venerdì 21 ottobre 2011

NAPOLI, AI VERTICI NON PER CASO


Quella contro il Napoli da diversi anni non è certo una semplice partita: la rivalità tra i rossoblù e i partenopei suscita entusiasmi e rivalità vera; una sorta di derby del sud che soprattutto negli ultimi anni ha regalato, non solo al Sant’Elia, emozioni mica da poco…
Ma andiamo a conoscere meglio la formazione partenopea. Ben guidata dal “simpatico” Mazzarri, lotta per lo scudetto e resta ai vertici della classifica da ben tre stagioni. Tante le individualità di grosso calibro, e rosa ancor più forte per via dei rinforzi estivi determinati dagli ingenti investimenti del cinematografico presidente De Laurentiis.
Al “vulcanico” Aurelio non bastavano più i vari Lavezzi, Hamsik, Gargano, Maggio e il super bomber Cavani. E allora ecco che su tutti spicca l’acquisto del fortissimo centrocampista proveniente dall’Udinese, ovvero, il leone Inler, autentico gioiello. Forte tecnicamente, dotato di un gran tiro dalla distanza, bravo nel contenimento. Insomma, davvero un ottimo giocatore. Così come fanno paura la velocità e la genialità di Lavezzi (spesso nervoso e falloso) ma soprattutto la vena realizzativa del goleador Cavani, autentico campione di nazionalità uruguaiana capace in qualsiasi momento di fare gol in ogni modo e contro chiunque. Con lui il Napoli può segnare in qualunque momento.
Tatticamente Mazzarri schiera i suoi con un 3-5-2 che però nella pratica si trasforma sempre in fase di copertura in una sorta di bunker del tipo 5-3-2.

Il Napoli è molto abile nel giocare attendendo gli avversari, restando sempre con tutti gli effettivi dietro la linea della palla, non concedendo così spazi agli avversari. Da qui parte il grande pressing per cercare di rubare palla, specie con centrocampisti e attaccanti nella prima fase difensiva, per far partire ripartente micidiali spesso guidate dal velocissimo Lavezzi (basti ricordare la partita dell'anno scorso).
In fase prettamente offensiva diviene fondamentale nella manovra dei napoletani l’utilizzo degli inserimenti degli esterni (che lasciano così la difesa a tre) e dei centrocampisti come appunto Hamsik e Maggio e l’estroso funambolo Zuniga. Dunque il Napoli è una squadra che in realtà non tende solo ad attaccare anche perché, proprio quando spinge in avanti, soffre di più gli avversari i quali se riescono a riprendere palla possono affondare e trovarsi in sovranumero così da bucare il dispositivo napoletano per via degli spazi lasciati nel perdere il possesso palla.
Napoli che ha comunque due grossi problemi in vista della partita a Cagliari: va infatti evidenziato che nell’unica occasione in cui in questa stagione Mazzarri ha applicato il turnover la scelta non si è rivelata azzeccata. Fu infatti sconfitta a Verona in casa del Chievo. Il secondo problema risiede nella possibile stanchezza fisica e mentale che i partenopei potrebbero portarsi a Cagliari visto il super impegno in coppa di pochi giorni fa contro il Bayern.
Evidenziati questi aspetti, potrebbe venir fuori una gara molto tattica. Ficcadenti, lo sappiamo, è un perfezionista sotto questo punto di vista, o forse presto scopriremo che è un integralista e quindi è plausibile pensare ad un Cagliari attendo a non scoprirsi sugli esterni, coi terzini bloccati ad eccezione di Agostini, magari coperto dalla linea di centrocampo e da Cossu alto sulla sinistra, con Conti difensore aggiunto e Biondini e Nainggolan attenti a non far ripartire gli azzurri.
Ci si gioca la vetta della classifica o quasi, speriamo sia partita aperta e che Mazzarri opti per il turnover.

Davide Zedda

giovedì 20 ottobre 2011

CAGLIARI-NAPOLI: LACRIME, VECCHI OMBRELLI E LA NEMESI DEL NOVANTESIMO

Cagliari-Napoli, "cos'e pazz".
Quando Diego Maradona era Re, più di cinquantamila riempirono il Sant'Elia per poter ammirare le sue magie e sperare in una impossibile finale di coppa Italia contro quelli che si erano appena appuntati lo scudetto sulla maglia. Era il 27 maggio 1987 e il Re fece il suo dovere, segnando il gol vittoria in una delle poche occasioni concessegli dal suo marcatore Pecoraro e proiettando il Napoli dritto alla doppietta scudetto-coppa.
Le lacrime dell'espulso Daniel Fonseca, prima idolo e poi "traditore" della tifoseria rossoblù, non impietosirono Francescoli quando, nel dicembre 1992, depositò in gol il pallone della vittoria e a Cagliari cominciarono a pensare che in coppa Uefa ci si poteva andare per davvero. Fonseca uscì dal campo tra fischi e insulti e piangente pensò a quando si sarebbe potuto vendicare.

1992/93: Herrera conclude in spaccata, Francescoli metterà in rete
Passò infatti appena un anno e ciò successe: il Cagliari che saccheggiava l'europa balbettava in campionato e l'uruguaiano coi dentoni segnò una doppietta sotto la Nord, regalando la vittoria per 2-1 alla sua squadra e omaggiando i suoi vecchi tifosi cagliaritani con un elegantissimo gesto dell'ombrello. In quell'occasione mezza curva nord rimase poi senza i nuovissimi seggiolini di Italia '90 ma nessuno di quelli riuscì a colpire Fonseca.
In Europa il Cagliari sembrava essere sul punto di tornarci nel 1995 e, dopo la vittoria sorpasso sull'Inter a San Siro, la domenica successiva ci fu aria di festa per il sigillo definitivo contro il Napoli. Pecchia si incaricò invece di zittire il Sant'Elia e di lasciare a capo chino i tifosi sardi, beffati sul filo di lana.

i tifosi cagliaritani a Napoli il 15 giugno 1997
Niente male, ma poi arrivò il 15 giugno 1997 e nulla fu più lo stesso. Vi è però il sospetto che dopo il nefasto spareggio napoletano contro il Piacenza e la conseguente retrocessione del Cagliari, gran parte degli abitanti del capoluogo isolano abbiano buttato gravissime macumbe sulla squadra partenopea. Cugurrato selvaggiamente, per dirla alla Cellino. Pur senza credere in queste cose, i fatti però raccontano di un Napoli retrocesso già l'anno successivo, così per effetto di promozioni e retrocessioni a fasi alterne da parte delle due squadre il destino ha voluto, forse per evitare contatti troppo ravvicinati e pericolosi, che non ci fosse un nuovo scontro diretto prima del 2002.
In quella occasione Cammarata e Jankulovski fissarono un 1-1 che sapeva tutto sommato di armistizio. Difatti nelle sfide in serie B degli anni successivi ci furono solo pareggi, col Cagliari sempre sofferente e in grado di raggiungere il Napoli nei minuti finali, come successe a Langella nel 2002/03 e al Loria mascherato nel 2003/04.
Poi evidentemente le macumbe cagliaritane hanno tornato a materializzarsi, così da spingere la squadra partenopea nel baratro della serie C. Prima che Matri e Conti, in quell'incredibile finale del 2008 col Napoli tornato tra i grandi, acciuffassero invece il Cagliari da quel baratro per i capelli poco prima che vi precipitasse.

Cagliari e Napoli mai banali nelle loro sfide fratricide, come se tutto fosse scritto in una sceneggiatura thrilling. Dopo quella beffa atroce del 2008 la squadra napoletana ha fatto come Fonseca tanti anni prima, inscenando la nemesi più dolorosa per il tifoso del Cagliari, aspettando per ben due volte i titoli di coda prima di sferrare il suo colpo mortale e zittire un intero stadio. Bogliacino e Lavezzi i colpevoli scoperti solo all'ultima pagina, come nei migliori film gialli.
Domenica si ricomincia. Stavolta a chi le lacrime e a chi la nemesi? Speriamo almeno di non dover portare gli ombrelli...

mercoledì 19 ottobre 2011

SERIE A, 7a GIORNATA, TUTTI I TABELLINI


CATANIA- INTER 2-0. CATANIA: Andujar, Spolli, Legrottaglie, Bellusci, Izco, Almiron, Lodi, Ricchiuti (70' Delvecchio), Marchese, Gomez (81' Catellani), Bergessio (66' Maxi Lopez). INTER: Castellazzi, Maicon, Lucio, Samuel (63' Cordoba), Nagatomo, Zanetti, Cambiasso, Stankovic (60' Alvarez), Muntari, Pazzini, Milito (60' Zarate). ARBITRO: Orsato (Schio). RETI: 6' Cambiasso (I), 47' Almiron (C), 50' rig. Lodi (C).

NAPOLI-PARMA 1-2. NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica (66' Mascara), Maggio, Gargano, Inler (85' Lucarelli), Dossena (74' Zuniga), Hamsik, Lavezzi, Cavani. PARMA: Mirante, Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Gobbi, Biabiany (66' Valiani), Morrone, Jadid (83' Blasi), Modesto (87' Santacroce), Giovinco, Floccari. ARBITRO: Mazzoleni (Bergamo). RETI: 57' Gobbi (P), 76' Mascara (N), 82' Modesto (N).
MILAN-PALERMO 3-0. MILAN: Abbiati, Abate, Nesta, Thiago Silva (79' Bonera), Antonini, Aquilani, Van Bommel, Nocerino, Robinho (66' Emanuelson), Ibrahimovic, Cassano (79' El Sharawy). PALERMO: Tzorvas, Pisano, Silvestre, Migliaccio, Mantovani, Bertolo (74' Acquah), Barreto, Della Rocca, Ilicic, Miccoli (46' Alvarez), Hernandez (66' Pinilla). ARBITRO: Valeri (Roma). RETI: 40' Nocerino, 55' Robinho, 63' Cassano.
CESENA-FIORENTINA 0-0. CESENA: Antonioli, Ceccarelli (91' Ricci), Von Bergen, Rodriguez, Lauro, Parolo, Guana, Candreva, Ghezzal (85' Livaja), Eder, Mutu. FIORENTINA: Boruc, Cassani, Gamberini, Natali, Pasqual, Behrami, Montolivo (77' Ljajic), Lazzari (65' Munari), Cerci, Santiago Silva, Jovetic. ARBITRO: Russo (Nola).
ATALANTA-UDINESE 0-0. ATALANTA: Consigli, Masiello, Manfredini (24' Capelli) Lucchini, Peluso, Schelotto (83' Marilungo), Cigarini, Padoin, Bonaventura, Moralez (67' Tiribocchi), Denis. UDINESE: Handanovic, Benatia, Danilo, Domizzi, Basta, Isla, Pinzi, Asamoah, Neuton, Torje (65' Abdi), Di Natale (79' Floro Flores). ARBITRO: Gervasoni (Mantova).
CHIEVO-JUVENTUS 0-0. CHIEVO: Sorrentino, Sardo (65' Frey), Morero (69' Mandelli), Cesar, Jokic, Bradley, Rigoni, Hetemaj, Sammarco (60' Cruzado), Thereau, Pellissier. JUVENTUS: Buffon, Lichsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo, Marchisio (69' Del Piero), Pepe, Vidal, Krasic (55' Giaccherini, 79' Estigarribia), Vucinic. ARBITRO: De Marco (Chiavari).
GENOA-LECCE 0-0. GENOA: Frey, Rossi, Dainelli, Kaladze, Antonelli, Kucka (63' Jorquera), Veloso, Birsa (77' Jankovic), Merkel, Caracciolo (63' Pratto), Palacio. LECCE: Benassi, Oddo, Tomovic, Esposito, Mesbah, Strasser, Obodo, Giacomazzi, Grossmueller (82'  Bertolacci), Ofere (70' Corvia), Pasquato (59' Cuadrado). ARBITRO: Gava (Conegliano Veneto).
NOVARA-BOLOGNA 0-2. NOVARA: Ujkani (41' Fontana), Morganella, Paci, Ludi, Gemiti, Marianini, Porcari (66' Granoche), Rigoni, Pinardi (25' Radovanovic), Morimoto, Meggiorini. BOLOGNA: Agliardi, Raggi, Portanova, Cherubin, Morleo, Pulzetti, Mudingayi, Kone, Diamanti (64' Ramirez), Di Vaio (75' Casarini), Acquafresca (78' Gimenez). ARBITRO: Doveri (Roma). RETI: 48' Ramirez, 64' Acquafresca.
LAZIO-ROMA 2-1. LAZIO: Marchetti, Konko, Andrè Dias, Biava, Radu (46' Lulic), Gonzalez (60' Mauri), Ledesma, Brocchi (75' Matuzalem), Hernanes, Cissè, Klose. ROMA: Stekelenburg, Rosi (38' Cassetti), Kjaer, Heinze, Josè Angel, Perrotta (53' Burdisso), De Rossi, Gago, Pjanic, Bojan (73' Pizarro), Osvaldo. ARBITRO: Tagliavento (Terni). RETI: 5' Osvaldo (R), 51' rig. Hernanes (L), 83' Klose (L).

CLASSIFICA: Juventus, Udinese 12; Cagliari, Lazio 11; Napoli, Palermo 10; Chievo, Catania, Parma 9; Milan, Roma, Genoa Fiorentina 8; Siena 6; Atalanta, Novara 5; Inter, Lecce, Bologna 4; Cesena 2.

martedì 18 ottobre 2011

IL VERO COSSU NON SI E' ANCORA VISTO: COLPA DEL TRIDENTE?


Sicuramente felici per il terzo posto in classifica e per il nuovo passo in avanti che ora ci vede soli al terzo posto, diventa interessante analizzare "l'integralismo" tattico del Mister Ficcadenti che domenica in parte ha fatto sì che non sia giunti ad una vittoria.
Tralasciamo anche i grandi meriti del Siena che per bocca del proprio allenatore ha ammesso di aver preparato la squadra non tanto per creare ma per distruggere la manovra dei rossoblù. Ebbene, perfetto, vanno bene queste premesse, alle quali vanno aggiunti elementi positivi come la capacità del Cagliari di non prendere gol grazie ad una delle migliori difese della serie A. E pur sottolineando anche la forza del centrocampo, una sorta di integralismo Mister Ficcadenti lo dimostra.
Mi riferisco ad alcuni fattori probabilmente chiave, che mi permetto di scrivere, ora che siamo in alto e tutto va bene, ma che potrebbero divenire un vero e proprio problema. Il Cagliari infatti non ha giocato con il solito 4-3-1-2 neppure per un minuto. Larrivey lasciato solo a combattere con gli avversari, Tiago sulla destra e in diverse occasioni perfino terzino (tra l'altro molto bravo nelle situazioni di copertura). Infine Cossu, inaccettabile sul serio, spostato prima sulla sinistra a facilitare gli inserimenti (decisamente belli e pericolosi) di Agostini, che ha per ben due volte chiamato alla parata l'estremo difensore senese e risultando così l'attaccante piu' pericoloso dei rossoblù se pur dalla distanza.
Infatti, Ficcadenti ha lasciato larghi Tiago e Cossu per contenere le possibili spinte esterne del Siena, lasciando la linea di centrocampo ferma in posizione difensiva e quindi senza alcuna possibilità di inserimento per i vari Biondini, Conti e Nainggolan. Una sorta di partita a scacchi che rischia però di proporre anche il futuro una rigidità tattica di cui parlai in tempi non sospetti, che potrebbe portare a buttare alle ortiche la grande qualità offensiva della squadra isolana e anni di automatismi che nessuno deve sognare di smontare.
Facile poi criticare prima Larrivey (abbandonato), poi Nenè che corre a vuoto e Ibarbo fatto entrare solo per far casino. Va anche bene giocare con una sola punta centrale, ma a patto che gli giri intorno una seconda punta e vi sia la capacità e l'ordine ai centrocampisti di inserirsi tra le linee, specie sulle seconde palle.
Quindi movimenti, inserimenti, manovra veloce, sponde. Domenica non si sono viste. Si e' pero' capito ampiamente che per Ficcadenti Cossu, esattamente come quando lo allenava a Verona, deve giocare esterno e compiere compiti precisi che lo vedono scendere perfino sulla linea più bassa del centrocampo e poi, per concludere in bellezza, lo sostituisce senza motivo.

Inaccettabile, incomprensibile, grave e pericoloso. Zola, Baggio, Francescoli, Cossu e tutti i maltrattati trequartisti devono sempre giocare come meglio gli piace, compete e diverte. Chiedono il cambio loro e non si umiliano nel nome della tattica a tutti i costi che ha dato buoni frutti forse solo a Zeman in qualche occasione e a Sacchi che infatti il trequartista non hanno mai saputo cosa fosse.

Davide Zedda


lunedì 17 ottobre 2011

CAGLIARI-SIENA 0-0, I VOTI

I tifosi (?!) del Cagliari 4: Ovviamente il voto non comprende chi era allo stadio e chi ogni domenica si sobbarca con passione i tornelli, gli spalti scomodi, i bagni fatiscenti e le uscite mezzo chiuse. Parliamo di chi non c'era, e non ci sarà mai, tranne che contro le solite tre, Milan, Juve e Inter. La squadra è terza, rischiava di arrivare prima vincendo contro il Siena e al Sant'Elia che si vede? I soliti 9-10 mila scarsi.
Ovviamente ognuno è libero di fare quel che vuole, e anche di guardarla in tv, o di non "voler dare i propri soldi a Cellino", o di dire che lo stadio fa schifo, e mille altre cose. Ma l'evento vissuto in prima persona è un'altra cosa, e il tifoso cagliaritano è forse troppo "mandrone", tranne che per parlare come un allenatore nei vari forum e nelle trasmissioni radiofoniche.
Peccato, neppure tanti anni fa c'era più entusiasmo (e più gente), anche se si giocava in serie C.


Agazzi 6,5: Quando è stato chiamato in causa si è fatto trovare pronto.

Pisano 6,5: Poco incisivo sulle azioni offensive, abbastanza attento a coprire. Un suo recupero miracoloso su Brienza lanciato a rete vale quasi come un gol.

Agostini 6,5: La solita corsa e un calo nel finale. Stavolta è lui il più pericoloso del Cagliari, ma in due occasioni Brkic dice no. Questo primo gol in carriera non vuole saperne di arrivare.

Canini 6,5: Preciso e puntuale nelle chiusure, qualche lancio sbagliato ogni tanto ma non è lui che deve occuparsene. Niente di nuovo, insomma: positivo come sempre.

Astori 6,5: Vale lo stesso discorso fatto per Canini col quale da qualche domenica funge da gemello di reparto. Gira uno, gira l'altro. Povero il pur bravo Ariaudo, il quale dovrà aspettare un turno di squalifica di uno dei due per riuscire a giocare una partita!

Biondini 5,5: La solita corsa a tutto campo ma spesso con fare confusionario. Troppe volte il pallone dell'ultimo passaggio è capitato tra i suoi piedi, e non è il meglio del suo repertorio.

Nainggolan 5,5: Dopo le ultime statuarie prestazioni, gioca meno bene del solito, e sbaglia più del solito. Ogni tanto può capitare anche a lui.

Conti 6: Il capitano nel primo tempo latita un pò, poi cresce nella ripresa quando il resto dei suoi compagni si addormenta.

Cossu 5,5: Troppo defilato all'inizio, poi si accentra nella sua classica posizione di trequartista ma gli spazi ristretti non aiutano la sua inventiva. La sostituzione lo rattrista, e forse sarebbe stato meglio lasciarlo di più in campo, aspettando che inventasse l'assist buono. Serve al più presto il miglior Cossu: la palla passi al mister Ficcadenti.

Larrivey 5,5: Ci risiamo. Solite sponde, lavoro sporco, qualche recupero, etc... etc... In pratica ha il numero 9 sulla schiena ma anche stavolta non fa un tiro in porta. Singolare, no?

Thiago Ribeiro 6: E' l'unico che nel primo tempo prova ad accendere la luce là davanti. Sta prendendo la mira con le conclusioni dalla distanza, le uniche che ieri potevano sbloccare la situazione. Cala nella ripresa, anche perchè si sfianca in un lavoro di contenimento che lo tiene troppo lontano dalla porta. Troppo lontano.

Ibarbo 5,5: Stavolta non produce il "casino" che disorienta gli avversari e sbaglia molti appoggi. Nel finale riesce a liberarsi sulla linea di fondo ma tenta un tiro impossibile piuttosto che crossare in mezzo dove ci poteva scappare il gol del primato. Non si fa così.

Nenè 5,5: Anche lui entra quando la partita dorme e non riesce a migliorare di molto la situazione. Almeno rispetto a Larrivey riesce una volta a tirare (di testa) in porta, ma è troppo poco.

Ficcadenti 6: Solita gestione della gara attenta agli equilibri. Magari non convince la sostituzione di Cossu con Ibarbo che non entra in un contesto ricco di spazi, ma si resta nell'ambito delle opinioni: l'allenatore è lui e nel suo credo tattico quei tre là davanti seguono un preciso iter di intercambiabilità. Senza il trequartista puro. Finchè i risultati sono dalla sua parte, nessuno osi scagliare la prima pietra!

domenica 16 ottobre 2011

USCITE DI SICUREZZA: UN OPTIONAL?



E' dall'inizio dell'attuale campionato che si nota, al termine delle partite giocate al Sant'Elia, l'anomalia dell'uscita degli spettatori dallo stadio, almeno per quanto riguarda la curva Nord.
In occasione di manifestazioni sportive con un massiccio afflusso di pubblico come quello di una partita di calcio, è regolare che il pubblico debba uscire dallo stadio con le uscite verso il viale esterno ostruite dalle transenne posizionate in modo orizzontale, così da rallentarne l'afflusso?
Questa foto è stata scattata al termine della partita contro il Siena, ma potrebbe anche appartenere al dopo gara di Cagliari-Novara, o a tante partite casalinghe della scorsa stagione. Come potete vedere, il pubblico per uscire dall'impianto di gioco, deve fare la fila come se dovesse entrare, e alcuni sono costretti a saltare la transennata. E' regolare ciò?

Il regolamento degli stadi dell'Osservatorio dello Sport recita in questo modo: 
"tutte le porte ed i portoni di uscita dello stadio, compresi tutti quelli che conducono
dalle tribune verso l’area di giuoco, devono aprirsi verso l’esterno e non devono essere
chiuse con catenaccio nel periodo di tempo nel quale gli spettatori sono presenti
nello stadio. Tutte le porte ed i portoni con tali caratteristiche devono essere sorvegliati
permanentemente da un addetto espressamente designato al compito, per evitare
gli abusi (passaggi non autorizzati e/o abusivi) e per consentire l’immediata apertura
in caso di evacuazione di emergenza. Al fine di impedire entrate o intrusioni
illegali, tali varchi potranno essere dotati di un dispositivo meccanico di chiusura in
grado di essere azionato per l’apertura semplicemente e rapidamente da parte degli
addetti che si trovano all’interno del terreno di giuoco. Essi non devono in alcun caso
essere chiusi a chiave quando gli spettatori si trovano all’interno dello stadio".

Per quanto riguarda le norme di sicurezza relative a impianti sportivi all'aperto, la via d'uscita viene definita in questo modo:
"Percorso senza ostacoli al deflusso che conduce dall’uscita dello
spazio riservato agli spettatori e dallo spazio di attivita’ sportiva
all’area di servizio annessa o all’area di servizio esterna".
Abbiamo sottolineato la frase "senza ostacoli al deflusso" che ci pare abbastanza chiara da capire. Non siamo esperti di norme di sicurezza ma ci pare allora che qualcosa non quadri al Sant'Elia. Che dice in proposito la società Cagliari Calcio?

CAGLIARI-SIENA 0-0, il tabellino

7° GIORNATA (16 ottobre 2011)
CAGLIARI-SIENA  0-0
CAGLIARI: Agazzi, Pisano, Canini, Astori, Agostini, Biondini, Conti, Nainggolan, Cossu (57’ Ibarbo), Larrivey (57’ Nenè), Thiago Ribeiro. A disposizione: Avramov, Ariaudo, Perico, Rui Sampaio, Ekdal. Allenatore: Ficcadenti.
SIENA: Brkic, Vitiello, Rossettini, Terzi, Del Grosso, Grossi (46' Mannini), Vergassola, Gazzi (74' D'Agostino), Reginaldo (65' Destro), Brienza, Calaiò. In panchina: Pegolo, Contini, Rossi, Gonzalez. Allenatore: Sannino.
Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa.
Spettatori: 10.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 14(74); Corner 4(22); Tiri in porta 6(26); Tiri fuori 4(32); Fuorigioco 0(8). Ammoniti 1(12): Canini.
(tra parentesi i totali di campionato)

OCCASIONE MANCATA


Cagliari-Siena 0-0
Alla fine, a guardare la classifica resta un pò di amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato. I risultati strani della domenica e le frenate di tutte le squadre vicine al Cagliari potevano portare la squadra di Ficcadenti in testa, in beata solitudine. Sarebbe bastato un misero golletto.
E invece così non è stato. Alla fine dai novanta e oltre minuti del Sant'Elia vien fuori un altro pareggio senza reti che per quello che si è visto in campo è da considerarsi il risultato più giusto. Il Siena è riuscito infatti ad imbrigliare la squadra di Ficcadenti dando poco spazio per le sue offensive, e alla fine le bandane di cartoncino bianco distribuite ai tifosi all'entrata dello stadio si sono rivelate inutili per centrare la vittoria. Chissà cos'altro si inventerà in seguito il presidente per sollecitare la dea bendata. Siamo comunque sicuri che le suddette bandane verranno accantonate...
Il Siena non è uno squadrone ma sin dai primi minuti fa la sua parte, facendosi preferire ai giocatori cagliaritani nel palleggio a centrocampo e risultando più veloce nelle azioni di contropiede, che mettono in apprensione Agazzi più di una volta.
Dopo il primo quarto d'ora di studio, il Cagliari esce dal guscio ma passare in mezzo alle strette maglie senesi è davvero un'impresa. Ci riesce in due occasioni Agostini, il quale si vede negare per due volte la prima rete in carriera dal portiere Brkic. Per il resto gli attaccanti non pungono: Thiago Ribeiro gioca troppo decentrato, Larrivey fa le solite sponde e il lavoro sporco ma non tira mai in porta, Cossu a sinistra non assicura lo stesso livello di pericolosità che giocando al centro dietro le punte.
Di parte toscana sono pungenti Reginaldo e Brienza, e su quest'ultimo è un miracoloso recupero di Pisano ad evitare un tiro in solitudine che poteva risultare fatale ad Agazzi.
Il primo tempo nonostante tutto non è brutto, ma nella ripresa cala anche il palleggio del Siena e la partita diventa noiosa e spezzettata. Neppure gli ingressi di Ibarbo e Nenè per Cossu e Larrivey danno la sveglia alla gara, e alla fine le occasioni migliori le ha il Siena in contropiede, con Mannini e con Destro.
Sul finire della gara Ibarbo riesce a sfuggire sulla destra al suo marcatore ma una volta arrivato sul fondo fa la scelta peggiore: tirare in porta piuttosto che appoggiare la palla in mezzo.
E così finisce con un giusto zero a zero, e il sogno di issarsi al primo posto dopo più di quaranta anni resta una chimera. E ora il Napoli.