sabato 14 gennaio 2012

CORRERE TANTO PER FAR PUNTI A TORINO


E domani, la vecchia signora.
Il Cagliari scenderà in campo contro la Juventus che ospiterà i rossoblù nel nuovissimo impianto di proprietà bianconera: lo Juventus Stadium. I giocatori bianconeri guidati dal simpaticissimo Conte (che contro di noi segnava spesso), saranno tutti a disposizione tranne lo squalificato Chiellini. Bene!
Della Juventus si è già parlato alcuni giorni fa in questo blog, definendola una grande che gioca con la voglia e l'atteggiamento di una provinciale. I ragazzi di Conte sono ancora imbattuti, e in casa non hanno però conosciuto solo vittorie, dove ad esempio il Bologna impose il pari.
Per il Cagliari non c'è nulla da perdere, ma Ballardini lancia la sfida e prepara per tutta la settimana la squadra per quella che sulla carta sembra una gara impossibile. Lo era anche nel febbraio 2009 e anche in quel caso con Ballardini in panchina finì, al Comunale, 1-1.
Il mister, molto chiaramente, ha fatto capire che i suoi ragazzi andranno a Torino per fare la loro partita e studia una soluzione tattica volta alla velocità e alle ripartenze. Sa perfettamente che la Juve non attacca in maniera scriteriata e a testa bassa, ma anzi si chiude quando gli avversari provano ad imporre il gioco.
In fase offensiva, ha notato molto bene il mister rossoblù, i bianconeri applicano una sorta di 4-2-4 che coinvolge in fase di impostazione sia gli esterni che le due punte centrali. Anche i due centrocampisti vanno ad inserirsi e sulle palle da fermo si spingono in avanti persino i difensori centrali.
L'idea del mister è semplice: difendersi ordinati, pressing a tutto campo, rubare palla e partire in velocità con i bianconeri a quel punto scoperti. Dovrebbero quindi giocare in avanti Ibarbo in coppia con El Kabir, e Cossu alle loro spalle. Rapidità di esecuzione, attaccanti in grado di saltare l'uomo, Cossu ad inventare. E ancora: gioco in verticale, pochi passaggi per cercare di arrivare davanti alla porta difesa da Buffon.
Fantasia e imprevedibilità per portare punti a casa.

(Davide Zedda)

venerdì 13 gennaio 2012

NAINGGOLAN-JUVENTUS, E SE FOSSE GIA' TUTTO DECISO?



Forse qualcuno ricorderà una vecchia barzelletta, nella quale un tizio partito per le vacanze, riceveva la notizia dall'amico che gli guardava la casa, che il suo gatto era caduto dal tetto, morendo?
Si, proprio quella, che proseguiva con il rimprovero dello sgomento padrone del micio all'amico che non era stato un campione di tatto, spiegandogli che avrebbe dovuto dargli la notizia gradualmente, per meglio attutire il colpo. Tipo: il primo giorno il gatto è salito sul tetto e non vuole scendere. Il giorno dopo è caduto e si è gravemente ferito, e ora è dal veterinario che lo sta curando. E così via, fino alla notizia vera, quella del decesso, alla quale il padrone del felino si sarebbe abituato giorno dopo giorno, senza ricevere la "mazzata" a caldo.
Ecco, le notizie apparse in questi giorni su alcuni media isolani (e poi a seguire anche non isolani) della stessa famiglia sull'interessamento per Nainggolan fanno tornare in mente proprio quella barzelletta, neppure troppo divertente, per la verità.
Del fatto che la società bianconera fosse interessata allle prestazioni del belga indonesiano se ne parla già da tempo, e quindi non è una novità. Non è neppure una novità che non sia solo la Juve ad appetirlo, ma anche altri prestigiosi club quali Milan, Manchester City o Cska Moska, giusto per citarne alcuni.
Allora, qual'è la notizia? Dove sta la notizia? Perchè se ne riparla ora (proprio della Juve), quando se ne era già parlato anche mesi fa?
Ci viene un sospetto, che forse non è così campato in aria: sarà mai che il "capo supremo" rossoblù abbia già definito tutto, (d'accordo anche con il giocatore che magari preferirebbe restare in Italia... sai, la famiglia...) e che stia facendo diffondere la notizia gradualmente, alla maniera dell'amico che non voleva sapere subito della morte del gatto, per poi arrivare giorno dopo giorno al fatto compiuto e alla notizia definitiva? Vale a dire: Nainggolan come Matri, a gennaio già a Torino.
Magari alcuni giornalisti più vicini al presidente già sanno, ma non possono "parlare subito", pena l'ostracismo e l'esilio dalle cose e dalle case rossoblù.
Sono solo "supposizioni" (forse), e per scoprire se a pensar male ci si azzecca, non ci vorrà tanto tempo: il 31 gennaio è più vicino di quello che sembra.

giovedì 12 gennaio 2012

LO STRANO CASO DEL "LARRY"


Da quando è arrivato a Cagliari ha sempre diviso la tifoseria rossoblù.
C'è chi lo ama e lo difende e chi invece non ha dubbi: non è calciatore adatto alla causa del Cagliari, forse potrebbe al massimo giocare in Lega Pro. Parliamo di Joaquim Larrivey, professione attaccante, aspirante bomber.
Storia particolare quella dell'argentino, El Bati, chiamato così nel suo paese per la somiglianza, obiettivamente solo fisica, con il grande campione ex viola Batistuta. Cellino lo scopre quando proprio in Argentina nel 2006 Larrivey gioca nell'Huracan, squadra di seconda divisione (la serie B italiana per intenderci). Gli piace, e nel 2007 arriva a Cagliari per specifica volontà del presidente rossoblù.
Viene presentato con grande entusiasmo: arriva da una stagione da protagonista, ben 20 reti. Comincia ad allenarsi, segna tanto sia in allenamento che nel pre campionato. I compagni di squadra ne sono entusiasti. Forte fisicamente, difficile da arginare dicono...
Comincia il campionato, in panchina siede Giampaolo, Larrivey è titolare. Si procura un rigore contro la Juve, colpisce un palo la giornata successiva contro il Parma. Continua a giocare: non segna, non colpisce più pali, non si vede quasi in campo, finisce in panchina ma entra sempre a partita in corso.
Cellino allontana Giampaolo e chiama Sonetti. L'argentino piace anche al vulcanico tecnico di Piombino e Larrivey ritorna titolare. Continua a far male, non segna, non partecipa alla manovra, non tira e non stoppa una palla. I maligni cominciano a dire che Cellino, orgoglioso e deluso, imponga di farlo giocare. Il Cagliari è in rovina, la serie B sembra scontata, via Sonetti, il presidente chiama per la seconda volta a guidare i rossoblù Davide Ballardini.
E Larrivey? Titolare. Allora e vero, lo pretende Cellino, è la voce che gira sicura. Gol fatti? Zero. Anche Ballardini capisce che è ora di mandarlo in panca specie dopo la gara in casa della Juve finita 1-1, dove Larry (lo si chiama ormai così), dimostra di non essere cosa, si mangia un gol impossibile solo davanti al portiere tirando però dal limite dell'aria. Il ragazzo è in crisi, forse non è pronto per la serie A, forse è questione di ambientamento.
Finalmente a fare i gol ci penserà Acquafresca in quella che ricorderemo come la stagione della salvezza miracolosa. Ma ecco che arriva il gran giorno per fare festa. All'ultima di campionato il Cagliari è già salvo, ospita la Reggina al Sant'Elia per una sorta di festa comune per la salvezza ottenuta in maniera incredibile anche dai calabresi. Ballardini schiera titolare Larrivey e sotto la sud Joaquin segna il gol del vantaggio iniziale esultando timidamente a mani giunte in segno di scusa per i tifosi. Un bel gesto, in tanti gli vogliono comunque bene.
Inizia la nuova stagione, Cellino richiama Giampaolo in panchina e Larrivey? Subito titolare e in gol alla prima di campionato contro la Lazio. Gol del vantaggio, ma la gara poi la vince la formazione romana per 1-4 .
Inizia, o continua, dipende dai punti di vista il peggioramento dell'argentino. Non ne indovina davvero nessuna. Finisce prima in panchina, poi in tribuna, poi in prestito in Argentina. Finalmente, osserva la maggioranza dei tifosi cagliaritani, ma Larry continua ad avere estimatori, davvero curiosa l'intera vicenda.

Il ritorno

Ceduto solo in prestito da un Cellino che non vuole perdere la sua personale scommessa, Larrivey rientra in Sardegna per la successiva stagione. Abile e arruolato, e titolare. La maggioranza dei tifosi si dispera, i pochi estimatori sperano...
In panchina siede Allegri, come sempre Larry parte titolare. Combina poco, siede quindi spesso in panchina ma segna, prima un gol nell'incredibile gara contro il Napoli finita poi 3-3, e "addirittura" sigla una doppietta in casa contro il Livorno segnando perfino con un pallonetto dai 45 metri.
Eccolo, dicono i suoi sostenitori, ecco quanto è forte Larrivey, vedrete ora, vedrete nelle prossime gare. Non si vedrà più nulla, una meteora, tre gol in campionato, cinque in totale e tutti in casa. Due gol regolari, poi annullati, a dire al vero li fece anche in trasferta, rispettivamente contro Siena e Lecce. È anche sfigato...
E via di nuovo panchina e tribuna e qualche partita giocata subentrando in corsa specie nei momenti della disperazione. Il Cagliari di Allegri è forte, e con davanti Matri, Acquafresca e Cossu alle loro spalle, spazio per l'argentino davvero non se ne trova.
Finita? Sembra di sì per la gioia di quasi tutti. Passa un anno, si arriva quindi all'estate 2011 e Larrivey ritorna. Vuole dimostrare a tutti quanto vale, è molto determinato.
Parte bene e realizza in Coppa Italia ben 3 gol contro l'Albinoleffe, esagerato! Visto che è forte? Ma no, è un bidone, rispondono coloro che proprio non ne possono più di rivederlo nel Cagliari. Come sempre parte titolare, gradito da Donadoni ma anche da Ficcadenti, segna in casa contro il Novara (di giorno 17), segna ancora e contro il Genoa arriva a quota tre reti realizzando il gol del vantaggio dal dischetto mentre mezzo stadio gli fischiava contro. I fischi mentre si batte un rigore per la tua squadra non li merita nessuno.
Dai Larrivey, tieni duro e segna ancora, magari a Torino domenica contro la Juve. Così Cellino potrà dire per l'ennesima volta: "ve l'avevo detto"!

(Davide Zedda)

SERIE A, 17a GIORNATA, I TABELLINI

ATALANTA-MILAN 0-2. ATALANTA: Consigli, Masiello, Ferri, Manfredini, Peluso, Schelotto (79’ Gabbiadini), Cigarini, Carmona (71’ Bonaventura), Padoin, Marilungo (56’ Tiribocchi), Denis. MILAN: Abbiati, Zambrotta, Thiago Silva, Mexes, Bonera, Nocerino, Van Bommel, Boateng, Emanuelson, Pato (68’ Robinho), Ibrahimovic. ARBITRO: Rizzoli (Bologna). RETI: 22’ rig. Ibrahimovic, 82’ Boateng.

BOLOGNA-CATANIA 2-0. BOLOGNA: Gillet Raggi, Loria (37’ Cherubin), Antonsson, Pulzetti, Perez, Mudingayi, Morleo, Diamanti (63’ Ramirez), Acquafresca (81’ Gimenez), Di Vaio. CATANIA: Campagnolo, Bellusci, Legrottaglie, Alvarez, Izco, Almiron, Lodi, Barrientos (73’ Bergessio), Marchese (64’ Llama), Gomez (46’ Biagianti), Maxi Lopez. ARBITRO: Romeo (Verona). RETI: 50’ Cherubin, 91’ Di Vaio.

INTER-PARMA 5-0. INTER: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo, Zanetti, Thiago Motta, Cambiasso (58' Poli), Alvarez (72' Coutinho), Pazzini, Milito (76' Faraoni). PARMA: Mirante, Zaccardo, Paletta, Brandao, Gobbi, Biabiany, Morrone (60' Pereira), Galloppa (68' Musacci), Modesto (55' Pellè), Floccari, Giovinco. ARBITRO: Giannoccaro (Lecce). RETI: 13’ Milito, 18’ Thiago Motta, 41’ Milito, 56’ Pazzini, 79’ Faraoni.

LECCE-JUVENTUS 0-1. LECCE: Benassi, Oddo, Tomovic, Esposito, Cuadrado, Obodo (82’ Corvia), Giacomazzi, Strasser (5’ Olivera), Mesbah, Muriel, Di Michele (73’ Pasquato). JUVENTUS: Buffon, Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Vidal, Pirlo (87’ Marrone), Marchisio, Pepe (85’ De Ceglie), Quagliarella (23’ Matri), Vucinic. ARBITRO: Bergonzi (Genova). RETE: 28' Matri.

NOVARA-FIORENTINA 0-3. NOVARA: Ujkani, Morganella, Paci, Centurioni, Gemiti, Marianini, Porcari, Rigoni, Mazzarani (50' Pinardi), Meggiorini (50' Rubino), Caracciolo (67' Granoche). FIORENTINA: Boruc, Gamberini, Natali, Nastasic, Cassani (85' De Silvestri), Behrami, Montolivo, Salifu (79' Kharja), Vargas, Jovetic, Ljajc (67' Lazzari). ARBITRO: Damato (Barletta). RETI: 20' rig. Jovetic, 42' Montolivo, 49' Jovetic.

PALERMO-NAPOLI 1-3. PALERMO: Benussi, Munoz, Silvestre, Cetto, Balzaretti, Della Rocca (46′ Acquah), Barreto, Migliaccio, Vazquez (46′ Alvarez), Miccoli, Budan (68′ Mehmeti). NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Maggio, Inler, Gargano (72′ Dzemaili), Dossena, Hamsik (77′ Zuniga), Pandev (82′ Chavez), Cavani. ARBITRO: Mazzoleni (Bergamo). RETI: 34′ Pandev (N), 54′ Cavani (N), 60′ Hamsik (N), 89’ Miccoli (P).

ROMA-CHIEVO 2-0. ROMA: Stekelenburg, Taddei, Juan, Heinze, Josè Angel, Simplicio (68' Gago), De Rossi (79' Greco), Pjanic, Lamela, Totti (88' Caprari), Bojan. CHIEVO: Sorrentino, Frey, Andreolli, Cesar, Jokic, Luciano, Bradley, Hetemaj (81' Rigoni), Thereau (82' Uribe), Pellissier, Paloschi (59' Moscardelli). ARBITRO: Russo (Nola). RETI: 34' rig. e 78' rig. Totti.

SIENA-LAZIO 4-0. SIENA: Pegolo, Angelo, Rossettini, Terzi, Del Grosso, Grossi (49' Mannini), Gazzi (67' Codrea), Bolzoni, Brienza, Destro (84' Reginaldo), Calaiò. LAZIO: Bizzarri, Scaloni (47' Carrizo), Biava, Stankevicius, Radu, Sculli (80' Diakitè), Ledesma, Cana (46' Gonzalez), Lulic, Cissè, Klose. ARBITRO: Gervasoni (Mantova). RETI: 11' Destro, 35' rig. e 49’ rig. Calaiò, 81' Destro.

UDINESE-CESENA 4-1. UDINESE: Handanovic, Benatia, Danilo (85' Ferronetti), Domizzi, Basta, Isla, Pinzi, Asamoah, Armero (86' Pasquale), Floro Flores, Di Natale (83' Fabbrini). CESENA: Antonioli, Comotto, Von Bergen, Rodriguez, Lauro, Parolo, Guana, Ceccarelli (68' Rossi), Mutu, Candreva (67' Colucci), Eder. ARBITRO: Gava (Conegliano). RETI: 1' Di Natale (U), 39’ Eder (C), 53' Asamoah (U), 74' Basta (U), 82’ Di Natale (U).

CLASSIFICA: Juventus, Milan 37; Udinese 35; Lazio 30; Inter 29; Roma, Napoli 27; Catania 22; Cagliari, Fiorentina, Genoa, Palermo 21; Atalanta, Chievo 20; Parma 19; Bologna, Siena 18; Cesena, Novara 12; Lecce 9.

mercoledì 11 gennaio 2012

QUANDO SI VINCEVA A TORINO: 2) JUVENTUS-CAGLIARI 2-3, 2008/09


(31 gennaio 2009 – Juventus-Cagliari 2-3)

E’ un Cagliari in forma smagliante, quello che va a far visita alla Juventus nell’anticipo della terza di ritorno. I rossoblù sono reduci da un inizio del 2009 in grande spolvero, con il pareggio di San Siro contro la lanciatissima Inter alla riapertura dei giochi e tre vittorie consecutive, tra le quali spicca la goleada rifilata a domicilio alla Lazio appena sei giorni prima.
Le speranze per una gran partita ci sono, ma in pochi forse avrebbero immaginato che la squadra di Allegri sarebbe stata capace di vincere la quarta partita consecutiva del mese gi gennaio proprio sul campo della squadra bianconera.
La “Vecchia Signora” conta molto su questa sfida per non perdere troppo terreno dall’Inter capolista, ma alla fine la sua tattica scriteriata, che le farà subire addirittura due reti in contropiede quando si trovava in vantaggio, si rivelerà la sua condanna.
Pronti e via! Fa molto freddo in campo ma le due squadre si riscaldano subito, affrontandosi a viso aperto sin dai primi minuti di gioco, lasciando intravedere che per nessuna delle due sarà facile prevalere sull’altra.
Potrebbe colpire per due volte la Juventus nei primi minuti, ma la mira di Legrottaglie prima e di Sissoko poi, è imprecisa. Al primo affondo invece, al quarto d’ora, passa il Cagliari: Fini crossa in mezzo dalla trequarti e in area spunta Biondini che impatta di testa il pallone e supera Buffon con una conclusione angolata e imparabile.

0-1: Biondini
E’ un prologo forse clamoroso, ma il Cagliari di questi tempi non sorprende più di tanto. I giocatori con la scaramantica maglia rossa corrono tanto da un mese a questa parte, e dopo il vantaggio prendono in mano il possesso del gioco, lasciando poca iniziativa ai bianconeri per il tentativo di rimonta.
E invece alla mezz’ora, anche in questa occasione un pò a sorpresa, è la Juventus a pareggiare: Sissoko vola in cielo e di testa supera Marchetti sfruttando al meglio un calcio d’angolo battuto da Del Piero. Riottenuto il pareggio nel miglior momento del Cagliari, la squadra di Ranieri forza i tempi per operare il sorpasso e, otto minuti dopo l’uno a uno, riesce nell’intento, grazie a Nedved (ancora in gol contro il Cagliari, come nella passata stagione) che sfrutta con un destro dal limite una corta respinta della difesa rossoblù, un pò distratta in questa occasione.
Il primo tempo si chiude con la squadra di casa in vantaggio di una rete, ma vista la buona partita del Cagliari si ha la sensazione che le emozioni non siano finite in soli quarantacinque minuti.
Sensazione che si rivela azzeccata, visto che dopo nove minuti della ripresa il Cagliari pareggia. Con la Juventus scriteriatamente in attacco nel tentativo di chiudere la partita, i rossoblù puniscono lo sbilanciamento avversario costruendo un contropiede micidiale: Canini lancia Cossu in profondità, quest’ultimo rifinisce per Jeda e il brasiliano non lascia scampo a Buffon, uscitogli disperatamente incontro.

2-2: Jeda
Per ora è un ottimo pareggio e la partita è divertente. Magari un pò meno per gli juventini.
Chi si aspetta un assalto bianconero col Cagliari in trincea nei minuti successivi, si ricrede velocemente. La squadra di Allegri concede poco agli attacchi avversari, vicini al gol soltanto in occasione di mischie in area, e riprende a giocare da par suo, fiutando la grande impresa.
E come un esperto giocatore di poker, si prepara a punire l’incauto avversario che rilancia con un bluff. Il bluff viene “scoperto” a tredici minuti dalla fine, e il controrilancio rossoblù è letale per la Juventus. Tutto comincia e finisce da Matri, e dura pochi secondi: quest’ultimo intercetta sulla trequarti cagliaritana un errato passaggio bianconero e rilancia prontamente verso Lazzari che, con la difesa juventina ancora una volta sbilanciata, gli restituisce il pallone verso il centro dell’area, dove l’attaccante fulmina per la terza volta Buffon.
E’ il gol dell’incredibile vittoria che riscrive la storia e riscalda i cuori dei tifosi rossoblù in una gelida notte torinese.

2-3: Matri
Juventus: Buffon, Mellberg, Legrottaglie, Chiellini (66’ Grygera), Molinaro, Marchionni (65’ Iaquinta), Sissoko, C. Zanetti (21’ Marchisio), Nedved, Amauri, Del Piero. A disposizione: Chimenti, De Ceglie, Poulsen, Trezeguet. Allenatore: Ranieri.
Cagliari: Marchetti, Pisano, Bianco, Canini, Agostini, Fini (85’ Parola), Conti, Biondini, Cossu (65’ Lazzari), Acquafresca (60’ Matri), Jeda. A disposizione: Lupatelli, Matheu, Astori, Larrivey. Allenatore: Allegri.
Arbitro: Banti di Livorno.
Reti: 16’ Biondini, 30’ Sissoko, 38’ Nedved, 54’ Jeda, 77’ Matri.
Spettatori: 22.000 circa.

QUANDO SI VINCEVA A TORINO: 1) JUVENTUS-CAGLIARI 1-2, 1968/69


(10 novembre 1968 - Juventus-Cagliari 1-2)

Scopigno-Heriberto Herrera due a uno. Buona parte del prestigioso successo cagliaritano al Comunale di Torino è infatti farina del sacco del “filosofo” che, con la sua squadra in palese difficoltà per quasi tutto il primo tempo di fronte allo strapotere juventino, da abile stratega ha mischiato le carte fino a rivoltare completamente partita e risultato.
L’incontro non comincia nel migliore dei modi, per il Cagliari. La squadra bianconera infatti parte subito in quarta, attaccando con molti elementi e rendendo la vita assai difficile alla difesa isolana, che non riesce ad arginare le continue iniziative offensive, in particolare dello scatenato Haller.
E’ proprio il biondo tedesco, molto ispirato in questa domenica, a realizzare la rete del vantaggio bianconero già dopo sette minuti: angolo di Favalli e stacco vincente di Haller, con Albertosi che può solo guardare la palla gonfiare la rete.
Il gol è la logica conseguenza di quello che si è finora visto in campo; Haller è imprendibile per Cera, suo diretto marcatore, sulle ali sia Longo che Longoni soffrono gli spunti di Favalli e Leoncini, Martiradonna e Niccolai fanno quello che possono ma si ritrovano troppo spesso in inferiorità numerica.
E qua entra in scena Scopigno. Accortosi del fatto che Cera, da marcatore diretto, si rivelava inadeguato a limitare la vivacità di Haller, decide mischiare le carte. Così lo libera da compiti di marcatura spostandolo davanti alla difesa e piazza Nenè a guardia del tedesco. Sono le (ignare) prove generali di ciò che accadrà nella stagione successiva nella difesa del Cagliari che, a causa dell’infortunio di Tomasini, vedrà Cera arretrare nel ruolo di libero e conquistare così anche la nazionale grazie alla inedita (e moderna, alla Beckenbauer) interpretazione del ruolo.
Per ora l’esperimento serve per placare la furia juventina, e con Nenè a seguire come un’ombra il principale costruttore del gioco bianconero, i positivi effetti non tardano a venire. Col passare dei minuti infatti i centrocampisti cagliaritani prendono sempre più spazio in mezzo al campo, e così anche le due bocche da fuoco, Riva e Boninsegna (cinque gol a testa nelle prime sei giornate), si trovano meno isolati là davanti.
La prima fase della rimonta scatta al minuto trentacinque. Longoni batte una punizione e la palla giunge a Brugnera il quale conclude prontamente, anche se in maniera non troppo forte. Anzolin si tuffa ma non riesce a bloccare la palla, che lentamente si dirige proprio dove staziona Riva, pronto a sfruttare un eventuale errore del portiere avversario. L’errore arriva e l’attaccante rossoblù non ci pensa un attimo: la palla gli capita sul destro ma non c’è tempo per stoppare e passarla sul piede “buono”, col rischio che qualche difensore recuperi. Così allunga proprio il piede “sbagliato” e l’impatto con la palla è ugualmente efficace, perchè la stessa prende ugualmente potenza e angolazione, non lasciando scampo ad Anzolin, che può solo guardarla finire sotto la traversa.
Per la Juve il pareggio è una doccia fredda, e così il tecnico argentino prova a organizzare una pronta riscossa avanzando la posizione di Del Sol, ma ottiene scarsi risultati pratici, con l’unico effetto di creare numerose azioni caotiche che vanno puntualmente a sbattere contro il muro difensivo eretto da Scopigno.
Al contrario il Cagliari si fa sempre più pericoloso quando riparte, e all’inizio del secondo tempo Riva potrebbe già effettuare il sorpasso, ma Anzolin gli nega la rete con due prodezze in altrettante occasioni. In pochi casi i bianconeri riescono a liberare gli attaccanti per il tiro, e quando ci riescono, è Albertosi a negare la rete a Del Sol.
A diciassette minuti dalla fine il Cagliari mette in atto il blitz torinese in casa di una squadra che non ha ancora subito sconfitte in campionato. L’azione è velocissima: Nenè recupera un pallone e serve Brugnera, questi lancia Riva verso l’area bianconera e il numero undici ingaggia un duello con Salvadore per riuscire a liberarsi al tiro. Il difensore bianconero non si fa sorprendere ma un rimpallo favorisce ancora Riva, il quale con la coda dell’occhio vede l’incedere impetuoso di Boninsegna che aveva seguito l’azione; gli porge la palla e Bonimba conclude di prima intenzione e con potenza, lasciando partire un tiro angolato che supera per la seconda volta Anzolin.
E’ il gol vittoria, e Scopigno ha dato una lezione di tattica ad Heriberto Herrera. Non è finita, tra sette giorni la stessa sorte toccherà al “mago” Helenio a Roma.

Juventus: Anzolin, Salvadore, Leoncini, Bercellino, Castano, Del Sol, Favalli, Benetti, Anastasi, Haller, Zigoni. Allenatore: Heriberto Herrera.
Cagliari: Albertosi, Martiradonna, Longoni, Cera, Niccolai, Longo, Nenè, Brugnera, Boninsegna, Greatti, Riva. Allenatore: Scopigno.
Arbitro: Torelli di Milano.
Reti: 7’ Haller, 35’ Riva, 73’ Boninsegna.
Spettatori: 70.000 circa.

JUVE, LA BLASONATA CHE GIOCA DA PROVINCIALE


La vittoria sul Genoa ha riportato un pizzico di fiducia nell'ambiente, e il presidente Cellino ha colto la palla al balzo, affermando che l'attacco del Cagliari va bene così e non ci saranno ulteriori innesti in questo settore fino a qui deficitario.
Già, deficitario, perchè tre gol segnati ai genoani non devono far pensare che i problemi del reparto offensivo si siano risolti in una sola partita. Lo stesso Ballardini ha d'altronde affermato nelle interviste del dopo partita che i suoi ragazzi avrebbero dovuto avere più cattiveria sotto porta, per chiudere prima la partita. Un uomo incontentabile il mister rossoblù? No, probabilmente conosce molto più di noi pregi e difetti dei giocatori che sta allenando e dunque ha una certa voce in capitolo sull'argomento.
Ma quanto al fatto che non ci saranno altre operazioni di mercato, trattandosi di Cellino, c'è da aspettarsi che succeda il contrario di quello che lui solitamente afferma. Si potrebbe pensare che sia matto, e pur se spesso spara a vanvera (non è l'unico nel mondo del calcio) è molto più probabile che stia depistando. Da qui al 31 gennaio aspettiamoci di tutto, e magari anche un nuovo centravanti. Chissà!
Ma ora c'è la Juventus. Per la prima volta il Cagliari giocherà nel nuovo e avveniristico stadio bianconero, che tutti vorrebbero prendere come esempio da imitare. Uno stadio per ora amuleto, visto che dall'esordio la squadra bianconera non ha ancora perso una partita.
Sarà l'occasione giusta per la loro prima sconfitta in campionato? Non avendo doti di preveggenza, ci limitiamo a pensare che il Cagliari di fine 2011 non avrebbe scampo, ma questo nuovo magari se azzecca la partita e se gli avversari giocheranno sottotono, qualche speranza di fare un bel piacere al Milan la possano avere.
Però la Juventus è un osso duro per tutti. Il primato in classifica col Milan è un normale obolo al proprio blasone, ma in realtà la squadra bianconera è una grande che gioca come una provinciale. Dove questa accezione non deve essere considerata un difetto, bensì l'esatto contrario.
Ha un organico inferiore al Milan e anche alla stessa Inter, ma ha la fame di chi ha mangiato sterco negli ultimi anni e alcuni giocatori che non hanno mai vinto nulla e sentono il fiuto di far parte di un progetto calcistico che potrebbe far cambiare la loro carriera.
Conte è uno juventino nell'animo e il suo arrivo, a nostro parere tardivo (vero, dirigenza bianconera?) ha dato quel qualcosa in più nello spirito combattivo a chi pensava di dover vincere per forza solo perchè porta il nome Juventus. L'ossatura della squadra è in larga parte composta da italiani, e rispetto ad altre big il reparto avanzato è composto da attaccanti italiani (escluso Vucinic) con tanta voglia di giocare gli europei, come Matri o il nuovo arrivato Borriello, un giocatore forse troppo spesso sottovalutato. In pratica la Juventus potrebbe rappresentare l'ossatura della prossima nazionale agli europei ucraino-polacchi, se pensiamo a Buffon, Chiellini, Pirlo, Bonucci (che non ce ne voglia ma non appare superiore al cagliaritano Astori), il sempre più forte Marchisio, magari il rigenerato Pepe e gli attaccanti Matri, Borriello e lo sfortunatissimo Quagliarella. Ce ne siamo dimenticati qualcuno?
La Juve sembra una squadra mai doma, capace di combattere anche nelle partite che sembrano meno propizie. Basti pensare alla rimonta di Napoli, dall'1-3 al 3-3 sfruttando anche la stanchezza dei partenopei.
D'altronde 17 partite senza sconfitte non possono essere considerate solo un caso. Per certi versi la Juventus attuale ricorda un pò quella di Lippi del 1994/95, combattiva, arcigna e affamata dopo nove anni di digiuni e vacche magre. Bella e sbarazzina come sanno essere le provinciali che non hanno nulla da perdere.
In pratica, col Cagliari sarà partita aperta perchè, si può star certi, i bianconeri non snobberanno l'avversaria ma giocheranno come se fosse una finale, l'ennesima di questo loro campionato. Questo è lo spirito di Conte, trasmesso ai suoi ragazzi. Che i giocatori del Cagliari ne tengano conto...

lunedì 9 gennaio 2012

CAGLIARI-GENOA 3-0, I VOTI


Agazzi 6: Poco lavoro da sbrigare per una domenica tranquilla. Ai limiti del senza voto.

Pisano 6,5: Finalmente tonico per quasi tutta la gara e maggiormente propositivo in avanti rispetto agli ultimi tempi. Che fosse solo un problema di condizione e di corsa?

Agostini 7: E meno male che era in dubbio per questa gara! Fa tutta la fascia sinistra più volte, è ispirato e fa arrivare molti palloni in mezzo. In uno di questi fa un mezzo gol. Lo aspettiamo per il gol finalmente "intero".

Astori 7: Che dire? Ci perdoni il pur bravo Ariaudo, ma con lui in difesa è tutta un'altra storia. E' lui il miglior acquisto di gennaio per il Cagliari.

Canini 6,5: Blocca i timidi attaccanti genoani e con Astori in campo lascia intravedere più sicurezza.

Dessena 7: Non smette mai di correre, tampona, imposta e combatte. Ottimo rientro.

Ekdal 7: Nel ruolo di Conti non sfigura, anzi... Gioca un'ottima gara piena di quantità e qualità, e i suoi piedi buoni servono come il pane al centrocampo rossoblù. Alla fine esce sfinito dopo aver dato tutto.

Nainggolan 7,5: Non c'è nulla da fare: è un giocatore da top team. Corre senza fermarsi mai, arpiona palloni su palloni, distribuisce con sapienza, ogni tanto tenta la botta da fuori. Se andrà via (speriamo non a gennaio) che lo si sostituisca degnamente.

Cossu 7: Senza il miglior Cossu non si va molto lontano. E lui torna quello che era: imprevedibile, fantasioso, decisivo dalla trequarti in su. Procura il rigore dell'1-0, lancia Ibarbo per il raddoppio, e imposta su Agostini per il cross del terzo gol. Serve altro?

Ibarbo 7,5: Se ha spazio diventa devastante. Finalmente ha l'occasione della sgroppata giusta sul lancio di Cossu e non fallisce il gol del 2-0. In più procura ammonizioni agli avversari, l'espulsione di Moretti, e tante altre buone iniziative. Bravo.

Larrivey 6: Si prende il macigno del rigore dell'1-0 tra qualche contestazione al suo indirizzo, e dimostra che le palle le ha eccome. Ma per il resto: fallisce due facili occasioni, una glie la leva sulla linea Frey, certi suoi controlli sono da oratorio, e spesso pasticcia negli appoggi. Lui è questo, prendere o lasciare.

Biondini 6: Entra nella ripresa e fa appieno il suo dovere, con la consueta professionalità. E pazienza se qualche smemorato dagli spalti lo fischia. Evidentemente sei anni di onorato servizio in maglia rossoblù non bastano per ottenere il rispetto che si merita...

El Kabir 6,5: Bentornato! E speriamo che stavolta duri... Inventa un tiro dopo una girata che Frey gli devia in corner. Giusto per ripresentarsi ai tifosi.

Ballardini 7: Ottime scelte. E stavolta i giocatori lo seguono e rendono per quanto lui vorrebbe.

CAGLIARI-GENOA 3-0, il tabellino


17° GIORNATA (8 gennaio 2012)
CAGLIARI-GENOA  3-0
CAGLIARI: Agazzi, Pisano, Canini, Astori, Agostini, Nainngolan (86’ Ariaudo), Ekdal (80’ Biondini), Dessena, Cossu, Ibarbo (83’ El Kabir), Larrivey. A disposizione: Avramov, Ceppelini, Gozzi, Thiago Ribeiro.  Allenatore: Ballardini.
GENOA: Frey, Mesto, Granqvist, Dainelli, Moretti, Constant (70’ Antonelli), Seymour, Kucka (35’ Jorquera), Rossi, Gilardino, Jankovic (83’ Merkel). A disposizione: Lupatelli, Pratto, Sampirisi, Ze Eduardo. Allenatore: Marino.
Arbitro: Celi di Bari.
Reti: 12' rig. Larrivey, 56' Ibarbo, 71’ aut. Granqvist.
Spettatori: 6.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 18(246); Corner 7(81); Tiri in porta 5(67); Tiri fuori 9(79); Fuorigioco 1(42). Ammoniti 2(35): Agostini, Ekdal.
(tra parentesi i totali di campionato)

domenica 8 gennaio 2012

SANT'ELIA ESPUGNATO: ERA ORA!



(Cagliari-Genoa 3-0)

Era dal famigerato 17 settembre che i tifosi del Sant'Elia attendevano questo momento.
Tre gol tutti in una volta, tanti quanti i rossoblù ne avevano segnato in casa finora, e una prestazione confortante di quasi tutta la squadra: con questi elementi il futuro appare meno grigio.
Ci si attendeva a dire il vero un Genoa molto più valido, ma a quanto pare il problema dei grifoni non era Malesani. Forse Preziosi è convinto di aver costruito una corazzata che punti alla Champios, ma con Palacio fuori il complesso genovese ha dato l'impressione di essere una squadra tutt'altro che di prima fascia, e l'isolamento di Gilardino per quasi tutta la gara ne è stata la riprova.
Per il Cagliari dovevano arrivare tre punti a tutti i costi per mettere "contante" in cassaforte prima di un poker di partite di livello semi proibitivo (Juventus, Fiorentina, Milan e Roma), e finalmente ciò è successo. D'altronde le serie negative sono fatte per essere interrotte, così come quelle positive.
Nella partita di oggi ha aiutato molto il piglio iniziale della squadra, con un Cossu apparso da subito più ispirato e fantasioso. E' infatti lui a procurarsi il rigore che dopo dodici minuti spiana la gara verso i binari auspicati da Ballardini. Larrivey si prende la responsabilità di sbloccare il punteggio e lo fa tirando il rigore con freddezza e precisione.
Passato in vantaggio, il Cagliari finalmente si libera delle sue paure e nel proseguo della partita cominciano ad intravedersi certi accenni di gioco fluido e una maggiore intraprendenza nelle azioni offensive. Il centrocampo tutto piedi buoni (Ekdal, Nainggolan e Dessena, ottimo esordio per lui) funziona e ne beneficiano pure i terzini, più propensi a spingersi in avanti. E infatti finalmente si vede qualche cross.
Ma è soprattutto la corsa, quella che mencava in precedenza, ad aver fatto capolino nel prato del Sant'Elia. Ergo: il movimento senza palla è apparso più armonico. O meglio: finalmente c'era qualcuno che si muoveva senza palla, piuttosto che fare la statua che la attende nei piedi.
Il gol di Ibarbo su un  contropiede (finalmente!) azzeccato, con Cossu che lancia il colombiano e quest'ultimo che brucia il difensore per deviare freddamente alle spalle di Frey regala tranquillità alla squadra cagliaritana, che con una buona iniezione di fiducia comincia a giocare sul velluto e dimostra che l'organico non è così malvagio, almeno in attesa di veder risvegliati gli attaccanti. Larrivey, rigore a parte, ancora una volta non ha convinto, e ha divorato due altri palloni facili davanti alla porta.
Ma nel frattempo rientra in campo El Kabir, e ci sarà tempo per saggiare le sue doti realizzative. Non c'è invece bisogno di saggiare le doti di Astori, che torna dopo la lunga assenza e gioca da par suo, alla grande, risultando il miglior acquisto di gennaio per la squadra di Ballardini.
In mezzo a tutto questo brodo di giuggiole di un 3-0 quasi inaspettato (almeno per il punteggio) ci mancava solo il gol di Agostini. Ma i tabellini non gli assegneranno la rete, e il suo cross deviato nella propria porta da Granqvist varrà solo come mezza rete. O rete morale. O come dir si voglia. 
Play It Again, Ago!

NIENTE SCUSE: TRE PUNTI SUBITO!


Oggi contro il Genoa è ora di finirla coi discorsi dell'"ho visto la squadra in crescita", del "ci è mancato solo il gol" o "ho visto i ragazzi determinati".
C'è poco da girarci intorno: servono 3 punti. Subito. Immediati. Da spendere nella classifica che comincia a destare alcune preoccupazioni.
Un motivo ulteriore per conquistarli? Dopo questa partita ci saranno le trasferte contro Juventus e Milan, e si giocherà in casa contro Fiorentina e Roma. Considerando contro le due "reginette" con la maglia a righe sarà difficile far punti e non solo per la loro superiorità tecnica (l'aiutino per loro ci scappa sempre...) e Fiorentina e Roma, pur se discontinue, sono sempre brutte clienti, è meglio mettere subito fieno in cascina in questa prima partita del nuovo anno.
Fatelo per quei fedelissimi che questo pomeriggio andranno a sfidare il vento per vedervi e sostenervi, perchè tifano Cagliari e basta, e non le due di cui sopra...
Fate un benedetto gol (meglio se più di uno) perchè non è ammissibile che una squadra in casa sia stata capace di segnare appena tre reti. Fate questo gol, anzi, questi gol, perchè nel 2011 avete vinto con la Lazio a febbraio, poi avete vinto a settembre col Novara e sarebbe ora di vedere una nuova vittoria su questo campo che si sta tristemente abituando agli 0-0.
Avete scoperto che le cugurre non c'entrano. Siete voi che entrate in quel campo, e voi che dovete vincere. Noi ce la metteremo tutta per aiutarvi, per quel che possiamo fare. Non deludeteci.