domenica 18 novembre 2012

UN PARI DA RIMPIANGERE


Inter-Cagliari 2-2

Non illuda il finale arrembante dell'Inter e le paratone di Agazzi nel recupero: è il Cagliari a dover rimpiangere il pur buon pareggio al Meazza.
Sembrerà strano affermare ciò, anche in virtù del fatto che nel finale il contatto tra Ranocchia e Astori, non sanzionato con il calcio di rigore (non riusciamo a credere a ciò: sarà l'arbitro juventino?), ha destato il solito vespaio di polemiche (e relativa espulsione di Stramaccioni) e che ora televisioni e giornali ci vivisezioneranno i cosiddetti testicoli per una settimana intera con l'esposizione al pubblico ludibrio dell'arbitro che ha osato fare un simile affronto a una delle grandi. E siccome non c'è limite al peggio, aspettiamoci i consueti piagnistei del povero tartassato Mazzarri per la prossima gara col Napoli, tanto ormai a questi patetici teatrini ci si è abituati.
Tralasciamo appunto tutto ciò, e pensiamo a prima che Astori deviasse, alla maniera del miglior Niccolai d'annata, il pallone del pareggio interista a nove minuti dalla fine. Appunto pensando a tutto ciò che era successo prima del fatidico 2-2, cresce il rimpianto per un Cagliari che, con un pò di cattiveria in più, avrebbe potuto di nuovo vincere in casa interista (cosa che non succede dal 1995, ai tempi di Oliveira e Dely Valdes) e dare una svolta alla sua stagione, con l'iniezione di buonumore di un'impresa in casa di una grande che è diventata merce sempre più rara negli ultimi anni.
Nel primo tempo il possesso palla rossoblù parla di un divario 60-40 per cento, con Handanovic pronto a negare la rete al Cagliari in tre occasioni, prima di capitolare alla conclusione ravvicinata di Sau. Nella ripresa c'è stato più equilibrio, anche nelle occasioni da rete, ma dopo il raddoppio dello stesso Sau, c'è stata l'impressione che si sarebbe potuta (e dovuta) chiudere la gara con gli spazi concessi dai difensori interisti e con i contropiede sempre più frequenti.
Un vero peccato, perchè con attaccanti come quelli neroazzurri il rischio di subire una rete è sempre dietro l'angolo, e dunque è sempre meglio premunirsi con qualche altra rete di vantaggio. Invece poi c'è stata la sfortunata deviazione di Astori, e da quel momento è nato l'assedio, favorito anche dal fatto che i rossoblù giocavano praticamente in dieci uomini, con Pinilla dolorante e nessun cambio disponibile.
E alla fine resta un punto, pur buono, e la consapevolezza di essere una squadra con la S maiuscola, con giocatori che sanno cosa fare col pallone, un portiere che a parte certe uscite para praticamente tutto, e un attaccante (sardo perdipiù) che si scopre davvero forte.
La sensazione è che il Cagliari possa ancora migliorare. Tra otto giorni ne sapremo di più.