Come
volevasi dimostrare.
Tirando le somme dopo dodici giornate il Cagliari versione
zemaniana si comporta esattamente come le squadre zemaniane: tanti gol fatti,
tanti gol subiti. Finora il bilancio è di perfetta parità (venti gol fatti e
venti subiti) ma la classifica piange assai, con quei soli undici punti in
saccoccia, figli della cattiva distribuzione delle due uniche, esagerate
vittorie finora conquistate.
Sarebbe
bastato tenere per altre partite alcuni degli otto gol rifilati a domicilio ad
Empoli e Inter per avere una posizione più consona agli applausi fin qui
ottenuti.
I
rossoblù hanno segnato tantissimo in trasferta (14 reti) e poco in casa (appena
6 volte), e ciò non è un dato casuale. In casa loro le avversarie sono più
tenute ad attaccare, lasciando maggiori spazi per le veloci ripartenze degli
attaccanti isolani, ed ecco spiegati i tanti gol e le tante occasioni create in
campi di squadre un po’ ballerine in difesa come Inter, Empoli, Lazio e Napoli
(tredici gol fatti in tutto). Solo per puro caso in questa lista non entra il
Verona, ma anche quella partita, esclusi pali, traverse, gol annullati e scarsa
mira degli attaccanti, sarebbe potuta finire tranquillamente 3-3.
Perché,
nonostante questa mole offensiva, il Cagliari stenta a decollare in classifica
e spesso si fa bloccare sul pari, soprattutto in casa? Il discorso è che, come
ben sa Zeman, la sua squadra non è capace di difendere o comunque di gestire un
risultato.
Dicendo
ciò non si scopre l’acqua calda, ma anzi va a contraddire alcuni addetti ai
lavori che nelle ultime affermavano che il nuovo corso zemaniano è più accorto
in difesa. Ciò può essere all’apparenza vero, ma i numeri sbugiardano
assolutamente questa tesi.
I venti gol subiti (cioè la seconda peggior difesa
dietro il Parma) sono la dimostrazione palese che il Cagliari può difendersi
solo attaccando, con il maggior possesso palla possibile e meglio ancora se
rifila più di un gol di vantaggio all’avversaria, riducendo così il rischio di
rimonta (vedi Empoli e Inter). Questo perché, così come può segnare in
qualsiasi momento della gara, può anche subire un gol in qualunque momento.
Le
ingenuità difensive, a volte imbarazzanti (vedi gol di Osvaldo, Gabbiadini,
Higuain, giusto per citarne solo alcune), si ripeteranno ancora durante la
stagione, è inutile girarci intorno. Giusto per capirci, le ultime tre squadre
di Zeman, per non andare troppo a ritroso, hanno concluso con questo “score” di
reti segnate e subite: Foggia 2010/11, 67 gol realizzati e 58 subiti (in 34
gare), Pescara 2011/12, 90 realizzati e 55 subiti (in 42 gare), Roma 2012/13
(prima dell’esonero), 49 realizzati e 42 subiti (in 23 gare).
A
quanto pare, la tendenza attuale con il Cagliari sembra essere la stessa. In
conclusione: per salvarsi o comunque fare un campionato onorevole bisognerà
segnare tanti gol. E comunque almeno uno in più delle avversarie.