sabato 19 novembre 2011

C'E' MANCATO POCO



Inter-Cagliari 2-1
Tutto nella norma. L'Inter ha un disperato bisogno di punti (più del Cagliari) e riesce a fermare la sua emorragia in classifica conquistando la vittoria sul nuovo Cagliari di Ballardini.
Il "nuovo" Cagliari visto al Meazza ripropone più o meno gli stessi pregi e difetti di quello che con Ficcadenti aveva racimolato 13 punti: difesa granitica il più delle volte, buon centrocampo capace di palleggiare con autorità il più delle volte, ma anche il consueto poco movimento di chi non ha la palla tra i piedi, e la solita poca fantasia nelle azioni offensive.
Troppo poco il tempo avuto da Ballardini per apporre correttivi in questo senso, considerando il fatto che giocare in casa della pur non irresistibile Inter di questo periodo lascia presupporre che siano soprattutto i padroni di casa ad attaccare e a tenere il pallino del gioco. Un piccolo miglioramento però c'è stato: il Cagliari ha segnato un gol su azione dopo tempo immemorabile (l'ultimo lo fece Biondini a Lecce), con Larrivey che rende meno amara la sconfitta deviando in porta da due passi un tiro del mai domo Nainggolan, a pochi minuti dalla fine. E' già qualcosa.
Prima di allora, le solite cose già viste: Inter che attacca ma fa confusione (e prende comunque due traverse, deviate dall'ottimo Agazzi), e le assenze non hanno certo giovato alla qualità del suo gioco; il Cagliari al solito spuntato (l'assenza di Cossu non ha poi aiutato) ma che vede le due punte non più larghissime e pronte al dialogo vicendevole (che poi non c'è stato), la solita ammonizione di Conti al primo fallo un pò più cattivo degli altri.
Insomma, al momento non è cambiato nulla. Come non è cambiato il "due pesi, due misure", in questo caso da parte di chi gestisce le segnalazioni di fuorigioco. In questa occasione le diverse interpretazioni sono nel primo gol dell'Inter, con Thiago Motta che è in leggero fuorigioco sul tocco del suo compagno (e forse stoppa con un braccio), e su un gol giustamente annullato a Larrivey sul 2-0 in condizioni molto simili a quelle della rete interista.
Tutto come l'anno scorso, insomma. Ci si consolerà col fatto che stavolta non si sentiranno i piagnistei del dopo Inter-Napoli di un mese fa.
In mezzo a tutto ciò il gol di Coutinho che, pochi minuti dopo il gol di Motta, chiudeva virtualmente la gara. In conclusione, e tralasciando le solite e inutili lamentele per decisioni arbitrali avverse (tanto è inutile, quando sei piccolo), il Cagliari non appare comunque un morto che cammina, nonostante le tre sconfitte consecutive.
Alla prossima partita, contro una pari "blasone", ne sapremo qualcosa di più.

BALLARDINI PARTE TERZA: SI RICOMINCIA


Con questo gol Quagliarella condannò alla sconfitta Ballardini nel 2008
Ancora meno di mezz'ora e Ballardini ricomincia per la terza volta da Cagliari. Non ci poteva essere un esordio peggiore. Un'Inter assetata di punti, nei bassifondi della classifica e con tanti assenti è sempre una squadra di ben altro spessore tecnico rispetto al Cagliari. Su questo inutile girarci intorno.
Poi, senza fare il vittimismo pregresso, si ha sempre paura che in caso di difficoltà della squadra più titolata delle due, sul proprio campo, un uomo col fischietto veda per due persi e due misure. Anche qua nulla di nuovo. E' sempre successo e sempre succederà.
Ma non è qua che si devono fare punti, che se arrivassero sarebbero ben accetti. Il possesso palla sarà presumibilmente in maggioranza neroazzurro, e quindi forse non si scopriranno più di tanto i cambiamenti tattici attuati dal nuovo mister.
Quasi cinque anni fa, nel gennaio 2007, fu l'Udinese al S.Elia a bagnare l'esordio cagliaritano del tecnico ravennate. I più ricorderanno come andò a finire, con la vittoria dei friulani per 1-0 (Quagliarella) e Cagliari sempre più ultimo a 10 punti. Di quella partita ci sono ancora alcuni reduci, in campo oggi: Agostini, Biondini, Conti e Larrivey (poi espulso a gara quasi terminata).
Oggi i punti sono tredici e la calssifica molto migliore. Insomma, qualunque cosa succeda, ci sarà tempo per migliorarsi. Senza affanni, Cellino permettendo.
Sia mai che a forza di buttarsela addosso...

venerdì 18 novembre 2011

CAGLIARI: RASSEGNA STAMPA 18/11/2011






Ekdal resta il favorito per il ruolo di trequartista
ASSEMINI Prove generali questa mattina nel centro sportivo di Assemini in vista del big match di domani sera a San Siro. Durante la rifinitura il nuovo tecnico del Cagliari Ballardini scioglierà, infatti, le riserve sulla formazione anti-Inter.
Infortunato Cossu (che dovrebbe tornare a disposizione per la gara del 27 al Sant'Elia con il Bologna), il dubbio più grande riguarda inevitabilmente il ruolo di trequartista, sempre che Ballardini non decida di rinunciare al 4-3-1-2. Favorito resta Ekdal, che già in passato ha giocato tra le linee e con discreti risultati. L'alternativa sarebbe Nainggolan. L'avanzamento del belga, tuttavia, comporterebbe ulteriori spostamenti e innesti a centrocampo. Ecco perché alla fine il tecnico romagnolo dovrebbe puntare sullo svedese.
Oltre a Cossu, salteranno l'appuntamento milanese anche El Kabir e Astori. Entrambi stanno svolgendo la riabilitazione in un centro specialistico di Bologna. L'attaccante per un problema muscolare che si trascina praticamente dall'inizio della stagione, il difensore, invece, per la frattura del perone che lo ha messo ko contro il Napoli.
Questa mattina, dunque, è in programma l'allenamento di rifinitura. A seguire la comitiva rossoblù si trasferirà in aeroporto e partirà per Milano attraverso un volo charter. Lo stesso aereo riporterà poi la squadra nell'Isola domani subito dopo la partita.





Ranieri-Ballardini, incrocio pericoloso
Incrocio pericoloso. Una sconfitta proprio contro il Genoa di Davide Ballardini, lo scorso 22 settembre, costò la panchina della Roma all'attuale tecnico dell'Inter, Claudio Ranieri.
Comunque vada a finire domani a San Siro, stavolta, non c'è alcun rischio di esonero. C'è semmai il desiderio di Ballardini di sfatare un tabù che si trascina dal 2005. L'allenatore romagnolo, infatti, non ha mai vinto all'esordio con il Cagliari. La prima volta cominciò con un pareggio casalingo contro il Messina, la domenica successiva poi perse sul campo dell'Empoli (nelle nove gare complessive prima di essere mandato via, non conquistò nemmeno una vittoria). Avvio addirittura peggiore nella stagione 2007-2008, visto che iniziò la seconda avventura in rossoblù con due ko, prima al Sant'Elia con l'Udinese, poi a Reggio Calabria. In compenso dalla sfida col Napoli in poi si è preso più di una rivincita.




Il Cagliari non cambia pelle per sfidare l'Inter
CAGLIARI. Il modulo non si discute. Per affrontare l’Inter, Davide Ballardini parte da “su connottu”: 4-3-1-2. Si dovrebbe chiudere così la sequela di ipotesi tattiche alimentate dall’assenza per infortunio di Andrea Cossu. Dunque, un trequartista alle spalle del duo brasiliano Nené-Thiago Ribeiro. Adesso, si dibatte dell’identikit dell’interprete. La decisione del tecnico arriverà solo dopo la rifinitura mattutina prevista domani a Milano. Il braccio di ferro è tra Nainggolan ed Ekdal. Un faccia a faccia virtuale: infatti, dovrebbero giocare entrambi. Ma resta da capire se sarà il nazionale belga a stare sulla fascia sinistra per affiancare Conti in mediana. E se l’ex Juve chi si piazza dietro gli attaccanti nei panni di vice Cossu. Dunque, vigilia calda quella che precede il terzo debutto in carriera dell’allenatore di Ravenna sulla panchina del Cagliari. I primi. Ecco gli undici. Agazzi, Pisano, Canini, Ariaudo, Agostini, Bionini, Conti, Nainggolan, Ekdal, Nené e Thiago Ribeiro, salvo ripensamenti dell’ultimora, a San Siro dovrebbero partire dal primo. Anche Pisano e Biondini potrebbero godere di un turno di riposo, ma pare arduo pensare che Ballardini si apra a novità su tutti i reparti. Contro l’Inter dei senatori - Ranieri conta su Sneijder, Thiago Motta, Cambiasso, Zanetti, Pazzini, Milito, Lucio - serveono entusiasmo e coraggio. Stile Ballardini. Archiviata l’esperienza Ficcadenti - che, pur con un gioco asfittico e poco brillante, ha lasciato un bottino di 13 punti, con 3 vittorie, 4 pari e 3 sconfitte - il terzo allenatore stagionale rossoblù è ripartito alla sua maniera: “Si comporti come sa” gli ha detto il presidente Cellino al momento dell’ingaggio. Dunque, flemma e serenità. Anche nelle piccole cose quotidiane in campo. E soprattutto, lavoro. Agevolato dal fatto che sette giocatori erano in rosa nella splendida salvezza del 2007/08. Il tour de force. La prima tranche del Cagliari di Ballardini si apre con l’Inter e si chiude col Milan. Sei partite, 18 punti in palio da domani al 20 dicembre con i campioni d’Italia al Sant’Elia in notturna. Dopo Zanetti e soci torna in città il Siena per la Coppa Italia: giovedì 24 si gioca alle 20.45. A seguire, il Bologna al Sant’Elia, il Catania fuori, il Parma in casa e il Chievo a Verona di sabato. I numeri. Al “Meazza” con l’Inter il Cagliari ha giocato 37 gare. Il totale comprende anche Coppa Italia e Coppa Uefa. I padroni di casa ne hanno vinto 24, i pareggi sono stati 7, 6 le vittorie dei rossoblù. L’Inter ha siglato 78 reti, il Cagliari 37. Si parte nel 1965, 3-0 per la squadra dei Moratti. Mentre l’ultima sfida risale al 19 febbraio scorso: 1-0 per Julio Cesar e soci. La vittoria più recente della formazione di capitan Conti risale 21 maggio ’95: 2-1 per i sardi di Tabarez. Con Allegri in campo, in tabellino compaiono Dely Valdes, Paganin (autorete) e Ruben Sosa.




Ballardini e il rebus del modulo

Dubbi nella formazione anti-Inter legati al modulo. Davide Ballardini potrebbe davvero rinunciare al trequartista, per uno schieramento più sparagnino, con quattro in linea. Contro una compagine nerazzurra che si presenterà all'appuntamento dopo aver recuperato parte degli infortunati. L'Inter, tra l'altro, dopo il rinvio della gara di Genova per i fatti legati all'alluvione in Liguria, non gioca una gara ufficiale dal 2 novembre, quando affrontò il Lilla in Champions League. Il tecnico Claudio Ranieri, durante questo periodo, ha dovuto fare a meno di gran parte della rosa, dato che vi sono parecchi elementi di livello, che si sono aggregati alle rispettive nazionali in giro per il mondo. Contrariamente agli uomini di mister Ballardini, concentrati nell'eremo asseminese esclusivamente sulla preparazione alla gara di domani, con l'intento di metabolizzare al meglio la dottrina del nuovo tecnico.
È per lui giunto il momento delle scelte. Dovrà metter su una formazione che possa tener botta in uno stadio coinvolgente come il "Meazza". Difesa bloccata a quattro, con l'unica incertezza relativa all' esterno destro di fascia. Parte favorito Francesco Pisano. Ma l'affaticamento accusato dal selargino prima del confronto con l'Atalanta potrebbe far riflettere il tecnico e far salire nel contempo le quotazioni di Lele Perico. Il quale, proprio a Bergamo, non ha del tutto demeritato. A centrocampo non vi sarà rivoluzione. Il trio formato da Biondini, Conti e Nainggolan sarà confermato. Probabilmente con la variante dell'aggiunta di Ekdal, favorito su Rui Sampaio. Ciò per un motivo molto semplice: lo svedese contribuirebbe a creare una sorta di diga in mezzo al campo, in modo da schermare le folate interiste. Non è da escludere, però, che possa essere inserito sulla trequarti, al posto di Cossu. Ballardini ci riflette e si trainerà dietro il dubbio sino a poco prima della partita.
Per l'allenatore non ci sarebbe il problema, in questo caso, di discostarsi dal suo inseparabile 4-3-1-2. Ekdal, per movenze tecniche ed acume tattico, può giocare tra le linee. Resta il dubbio legato al fatto che lo svedese ben raramente ha operato in quella porzione di campo. E' più un centrocampista esterno. In quest'ottica, non sarebbe da escludere a priori uno spostamento in posizione di trequartista di Nainggolan, Ekdal (o più difficilmente Rui Sampaio) a destra e Biondini dirottato in fascia sinistra. Una mini-rivoluzione, che potrebbe essere evitata impostando la squadra con il 4-4-2, uno schemanonnelle corde dell'allenatore rossoblù. La variante Ceppelini è solo ipotetica e di realizzazione complicata. Il giovane uruguaiano non ha ancora la personalità per poter essere impiegato da subito, in un confronto dall'alto coefficiente di difficoltà. Per ciò che riguarda le due punte, pare scontata la confermadei due brasiliani Thiago Ribeiro e Nenè. Con "el diablo" che, negli ultimi allenamenti, ha messo in vetrina un discreto stato di forma. Preme pure Joaquin Larrivey.
Ma chissà se Ballardini ci farà un pensierino. Anzi, è probabile che il mister sia più orientato ad utilizzare con maggior minutaggio il colombiano Ibarbo. Per metterlo in campo, ci sarebbe da variare ulteriormente l'assetto: diverrebbe un 4-3-3. Uno schema però troppo votato all'offesa. Il baricentro della formazione cagliaritana sarebbe troppo sbilanciato in avanti e ne soffrirebbero gli equilibri. Conoscendo Ballardini sarebbe davvero una soluzione che esula dalla sua filosofia. Ma tutto può accadere. Soprattutto all'esordio in una gara che, sulla carta, e solo apparentemente, parrebbe dall'esito scontato. (Sergio Demuru)



Ballardini: Stiamo bene ma l'Inter resta una grande
CAGLIARI - Non crede ad un'Inter in crisi, anzi Davide Ballardini - alla sua "prima" sulla panchina del Cagliari per la terza volta in carriera - nonostante la classifica ricorda a tutti che la squadra nerazzurra è campione del mondo. "So che in queste settimane si sono allenati bene e hanno recuperato giocatori importanti. L'Inter è sempre una grande squadra - afferma l'allenatore rossoblù - gioca in casa e non sarà facile. Di solito puoi trovare qualche vantaggio quando incontri una squadra che fa la Champions dopo che ha giocato tre partite di fila, ma non è il nostro caso visto che l'Inter non gioca da più di due settimane". Alla vigilia del match, incontrando la stampa in aeroporto prima della partenza per Milano, il quarantasettenne tecnico di Ravenna che ha sostituito l'esonerato Ficcadenti non nasconde un filo di emozione per il suo ritorno in panchina. "Certo, giocare a San Siro è sempre un'occasione particolare, ma le emozioni sono quelle di allenare il Cagliari e la consapevolezza di avere sempre delle responsabilità, perchè il Cagliari non rappresenta solo una città ma un'intera regione".

REBUS ATTACCO -
Cagliari che domani a Milano per l'anticipo serale della 12/a giornata dovrà fare a meno di pedine importanti: oltre ad Astori (che tornerà a gennaio), manche anche il suo giocatore migliore, Cossu. Chi al posto del piccolo fantasista cagliaritano? Ballardini non si sbilancia sul nome, ma svela solo la scelta del modulo: "Giocheremo col 4-3-1-2, non mi sembra il caso di cambiare visto che la squadra ha una sua identità precisa e andiamo avanti con quella. Non ho molti centrocampisti, quindi non è difficile indovinare chi giocherà al posto di Cossu. Sarà un giocatore con caratteristiche diverse dalle sue, ma il ruolo è quello e mi aspetto che sappia 3C/div>
". Di sicuro non sarà Ceppelini, il ventenne uruguaiano che Ballardini giudica un "ragazzino che ha delle qualità", ma ancora acerbo ("diamogli il tempo di crescere"). Escluso il tridente con Ibarbo, la scelta, dunque, dovrebbe ricadere su Ekdal, lo svedese ex Juve, Bologna e Siena quest'anno utilizzato una sola volta dal 1' da Ficcadenti (quando era squalificato Conti) con risultati non esaltanti. "Stiamo bene, ci siamo allenati bene durante la sosta - continua Ballardini - e sono convinto che anche l'attacco andrà meglio (un solo gol, su rigore, nelle ultime cinque gare, ndr). Non è una questione di attaccanti, è la squadra nel suo insieme che deve essere più brava nell'attaccare e più efficace in zona gol".


giovedì 17 novembre 2011

CAGLIARI: RASSEGNA STAMPA 17/11/2011

 

Cagliari , cercasi trequartista

Cossu è ko, Ekdal il favorito, ma in corsa c'è anche Nainggolan

Giovedì 17 novembre 2011
Operazione trequartista. Subito un nodo spinoso da sciogliere per il nuovo allenatore del Cagliari, che sabato a San Siro dovrà fare a meno di Cossu, forse il giocatore più importante per lui dal punto di vista tattico. Ballardini ci pensa e ripensa praticamente dal giorno in cui Cellino gli ha dato mandato per formare il nuovo governo rossoblù dopo l'esonero di Ficcadenti. La soluzione più naturale (o meglio, la più scontata) porta al tridente assai caro al suo predecessore, con l'inserimento nella formazione titolare di Ibarbo (per il colombiano sarebbe la prima volta) a destra, Thiago Ribeiro a sinistra e Nenè al centro. Ma il tecnico romagnolo vorrebbe dare subito un'impronta alla squadra attraverso il 4-3-1-2, il suo modulo, ma anche quello che ha fatto la felicità del Cagliari negli ultimi quattro anni.
«Sono arrabbiato con Andrea perché non l'ho trovato all'allenamento». Il giorno della presentazione ad Assemini, Ballardini provò così a sdrammatizzare l'infortunio di Cossu (fu proprio lui, nel 2008, a trasformarlo in trequartista), ma dietro quel sorriso già si nascondeva il primo dilemma della terza avventura in rossoblù. Cercasi, insomma, un giocatore che possa garantire (almeno in parte) lo stesso apporto del fantasista cagliaritano in fase difensiva, ma soprattutto imprevedibilità e - magari - la giocata vincente negli ultimi trenta metri. Candidato numero uno: Ekdal. E non potrebbe essere altrimenti visti i trascorsi dello svedese, che nasce proprio come trequartista, anche se poi è cresciuto e maturato nel ruolo di mezzala. Ha visione di gioco e piedi buoni, qualità essenziali per spaziare tra le linee. L'incognita riguarda, pertanto, l'interdizione (i palloni recuperati da Cossu fanno spesso la differenza). La vera controindicazione in questo momento, tuttavia, è legata alle condizioni fisiche di Ekdal, anche se si sta allenando regolarmente.
L'alternativa è Nainggolan, che poi è molto più di un'alternativa considerato lo spessore del giocatore. Anche lui ha mosso i primi passi da trequartista nella Primavera del Piacenza. Fu poi Ficcadenti (strano, davvero, il destino) a spostarlo sulla mediana, dove il belga ha dato il meglio di sé diventando una delle mezze ali più forti della Serie A. Qualora Ballardini decidesse di (ri)dirottarlo sulla trequarti, Rui Sampaio e lo stesso Ekdal si contenderebbero il suo posto sul centrosinistra.
Fabiano Gaggini


Quei campi proibiti di Cellino

A San Siro con l'Inter un solo successo in quattordici trasferte

Giovedì 17 novembre 2011
Massimo Cellino non soffre del “mal di trasferta” ma certe trasferte gli fanno venire il voltastomaco. Una di questa è proprio la prossima, quella di Milano, versante Inter, in programma sabato pomeriggio. Contro i nerazzurri a San Siro il presidente del Cagliari ha vinto una sola volta su quattordici tentativi: sedici anni fa, era infatti il 21 maggio del 1995, il Cagliari si impose per 2-1. Quattro pareggi sono serviti ad addolcire il rientro in Sardegna, ma il Cagliari, dal quel 1995, ha poi collezionato undici sconfitte e due soli pareggi. Pesantissima la sconfitta del 1999: 5-1. Gol di Muzzi dopo appena tre minuti poi la valanga nerazzurra si era abbattuta sui poveri giocatori rossoblù.
Per dirla tutta ci sarebbero anche altre quattro trasferte: una in Coppa Uefa (la semifinale di ritorno persa 3-1 e mai digerita, chissà perché, dai tifosi rossoblù) e tre in Coppa Italia (due sconfitte e una vittoria, quest'ultima era stata decisa dall'uno-due firmato da Sulcis e Corradi, allenatore dell'Inter era Marcello Lippi).
Ma c'è di peggio, e il peggio del peggio del girovagare di Cellino per i campi della serie A (questo è il suo quindicesimo campionato) è la trasferta di Firenze, praticamente un incubo: zero sui tredici, Cellino al Franchi ha sempre e soltanto perduto. Anche a Bergamo e a Udine il presidente non ha mai vinto ma qualche pareggio lo ha portato via: a Bergamo tre volte su dieci, a Udine due su tredici.
Lo “zero” nella casella vittorie in trasferta è ricorrente ma certi casi non fanno giurisprudenza: troppo poche (vedi tabella) le partite giocate. Però è curioso che anche a Cremona e Perugia (0/3), Padova e Venezia (0/2) ed Empoli (0/4) il Cagliari (di Cellino) non abbia mai raccolto un solo punto.
E poi c'è vittoria e vittoria. Per esempio, a Torino contro la Juventus i successi sono stati finora soltanto due in tredici partite e anche i tre pareggi vanno catalogati alla voce successi. Così come a Milano sul fronte rossonero: due vittorie e due pareggi in quattordici partite sono un bilancio tutt'altro che trascurabile.
L'ultimo zero a saltare, tra quelli davvero pesanti, è stato quello di Roma: proprio quest'anno - alla prima giornata di campionato - il Cagliari è riuscito a espugnare l'Olimpico dove Cellino aveva collezionato undici sconfitte e tre pareggi. Impressionante la sequenza di sconfitte consecutive, dieci, prima della vittoria firmata da Ficcadenti. Ma dieci sono state anche la trasferte consecutive a zero punti del Cagliari (sempre di cellino) al Friuli.
Nelle ultime nove trasferte a Milano (Milan) il presidente rossoblù ha collezionato un solo punto ma, si sa, quelle partite sono come un jolly da pescare, la partita è persa, anche una buona sconfitta può aiutare a risollevare il morale. Un po' meglio (stiamo sempre parlando delle trasferte dei campionati del Cagliari in serie A con Massimo Cellino presidente) contro la Lazio: quattro vittorie in quattordici partite, non è poco.
Il bilancio complessivo dice che Cellino ha partecipato, in serie A, a 255 trasferte: è tornato a casa con 41 vittorie, 60 pareggi e 154 sconfitte. Il campo dove Cellino ha vinto di più è proprio quello della Lazio (4/14) ma non è male neppure Bologna (3/7) e, sommando vittorie e pareggi, anche Napoli non è male perché i risultati utili sono stati sei su nove. A Genova (Sampdoria) c'è sempre stata battaglia: su tredici partite, tre vittorie, cinque pareggi e cinque sconfitte. È il campo dal risultato più incerto. Aspettando la terribile trasferta di Firenze, dove il Cagliari di Cellino ha perso tredici volte su tredici. Sperando che non sia decisiva: sarà infatti l'ultima di campionato, il 13 maggio 2012. Quarant'anni dopo (era infatti il lontano 1971) l'ultima vittoria del Cagliari al Comunale di Campo di Marte per una rete a zero. Vince una bambolina chi indovina chi aveva segnato quel gol.
Nando Mura






Cossu mette nei guai Ballardini

Il fantasista è out per la sfida di sabato a Milano, formazione in alto mare
di Mario Frongia

ASSEMINI. Trequartista o tridente? E la doppia mezza punta? Ballardini si appresta al suo terzo debutto in casa rossoblù con un dubbio mica male. La quasi certa assenza di Andrea Cossu - anche ieri il fantasista ha svolto allenamento differenziato: le chance che recuperi sono minime - mette il tecnico in crisi. Sarebbe stato più facile se il numero 7 fosse stato al suo posto.
Una sistemata all'equilibrio tra reparti, Conti e Cossu messi più "alti", una punta, Nené, al centro area e l'altra, Thiago Ribeiro, a rimorchio. Infine, una limata ai meccanismi difensivi, con un giro palla più veloce, e alla spinta sulla fascia destra. Ed ecco un Cagliari simile a quello che nel 2007/08 con l'ex tecnico di Genoa, Lazio e Palermo aveva centrato al Sant'Elia una salvezza miracolosa dopo un girone di andata da dimenticare.
Tra assenze e modulo. Ma Cossu non c'è. E manca anche Astori. Ballardini sa che piangersi addosso ha poco senso. Dunque, via ai correttivi, tenendo conto che si saprà solo oggi se il trequartista sarà convocato. Partiamo dal tridente. L'ipotesi è la meno indicata per sfidare un'Inter avvelenata in casa sua. Comunque, ci sarebbe Ibarbo dal 1' a sinistra: curioso il faccia a faccia con Jonathan e Lucio. Al centro Nené e a destra Thiago Ribeiro. La seconda opzione è quella che pare più gettonata: Ekdal o Nainggolan (rientrato ieri dalla nazionale belga: l'ultima gara non l'ha giocata) che si cimentano uno sulla fascia e l'altro dietro le punte. Sarebbe il 4-3-1-2. Infine, il doppio trequartista. Nené punta con Thiago Ribeiro ed Ekdal dietro con compiti difensivi accentuati. Ma una cosa è certa. Al di là del modulo, i tifosi chiedono una squadra tanto spregiudicata quanto prudente. Capace di giocare a testa alta con i nerazzurri, di vedere la cara la pelle e, possibilmente, di tornare a casa con qualche punto.
I bei ricordi di Ballardini. Il tecnico rossoblù non mette gioia a Claudio Ranieri. L'ultimo match tra i due fu fatale al romano: il 20 febbraio scorso a Marassi la Roma perse col Genoa di Ballardini. E per Ranieri fu la parola fine.
Ipotesi di mercato. Mentre Zenit di San Pietroburgo, Real Madrid, Milan, Napoli e Juve braccano Nainggolan, torna in mente la giostra dei nomi affiancati al Cagliari nel mercato estivo. Candreva, Poli, Parolo, Greco, Fernandes, Dessena, Brighi, Bogliacino tra le mezze ali. In attacco, si è detto di Barreto, Bogdani, Giaccherini, Ardemagni, Cacia, Meggiorini, Calaiò. Cellino si muove a fari spenti.
Ma se saluta Biondini (contratto che scade a giugno 2012) e se serve una punta c'è da aspettarsi qualcosa di nuovo. Mentre Larrivey "El Bate" potrebbe ritornare in Argentina a giocarsi il Clausura. In questo momento a Cagliari ha poco spazio. Se poi dovesse arrivare una punta....


Ballottaggio Ekdal-Rui Sampaio


Sarà a centrocampo lo snodo cruciale del confronto di sabato prossimo a Milano. Un reparto dove il Cagliari può dire la sua. Non per niente, proprio da quelle parti del terreno di gioco, gravita il tasso tecnico di più marcato spessore. Dopo l'inizio di campionato sopra le righe da parte della formazione rossoblù, infatti, veniva giudicato come l'elemento trainante. Quasi all'unanimità. Nella zona nevralgica è stato costruita l'esaltante partenza dai blocchi, con Massimo Ficcadenti allora saldamente al timone. In quel periodo roseo, con il Cagliari che stazionava nelle zone alte della classifica, il centrocampo era considerato, se non il migliore, quantomeno uno dei più affidabili nell'intera massima serie, con tutti i componenti del "puzzle" inseriti al loro posto. Con gli equilibri rispettati.
Magari poi, con il trascorrere delle giornate, il rendimento ha avuto un calo, fisiologico se vogliamo e neppure troppo brusco. Probabilmente è scemata, strada facendo, la brillantezza atletica, anche perchè il tecnico che ha preceduto Davide Ballardini ha improntato l'avvio di campionato enfatizzando l'aspetto dinamico, ben sapendo che alla distanza avrebbe pagato dazio. E così è stato, come a Cesena l'anno scorso. Ed ora il neo-mister rossoblù si ritrova a fare i conti con una squadra che, nell'ultimo periodo, zoppica vistosamente. Anche in mezzo. Sarà necessario ripartire da qui, per i programmia lunga gittata. Conti, a Milano, proverà a riprendere in mano la bacchetta della regia, stavolta senza remore e magari sacrificandosi meno in interdizione. Tra l'altro, proprio in occasione del confronto perduto aBergamocontro l'Atalanta, prima della sosta per gli impegni della Nazionale, il centrocampista romano è stato verosimilmente colui che si è reso maggiormente pericoloso in fase offensiva. Andando vicinissimo alla marcatura in almeno unpaio di occasioni e fu grazie a due interventi provvidenziali del portiere avversario Consigli che non riuscì a centrare la rete.
Al momento, in un attacco cagliaritano che fa acqua e la cui sterilità è stata enfatizzata nelle ultime uscite, è Conti il cannoniere, con due reti realizzate. Un'incongruenza evidente, anche se lievitano i meriti del capitano. Finora, la formazione rossoblù ha al suo attivo 9 gol (come il Bologna). Peggio hanno fatto soltanto il Chievo (8), il Lecce (8) ed il derelitto Cesena (3), ultimo in classifica e con un destino che pare segnato. Ora Ballardini ha da sfogliare la margherita. Non è escluso che, in mancanza del trequartista, con Cossu ai box, opti per un 4-4-2, con inserimento di Ekdal in mezzo. Una maggiore copertura a fronte di un'Inter che proverà ad attaccare quasi a pieno organico. Una disposizione del genere presupporrebbe anche un miglior presidio della fasce laterali,onde evitare gli affondo degli esterni nerazzurri, pericolosi se gli si lascia spazio di affondare a piacimento, con iniziative atte a liberarsi per il cross al centro. In questo virtuale centrocampo a quattro si candida anche il portoghese Rui Sampaio, ma Ekdal si fa preferire per l'esperienza superiore accumulata nel campionato italiano sull'asse Bologna-Siena.
Magari ha un'eventuale possibilità Ibarbo. Acquistato da Cellino come attaccante, il colombiano rischia però di far saltare gli equilibri, vista la poca dimestichezza con l'interdizione. Un rebus ancora irrisolto e sul quale il cartello di "lavori in corso" è di prammatica. Ballardini, anche nella precedente esperienza cagliaritana, ha sempre dimostrato di voler avere le idee chiare e di evitare di procedere a tentoni. Già alla presentazione, il primo giorno, ha mostrato di non aver variato registro. (Sergio Demuru)

mercoledì 16 novembre 2011

CAGLIARI 2011/12 - TUTTE LE PARTITE


1   (20/12/11)    CAGLIARI-Milan          0-2      le altre partite 
2   (11/09/11)    Roma-CAGLIARI         1-2       le altre partite
3   (17/09/11)    CAGLIARI-Novara       2-1       le altre partite
4   (21/09/11)    Palermo-CAGLIARI     3-2       le altre partite
5   (25/09/11)    CAGLIARI-Udinese     0-0       le altre partite
6   (02/10/11)    Lecce-CAGLIARI        0-2       le altre partite
7   (16/10/11)    CAGLIARI-Siena         0-0       le altre partite
8   (23/10/11)    CAGLIARI-Napoli        0-0       le altre partite
9   (26/10/11)    Cesena-CAGLIARI       1-1       le altre partite
10  (30/10/11)   CAGLIARI-Lazio          0-3       le altre partite
11  (06/11/11)   Atalanta-CAGLIARI      1-0       le altre partite
12  (19/11/11)   Inter-CAGLIARI           2-1       le altre partite
13  (27/11/11)   CAGLIARI-Bologna      1-1       le altre partite
14  (04/12/11)   Catania-CAGLIARI       0-1       le altre partite
15  (11/12/11)   CAGLIARI-Parma         0-0       le altre partite
16  (17/11/11)   Chievo-CAGLIARI        2-0      le altre partite   
17  (08/01/12)   CAGLIARI-Genoa         3-0      le altre partite
18  (15/01/12)   Juventus-CAGLIARI      1-1      le altre partite   
19  (22/01/12)   CAGLIARI-Fiorentina    0-0      le altre partite
20  (29/01/12)   Milan-CAGLIARI           3-0      le altre partite
21  (01/02/12)   CAGLIARI-Roma          4-2       le altre partite 
22  (05/02/12)   Novara-CAGLIARI        0-0      le altre partite
23  (11/02/12)   CAGLIARI-PALERMO     2-1      le altre partite
24  (19/02/12)   Udinese-CAGLIARI       0-0      le altre partite
25  (26/02/12)   CAGLIARI-LECCE         1-2      le altre partite 
26  (04/03/12)   Siena-CAGLIARI           3-0     le altre partite
27  (09/03/12)   Napoli-CAGLIARI          6-3     le altre partite 
28  (18/03/12)   CAGLIARI-Cesena         3-0     le altre partite
29  (25/03/12)   Lazio-CAGLIARI           1-0      le altre partite
30  (01/04/12)   CAGLIARI-Atalanta       2-0      le altre partite
31  (07/04/12)   CAGLIARI-Inter            2-2       le altre partite
32  (12/04/12)   Bologna-CAGLIARI        1-0     le altre partite
34  (21/04/12)   Parma-CAGLIARI          3-0     le altre partite
33  (24/04/12)   CAGLIARI-Catania        3-0     le altre partite
35  (28/04/12)   CAGLIARI-Chievo         0-0     
36  (02/05/12)   Genoa-CAGLIARI
   

L'INTER E UNA CLASSIFICA BUGIARDA


Tanto per cominciare l’Inter è la squadra campione del mondo in carica. Non esattamente una formazione di “bidoni”.
Eppure il cammino di questa stagione vede i nerazzurri in difficoltà, specie in campionato dove occupano, immaginiamo ancora per poco, le parti basse della classifica. Una stagione travagliata quella dei milanesi. Durante l’estate la difficile ricerca di un allenatore che facesse al caso Inter induce il presidentissimo Moratti a provare con Gasperini. Pronti, via e si capisce subito che il progetto tecnico non regge. I risultati non arrivano, Eto’o è andato via, gli infortuni si moltiplicano e alla fine Gasperini salta.
Arriva Ranieri, l’uomo dei subentri eccellenti, l’uomo che mette le cose a posto, l’uomo giusto per ogni stagione. L’inizio è molto buono ma poi anche per lui il cammino, almeno in campionato, si complica.
Molti si appellano all’idea di una squadra che dopo aver vinto tutto sia di fatto priva di stimoli, altri affermano che sia una squadra vecchia, altri ancora dicono che i suoi campioni abbiano la pancia piena, siano immotivati, stanchi e non più adatti a un cammino fatto di continue vittorie. Difficile francamente immaginare l’Inter in zona retrocessione ancora per molto tempo. E non certo perché la classifica sia corta. E’ l’organico che farà la differenza e permetterà agli uomini di Ranieri di risalire verso le parti nobili della classifica.
L’ex tecnico rossoblù guida una corazzata straordinaria composta da campioni di assoluto valore mondiale. Non esiste paragone con il Cagliari. La sfida di sabato del Meazza vede i padroni di casa abbondantemente favoriti. E come non potrebbe non essere così quando hai a disposizione Julio Cesar tra i pali, difensori del calibro di Zanetti, Lucio, Maicon e Ranocchia, o un centrocampo dove spiccano Stankovic, Motta, Sneijder, Obi e Coutinho. Senza parlare dell'attacco da paura con Milito, Zarate, Pazzini e Forlan.
Questi sono i nomi, ma la partita poi racconterà che le due squadre giocheranno undici contro undici (sperando non dodici contro undici) e che la palla è rotonda, dunque tutto può accadere. Vedremo sabato alle 18 che succederà...

(Davide Zedda)

martedì 15 novembre 2011

LE VITTORIE AL MEAZZA: INTER-CAGLIARI 1-2 (1995)

Dely Valdes
(21 maggio 1995 – Inter-Cagliari 1-2)

Un Cagliari altalenante affronta la terzultima gara del campionato 1994/95. Dopo una stagione iniziata a singhiozzi e l’esplosione invernale, i rossoblù cominciano infatti a tirare un pò il fiato. Sette giorni prima le avevano buscate in casa dal signor Roberto Mancini vestito di blucerchiato e il profumo d’Europa si era un pò rarefatto. Ora si va a giocare a Milano nella tana dell’Inter (che è avanti di un punto) e questa sfida è già uno spareggio Uefa.
Insomma, non poteva esserci avversaria peggiore. Sulla carta. Invece, di fronte al futuro allenatore Trapattoni seduto in tribuna,  il Cagliari di Tabarez sfodera il partitone e, pur agevolato da una squadra avversaria inconcludente e confusionaria, alla fine effettua il sorpasso in classifica mettendosi in pole position tra le pretendenti a un posto in coppa Uefa, con due partite ancora da giocare.
Eppure la gara era iniziata nel peggiore dei modi, per la squadra rossoblù. La punizione di Ruben Sosa battuta da oltre venti metri aveva trovato l’angolino della porta e così, dopo soli diciassette minuti, la squadra di casa si trovava già in vantaggio pur senza strafare. Il gol interista era la normale conseguenza delle insicurezze dei giocatori cagliaritani nei primi minuti di gara, giocati con titubanza e con un pizzico di timore.
Col treno europeo che riparte senza che i rossoblù ci stiano salendo, svaniscono le paure e comincia un’altra partita. Una partita non proprio piacevole per l’Inter che, vistosi attaccata,  denuncia tutti i suoi limiti espressi in questo campionato. Una squadra molle, fiacca e poco collegata tra i reparti, con una difesa lenta che le punte del Cagliari cominciano a bucare con regolarità. E così, dopo alcuni tentativi falliti da Muzzi e Oliveira, non ci si sorprende più di tanto quando, quasi allo scadere del primo tempo, il Cagliari segna il gol del pareggio. Tutto nasce da una iniziativa personale di Oliveira sulla sinistra, conclusa con un cross verso l’area. Sul pallone arriva Napoli che fa la “spizzata” di testa prolungandone la traiettoria verso Dely Valdes che, in totale solitudine, appoggia al volo in rete.
Con il pareggio la squadra meneghina barcolla e allora il Cagliari la punisce. Gli interpreti sono gli stessi di prima: Napoli allunga la palla per Oliveira a sinistra, l’attaccante si esibisce in una irresistibile serpentina e, arrivato quasi sulla linea di fondo, crossa in mezzo dove è appostato il solito Dely Valdes.
Stavolta però non c’è bisogno dell’intervento del panamense perchè Massimo Paganin arriva sulla palla con goffa approssimazione e devia nella porta del suo compagno Pagliuca, rimasto colpevolmente in porta. E’ il gol del sorpasso, sia nel punteggio che in classifica.
Per l’Inter è l’inizio di un incubo, anche perchè i giocatori del Cagliari non si fermano qui, e anche dopo il due a uno continuano a tagliare a fette la difesa nerazzurra, soprattutto con gli scatenati Muzzi e Oliveira, ma è un peccato che la mira sottoporta non sia pari alla fase preparatoria delle azioni, e così il punteggio non viene rifocillato ulteriormente.
Con questo clamoroso colpo di coda del Cagliari pare proprio che Trapattoni si ritroverà ad allenare una squadra che nella prossima stagione giocherà nella coppa Uefa.
Il Napoli, sette giorni più tardi al Sant’Elia, lo riporterà in Italia...

Inter: Pagliuca, Bergomi, Conte (58’ Bianchi), Berti, Festa, M. Paganin, Orlando, Jonk, Fontolan (58’ Dell’Anno), Bergkamp, Sosa. Allenatore: Bianchi.
Cagliari: Fiori, Pancaro, Pusceddu, Villa, Napoli, Firicano, Bisoli, Berretta, Dely Valdes (82’ Allegri), Oliveira, Muzzi. Allenatore: Tabarez.
Arbitro: Braschi di Prato.
Reti: 17’ Sosa, 45’ Dely Valdes, 56’ autorete M. Paganin.
Spettatori: 40.000 circa.

lunedì 14 novembre 2011

LE VITTORIE AL MEAZZA: INTER-CAGLIARI 1-3 (1970)

L'Inter 1970/71
(25 ottobre 1970 – Inter-Cagliari 1-3)

E' una partita a suo modo storica, che il grande Gianni Brera rese famosa perchè dopo quei novanta minuti nacque l'appellativo "Rombo di Tuono" per Gigi Riva.
Persino nel sito del campionissimo, proprio nella homepage prima della navigazione si può leggere la citazione di quel tratto di cronaca nel quale il compianto giornalista sportivo si cimentò, nelle pagine del Guerin Sportivo, nella per lui usuale prassi di coniare nuovi soprannomi per i campioni del calcio nostrano. Rombo di Tuono naque così.
Effettivamente Riva in quella partita fu davvero roboante: segnò due gol, evitò di segnare il terzo per cavalleria (la palla di Domenghini stava già entrando lentamente in rete) e fece vedere i sorci verdi ai difensori nerazzurri per tutta la gara, salvo poi risparmiarsi un pò nel finale, come per non infierire.
Il primo gol arrivò dopo soli sei minuti: punizione di estrema potenza, palla rasoterra e traiettoria angolata. Per il portiere Vieri non ci fu scampo. Al 22' ecco la seconda rete, che racchiuse velocità, potenza e precisione in un colpo solo: scambio con Greatti, Burgnich bruciato sullo scatto e diagonale in corsa (naturalmente di sinistro!) con palla spedita nell'angolino opposto, imparabile ancora una volta per Vieri. Roba da spellarsi le mani dagli applausi.
I più ricorderanno che questo gol è stato recentemente citato quando Gareth Bale del Tottenham andò a segnarne uno quasi identico nello stesso stadio e nella stessa porta in una partita di Champions League del 20 ottobre 2010 (per poco non eguagliava anche la data!), riportando alla memoria certe prodezze del mancino di Leggiuno.
Il gol di Bale, fotocopia del 2-0 di Riva al Meazza del 25/10/1970

Tornando alla partita, per l'Inter - inoltre priva di Boninsegna - fu una dura lezione, che proseguì nel secondo tempo con la rete segnata da Domenghini (l'ex di turno) e solo in parte fu mitigata dal gol della bandiera di Mazzola. Per il Cagliari fu un successo che metteva le cose in chiaro su quale fosse la squadra favorita per lo scudetto.
Poi invece il fato si travestì da giocatore austriaco (tale Hof) e qualche giorno dopo Riva ci rimise la gamba nella partita della nazionale, lasciando sul più bello il Cagliari senza il suo cannoniere. Un classico esempio, come successo poi col Napoli di Maradona, di una squadra che da scudetto diviene solo una buona squadra, quando priva del proprio campione.
E lo scudetto 1970/71? Alla fine lo vincerà proprio l'Inter.

L'infortunio di Riva ad opera di Hof (1970)



domenica 13 novembre 2011

BALLARDINI E LA RESURREZIONE DEI CENTRAVANTI


Il problema principale del Cagliari è il gol. Lo sappiamo bene. Lo sa bene anche il mister Ballardini, chiamato a risolvere questo guaio, a far funzionare i meccanismi offensivi, a portare gli attaccanti in rete.
Cosa forse non facile, forse non risolvibile con una sola modifica tattica che porti gli attaccanti rossoblù a giocare davvero di punta. Certo non è facile: nulla è automatico. Ma esiste un però. Esistono dei precedenti che dimostrano la grande capacità di Ballardini di rendere la vita "migliore" a coloro i quali viene chiesto, essendo il loro lavoro, di fare i gol, ovvero le punte. Ebbene, spulciando tra i dati delle precedenti gestioni nelle diverse squadre allenate dal tecnico ravennate scopriamo piacevoli storie.

Partiamo dalla stagione del miracolo a Cagliari. Nel 2008, l'acerbo e promettente Acquafresca nel girone di ritorno è l'uomo gol del Cagliari: realizza otto reti e tutte fondamentali.

Ballardini va poi ad allenare il Palermo. Là nasce il fenomeno Cavani che realizza ben quattordici reti. Zamparini ringrazia.
Non finisce qui. Ballardini guida poi il Genoa. Nell'organico c'è un attaccante che si dice non segni mai: è Floro Flores, da gennaio in poi segna dieci reti. Incredibile? Solo un caso? Personalmente credo di no. Ed ora sotto a chi tocca. Forza mister.

(Davide Zedda)


LE VITTORIE AL MEAZZA: INTER-CAGLIARI 1-3 (1982)



(14 febbraio 1982 – Inter-Cagliari 1-3)
Chissà quanto avrebbe guadagnato uno scommettittore clandestino (all’epoca era l’unico modo per puntare denaro sulle partite di calcio) se avesse giocato sulla vittoria del Cagliari a San Siro in questa partita. I numeri parlano chiaro: Inter terza in graduatoria a due lunghezze dalla coppia di testa (Fiorentina e Juventus) con 24 punti; Cagliari terzultimo con dieci punti di meno; Inter che non perde in casa da nove mesi (l’ultimo rovescio è dello scorso maggio, 1-2 con l’Ascoli) e, in antitesi, Cagliari che non ha ancora vinto in trasferta.
Serve altro? No, diciamo che con una bella puntata sui nerazzurri vincenti si vince poco ma si va sul sicuro. E invece...
Succede quello che nessuno si aspetta. La squadra di Bersellini forse è troppo sicura del pronostico favorevole e così snobba la formazione isolana immaginando di ridurla facilmente in polpette. Infatti conduce la partita con sufficienza, senza particolare cattiveria, come se sapesse di dover arrivare alla rete da un momento all’altro. I rossoblù sette giorni prima ne avevano prese quattro a domicilio dalla Roma, quindi la loro difesa non dà per nulla la sensazione di impenetrabilità. Ma è forse quella dissennata partita che ha fatto da insegnamento per i giocatori del Cagliari, che stavolta sono molto attenti a non scoprirsi, e quindi i giocolieri interisti (su tutti Beccalossi) soffrono parecchio la mancanza di spazi e l’aggressività del centrocampo avversario.
Ma il Cagliari non vuole solo difendersi. Quando riconquista palla fa partire l’azione in modo pericoloso, il che sorprende la squadra meneghina che ha la guardia troppo abbassata, per dirla con il linguaggio della boxe. Così, quando alla mezz’ora del primo tempo, Piras segna il vantaggio cagliaritano con una fulminea girata di destro su servizio di Quagliozzi, non ci si sorprende più di tanto.
Trovato il vantaggio, la squadra di Carosi prosegue con la stessa tattica accorta e a dire il vero ogni tanto rischia qualcosa sugli avvolgenti attacchi interisti, ma è proprio questo buttarsi avanti in massa dei giocatori in maglia nerazzurra ad aprire ulteriori spazi per i contropiedi di Marchetti e compagni. Però, a forza di macinare azioni su azioni, il pareggio arriva.
San Siro tira un sospiro di sollievo al quinto della ripresa quando Bagni sfrutta un calcio piazzato per superare Corti in mezzo agli imbambolati difensori rossoblù. Con queste squadre non si può sbagliare nulla o si viene puniti.
Il pareggio interista lascia pensare che per il Cagliari si prospetti una ripresa in trincea, a soffrire, e di conseguenza prima o poi le buschi di santa ragione. Invece le busca l’Inter.
A metà del secondo tempo infatti i cagliaritani piazzano l’uno-due che mette in ginocchio gli avversari. Al minuto diciotto si torna in vantaggio: Piras intercetta un passaggio errato di Marini e crossa prontamente per Quagliozzi, il quale tira sbilenco ma Bordon gli da una mano pasticciando sul pallone e facendoselo sfuggire fino al fondo del sacco. L’inter barcolla.
Tre minuti dopo cade al tappeto: Marchetti lancia Piras in contropiede, questi entra in area, resiste a una carica di Bini e supera Bordon con un diagonale sul secondo palo.
E per poco nel finale, con gli interisti ormai in barca, per poco non ci scappa pure la quarta rete (disperato salvataggio di Bergomi su Restelli). Meno male che sull’Inter si poteva puntare sicuri...

Inter: Bordon, Baresi, Oriali, Marini, Bergomi, Bini, Bagni, Prohaska, Altobelli, Beccalossi, Centi (63’ Serena). A disposizione: Cipollini, Bachlechner, Canuti, Pasinato. Allenatore: Bersellini.
Cagliari: Corti, Azzali, Lamagni, Restelli, Logozzo, Loi, Bellini, Quagliozzi (78’ Longobucco), Piras, Marchetti, Osellame. A disposizione: Goletti, Mura, Ravot. Allenatore: Carosi.
Arbitro: Bergamo di Livorno.
Reti: 30’ Piras, 50’ Bagni, 63’ Quagliozzi, 66’ Piras.
Spettatori: 35.000 circa.