Napoli-Cagliari 6-3
Si, proprio così. Il Cagliari entra nella storia.
Sei gol in una partita di serie A la squadra rossoblù non li aveva mai subiti. Dunque, a suo modo, per il Cagliari quella di Napoli è una partita da ricordare e consegnare agli annali.
L'erba del San Paolo per una sera si trasforma in quella di Wimbledon, e come in un match qualunque tra un Federer e un, per dire, Nadal (giusto per citare i primi che vengono in mente), il punteggio si addice più ad un set di tennis che a una partita di calcio.
Cellino aveva lasciato intendere che non era qua che andavano raccattati i punti necessari per chiudere il conto salvezza. Limitare i danni, diceva. Il fatto di lasciar fuori l'ultras Cossu proprio contro il Napoli ha dato l'impressione di un riposo cautelativo per averlo in piena forza contro il Cesena.
Ma forse neppure lui pensava che questa inutile partita del venerdi sera, dove forse si pianificava di totalizzare zero punti ma senza avere altri infortunati, si potesse trasformare in una debacle storica.
La svogliatezza e la rassegnazione son apparse le uniche caratteristiche odierne del Cagliari, inteso come squadra (squadra?). Ora ci si deve attendere invece che si sguainino le spade contro il Cesena, in una partita da vincere a tutti i costi, magari con Pinilla in campo. Se così non fosse, pomodori e uova saranno già pronti a rimpinzare i sacchi della spesa dei giocatori.
Contro il Napoli solo due sono state le note positive in una partita che probabilmente era già segnata, cioè Ibarbo e Larrivey.
Il primo è l'unico uomo dell'attacco a inventare qualcosa, e si spera che non debba più partire dalla panchina.
Il secondo è Larrivey, che si porta a casa il pallone con i suoi tre gol. Ma non illuda la tripletta: non ha fatto nulla di eccezionale se non il farsi trovare pronto quando ha avuto le palle buone; due gol su tre sono stati gentili omaggi del colombiano e della rilassata difesa napoletana. Segnare tre gol in una partita in serie A e perdipiù a Napoli non è comunque cosa di tutti i giorni; peccato che siano state tre reti inutili per via degli altri fantasmi con la stessa maglia che vagavano per il campo.
Ci si pone un'altra domanda su questa partita e sul Cagliari attuale, quello che meno di un mese fa aveva la quinta migliore difesa e che nelle ultime tre partite ha subito undici gol: Ballardini è in confusione tattica o esegue semplicemente ordini di scuderia?
La formazione iniziale di oggi ha lasciato perplessi i più, poi col tempo e con l'uscita di Nainggolan per infortunio c'è stato il consueto posizionamento fuori ruolo di alcuni giocatori (ancora Ribeiro trequartista). Confusione tattica all'eccesso insomma, che per il Napoli in versione turn over è stata come manna dal cielo. Poi però abbiamo visto entrare Gozzi al posto di Dessena e abbiamo capito che la testa è già allo scontro diretto col Cesena.
I tifosi non prenderanno molto bene questo aver snobbato la gara di Napoli cedendo le armi senza combattere.
Magari però Cellino fingerà indignazione e comincerà a metter sulla graticola Ballardini dicendo di aver sbagliato scelta (Ficcadenti, ci sei?), ma alla fine a prenderla nel di dietro saranno sempre i soliti, i tifosi, quelli che mettono i soldi per una loro passione di colore rosso e blu. Si può perdere una partita, ma a tutto c'è un limite...