lunedì 29 settembre 2014

UN NUOVO VECCHIO CAGLIARI


Inter-Cagliari 1-3

Alcuni anni fa pubblicai un libro che narrava di partite indimenticabili giocate dal Cagliari nella sua storia. Di quelle che hanno fatto dire a chi le ha vissute, dal vivo o meno, la fatidica frase: "io c'ero!"
Il libro uscì nel 2010, quindi la narrazione si conclude necessariamente con partite tipo il 2-0 alla Juventus nel novembre 2009 (quello della bomba di Nenè, per intenderci). Era il Cagliari di Allegri, Marchetti, Matri, Biondini e via dicendo, forse l'ultimo che sia riuscito in qualche modo a far divertire i tifosi prima di perdersi nell'anonimato di una salvezza conquistata troppo presto.
Successivamente c'è stato ben poco che avrebbe potuto uscire in questo libro. Forse qualche partita di due stagioni fa, di quelle eroiche giocate in uno stadio vuoto, con Cellino in gattabuia e Pulga-Lopez in panchina, e i giocatori capaci di sorprendere con una serie di vittorie casalinghe senza pubblico come quelle con Fiorentina, Torino e Inter. 
Insomma, in queste stagioni anonime concluse come uno scolaro intraprendente ma che ha poca voglia di studiare e quindi si accontenta del canonico "6", c'è stato ben poco che per i tifosi cagliaritani sia valso la pena ricordare.
E poi è arrivata questa incredibile goleada del Meazza contro l'Inter, dove non si vinceva da 19 anni e mai si erano fatti quattro gol (neppure ai tempi di Riva), e allora si che questa partita sarebbe finita dentro il libro, se solo fosse stato ancora in stampa.
Il calcio è strano. Fino a tre giorni prima ci si metteva dubbi (legittimi) se il nuovo corso scelto dalla nuova dirigenza non fosse troppo azzardato, con un allenatore come Zeman il quale, quando sbaglia la stagione (e i giocatori su cui puntare), raramente arriva a mangiare il panettone. Onestamente col Torino questi dubbi hanno preso sempre più corpo, vedendo una squadra senza idee e nerbo, lenta e prevedibile, e nel vedere alcuni giocatori tra i nuovi come inadeguati alla serie A. 
Nel momento più difficile ecco che finalmente i giocatori hanno giocato come avrebbe voluto l'allenatore. E' stato un piacere vedere il Cagliari di ieri al Meazza, capace di giocare un calcio spumeggiante come non si vedeva da tempo.
I tifosi che fino a ieri si mostravano catastrofici, ora si esaltano come se adesso il Cagliari sia diventato all'improvviso uno squadrone. Si sa, il tifoso è una categoria di essere umano tra le più volubili.
E allora facciamo alcune considerazioni, che non servono per sminuire la storica vittoria di ieri, ma per restare coi piedi per terra e ricordare che il campionato di serie A è ancora molto lungo:
1) Come l'Atalanta alcune settimane fa fu favorita da un gol a freddo che complicò i piani dei rossoblù, stavolta è stato il Cagliari a segnare in avvio, giovandosi poi dell'espulsione di Nagatomo. A volte sono piccoli episodi che mettono una partita nella direzione voluta. Poi, sia chiaro, quella direzione bisogna anche meritarsela...
2) La squadra è stata molto rinnovata e il modulo è cambiato, ma a "tirare la carretta", in attesa della crescita dei tanti giovani in rosa, è ancora la vecchia guardia. Ieri, escluso Conti, in squadra c'erano sette elementi dell'anno scorso, e a spazzare via la squadra di Mazzarri sono stati proprio loro: Ekdal, Cossu, Dessena, Ibarbo, Sau. Per ora il solo Crisetig sembra convincere, gli altri devono ancora far vedere di che pasta sono fatti.
A giudicare dalla ieri, Zemanlandia pare aver (finalmente) riaperto i battenti a Cagliari. Il tempo dirà se si tratta di un fuoco di paglia o di un nuovo capolavoro di provincia del boemo.