRO: Valeri (Roma). RETI: 14’ rig. Vidal (J), 46’ Vucinic (J), 53’ e 71’ Giovinco (J), 78’ Lazzari (U).


CATANIA-GENOA 3-2. CATANIA: Andujar, Alvarez, Legrottaglie, Bellusci, Marchese, Biagianti (68’ Izco), Lodi, Almiron (54’ Castro), Barrientos (87’ Sciacca), Bergessio, Gomez. GENOA: Frey, Sampirisi, Granqvist, Canini, Antonelli (84’ Moretti), Kucka, Seymour (58’ Jorquera), Toszer, Jankovic, Immobile, Vargas (76’ Borriello). ARBITRO: Giannoccaro (Lecce). RETI: 26’ Kucka (G), 66’ e 68’ Bergessio (C), 82’ Jankovic (G), 84’ Lodi(C).

INTER-ROMA 1-3. INTER: Castellazzi, Zanetti, Silvestre, Ranocchia, Nagatomo, Guarin, Gargano (76’ Coutinho), Pereira (66’ Cambiasso), Sneijder, Cassano (51’ Palacio), Milito. ROMA: Stekelenburg, Piris, Burdisso, Castan, Balzaretti (56’ Taddei), Tachtsidis, De Rossi (77’ Marquinho), Florenzi, Destro (71’ Lamela), Osvaldo, Totti. ARBITRO: Bergonzi (Genova). RETI: 15’ Florenzi (R), 45’ Cassano (I), 68’ Osvaldo (R), 81’ Marquinho (R).

LAZIO-PALERMO 3-0. LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Dias, Lulic, Ledesma, Gonzalez, Candreva, Hernanes (86’ Scaloni), Mauri (82’ Onazi), Klose (89’ Kozak). PALERMO: Ujkani, Pisano, Cetto, Von Bergen, Garcia, Giorgi (51’ Rios), Barreto, Kurtic (58’ Hernandez), Bertolo, Ilicic, Miccoli (58’ Dybala). ARBITRO: Celi (Bari). RETI: 39’ Klose, 56’ Candreva, 83’ Klose.

NAPOLI-FIORENTINA 2-1. NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Britos, Maggio, Behrami (52’ Inler), Dzemaili, Hamsik (90’ Donadel), Zuniga, Insigne (81’ Vargas), Cavani. FIORENTINA: Viviano, Roncaglia, Rodriguez, Tomovic, Cuadrado, Romulo (85’ Seferovic), Pizarro, Borja Valero, Pasqual (78’ Mati Fernandez), Jovetic, El Hamdaoui (69’ Ljajic). ARBITRO: Damato (Barletta). RETI: 55’ Hamsik (N), 75’ Dzemaili (N), 87’ Jovetic (F).

PARMA-CHIEVO 2-0. PARMA: Mirante, Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Gobbi, Parolo (72’ Morrone), Valdes, Galloppa, Biabiany, Pabon (58’ Palladino), Belfodil (82’ Rosi). CHIEVO: Sorrentino, Sardo, Dainelli, Cesar, Frey, Luciano (80’ Rigoni), Guana, Hetemaj, Cruzado (59’ Di Michele), Thereau, Pellissier (69’ Moscardelli). ARBITRO: Massa (Imperia). RETI: 32’ Belfodil, 86’ Rosi.

SAMPDORIA-SIENA 2-1. SAMPDORIA: Romero, Costa, Rossini, Gastaldello, Berardi, Poli (61’ Munari), Maresca, Obiang, Eder (71’ Krsticic), Maxi Lopez (84’ Pozzi), Estigarribia. SIENA: Pegolo, Neto, Contini, Felipe, Sestu, Vergassola, D'Agostino (71’ Verre), Mannini (46’ Valiani), Del Grosso, Ze Eduardo (58’ Rosina), Calaiò. ARBITRO: Rocchi (Firenze). RETI: 45’ Maxi Lopez (SA),  62’ Vergassola (SI), 68’ Gastaldello (SA).

CLASSIFICA:
Inter, Napoli, Lazio 6; Sampdoria 5 (-1); Roma, Catania 4; Torino (-1), Genoa, Inter, Milan, Fiorentina, Parma, Chievo 3; Cagliari 1; Udinese, Bologna, Palermo, Pescara 0; Atalanta -1 (-2); Siena -5 (-6).