sabato 18 febbraio 2012

UDINESE: RULLO COMPRESSORE AL FRIULI


Domani in notturna il Cagliari andrà a giocare sul difficile campo della quarta forza del campionato, l’Udinese. I friulani, specie in casa, sono davvero fortissimi.
Una sola sconfitta contro il Milan, soltanto un pari con la Juventus e per il resto vittorie e bel gioco. Tra le mura amiche è la squadra con il miglior rendimento non solo in virtù dei risultati e del gioco espresso ma anche nei numeri, in merito alle reti: 23 gol fatti e solo 7 subiti.
Guidati dal tecnico Guidolin, da diverse stagioni i bianconeri si trovano ad occupare le zone alte della classifica. Nella passata stagione, esprimendo senza ombra di dubbio il miglior calcio in Italia, dopo un testa a testa emozionante con la Lazio sono riusciti a centrare uno storico quarto posto aggiudicandosi la grande chance di disputare il preliminare per la qualificazione alla fase finale della Champions League.
L’urna del sorteggio non è stata benevola con Di Natale e compagni che hanno trovato sulla loro strada l’Arsenal. Troppo forti gli inglesi e bianconeri eliminati e declassati in Europa League. Proprio ieri hanno affrontato per l’andata dei sedicesimi di finale il Paok Salonicco dominando la gara ma pareggiando per zero a zero.
Il Cagliari, in gran forma, arriverà al Friuli con il vantaggio di aver potuto preparare la gara per tutta la settimana e in tutta serenità. Ballardini dovrà però sopperire all’assenza di Conti per squalifica e dovrà valutare le condizioni fisiche di Cossu e Pisano.
Guidolin forse, e lo speriamo, dovrà fare a meno del super bomber e capocannoniere della serie A, Totò Di Natale, autentica macchina da gol, e che reti!
Ma l’Udinese è forte a prescindere. Davanti c’è pur sempre Floro Flores e la qualità complessiva della formazione bianconera farebbe tremare chiunque. In porta il fortissimo Handanovic, in difesa giocatori del calibro di Benatia, Coda e Domizzi. In mezzo al campo l’estro e la velocità di Hasamoah, e poi Isla, Pinzi e Pazienza.
In attacco se non gioca Di Natale, il mister Guidolin può contare, non solo come detto su Floro Flores, ma anche su Barreto e Torje. Possesso palla, sovrapposizioni, verticalizzazioni, gioco sulle fasce e tutto in velocità.
L’Udinese è davvero una grande squadra. Servirà il miglior Cagliari possibile.

(Davide Zedda)

SERIE A, RECUPERI 21a GIORNATA


PARMA-JUVENTUS 0-0.
PARMA: Pavarini, Zaccardo, Ferrario, Lucarelli (77’ Santacroce), Biabiany (68’ Jonathan), Morrone, Mariga, Valiani (54’ Musacci), Modesto, Floccari, Giovinco.
JUVENTUS: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner (88’ Caceres), Vidal, Pirlo, Marchisio, Estigarribia (58’ Giaccherini), Vucinic, Matri (68’ Quagliarella).
ARBITRO: Mazzoleni (Bergamo)
(*giocata il 15/02/2012)

ATALANTA-GENOA 1-0.
ATALANTA: Consigli, Lucchini, Stendardo, Manfredini, Peluso, Schelotto (60’ Bonaventura), Brighi, Cigarini (82’ Cazzola), Carrozza, Denis, Gabbiadini (66’ Marilungo).
GENOA: Frey, Rossi, Carvalho, Granqvist, Constant, Kucka, Veloso (71’ Belluschi), Biondini (81’ Jorquera), Jankovic (85’ Zé Eduardo), Palacio, Sculli.
ARBITRO: Doveri (Roma)
RETE: 78’ Marilungo.
(*giocata il 15/02/2012)

venerdì 17 febbraio 2012

QUANDO A UDINE SI GRIDO' FINALMENTE: SERIE A!


(14 giugno 1964 - Udinese-Cagliari 1-1)

Dieci anni dopo il disgraziato spareggio di Roma contro la Pro Patria, arriva finalmente il giorno della promozione in serie A. Per il Cagliari non è stata una cavalcata trionfale: buono l’inizio di torneo, il periodo invernale fa invece registrare la consueta flessione e una considerevole perdita di posizioni.
Con l’arrivo della primavera la squadra di Silvestri torna a sbocciare e grazie a una serie di risultati positivi si porta a ridosso delle prime tre, Varese, Padova e Foggia.
In A ne saliranno tre, quindi è necessario scalzarne almeno una. Nelle ultime cinque giornate una mano al Cagliari la dà il Padova, che si suicida perdendo partite decisive e facendosi scavalcare in terza posizione. Alla penultima giornata i rossoblù vanno a giocare a Udine, in casa di una squadra che ha disperato bisogno di punti per non scendere nell’abisso della serie B, mentre gli euganei hanno un turno apparentemente più agevole, in casa contro la Simmenthal Monza.
Per il Cagliari è una partita di pura sofferenza, perchè l’Udinese gioca sin dai primi minuti con il coltello fra i denti e mette sotto assedio l’area avversaria. In particolare diventa imprendibile per i difensori cagliaritani lo svedese “Raggio di Luna” Selmosson,  non più giovanissimo dopo i fasti di Roma e Lazio ma sempre veloce e dotato di un tiro micidiale. Già al 26’, da un suo calcio d’angolo potrebbe segnare De Cecco, ma il suo colpo di testa sfiora il palo. Sono le prove generali per il vantaggio friulano, segnato subito dopo - guardacaso - dalla freccia svedese: ricevuta palla da Del Zotto sulla sinistra, evita Greatti con una finta e da una ventina di metri conclude a rete con potenza. Colombo è sorpreso dal tiro improvviso e tocca solo la palla ma non può impedire che la stessa finisca in rete.
Per il Cagliari si mette male, ma non troppo, visto che il Padova all’Appiani prosegue nel suo harakiri primaverile perdendo per 1-0 contro la Simmenthal. Nel frattempo, al Friuli, i ragazzi di Silvestri vedono i sorci verdi; Selmosson imperversa e Colombo deve fare gli straordinari per evitare il raddoppio, come al 44’ quando salva in corner su una conclusione ravvicinata di Sestili, servito dal solito “Raggio di Luna”. All’inizio della ripresa non cambia il copione, è la solita sfida Selmosson-Colombo. Stavolta ha la meglio il portiere cagliaritano (al 5’) deviando con la punta delle dita un calcio di punizione dell’ala bianconera.
Nel frattempo il Padova aveva ottenuto il pareggio, per risubire la rete del Monza dopo poco più di dieci minuti del secondo tempo. I giocatori friulani invece, dopo aver speso tante energie per mettere sotto assedio l’area del Cagliari per ottenere un solo gol, cominciano ad avvertire la stanchezza. Riva e compagni quindi cominciano a togliere fuori la testa e a prendere possesso del gioco, minuto dopo minuto. E così nei minuti successivi è il portiere Colovatti a rischiare quando prima Cappellaro e poi Torriglia vanno molto vicini al pareggio.
La supremazia cagliaritana prende concretezza a nove minuti dalla fine grazie al suo giocatore più giovane, il dicianovenne Riva che, su cross di Longo, salta al centro dell’area e di testa batte Colovatti. Il gol fa scattare l’esultanza degli oltre mille tifosi isolani giunti al Friuli.
Dopo un primo tempo denso di errori e sofferenza, è comunque un pareggio meritato. E i rossoblù quasi allo scadere potrebbero anche fare il bottino pieno, ma Torriglia, giunto davanti alla porta, si fa respingere il tiro da Colovatti.
La promozione è comunque cosa fatta: il Padova perde e così Cagliari e la Sardegna sportiva possono festeggiare, pur con dieci anni di ritardo, l’arrivo tra i grandi del calcio italiano. 

Udinese: Colovatti, Bernardi, Valenti, Tagliavini, Burelli, Del Negro, Selmosson, De Cecco, Andersson, Del Zotto, Sestili. Allenatore: Eliani.
Cagliari: Colombo, Martiradonna, Spinosi, Mazzucchi, Vescovi, Longo, Tiddia, Cappellaro, Torriglia, Greatti, Riva. Allenatore: Silvestri.
Arbitro: Gambarotta di Genova.
Reti: 26’ Selmosson, 81’ Riva.
Spettatori: 4.000 circa.

SERIE A, 23a GIORNATA, I TABELLINI

LAZIO-CESENA 3-2. LAZIO: Marchetti, Konko, Biava, Zauri, Lulic, Ledesma, Matuzalem, Gonzalez, Hernanes, Candreva (46’ Kozak, 83’ Scaloni), Klose. CESENA: Antonioli, Comotto, Rodriguez, Lauro, Ceccarelli, Santana (70’ Guana), Colucci, Parolo, Pudil (63’ Del Nero), Iaquinta (58’ Rennella), Mutu. ARBITRO: Romeo (Verona). RETI: 13’ Mutu (C), 33’ rig. Iaquinta (C),  52’ Hernanes (L), 60’ Lulic (L), 63’ Kozak (L).

UDINESE-MILAN 1-2. UDINESE: Handanovic, Benatia, Danilo, Domizzi, Basta, Isla (61’ Pasquale), Pazienza (88’ Torje), Fernandes, Armero, Abdi, Di Natale (75’ Floro Flores). MILAN: Amelia, Abate, Mexes, Thiago Silva, Mesbah, Emanuelson, Ambrosini, Nocerino (66’ Maxi Lopez), Seedorf, El Shaarawy, Robinho (88’ Bonera). ARBITRO: Bergonzi (Genova)RETI: 19’ Di Natale (U), 77’ Maxi Lopez (M), 85’ El Shaarawy (M).

ATALANTA-LECCE 0-0. ATALANTA: Polito, Stendardo, Lucchini (49’ Raimondi), Manfredini, Schelotto, Brighi, Carmona (57’ Cazzola), Peluso, Moralez, Marilungo (70’ Gabbiadini), Denis. LECCE: Julio Sergio, Oddo, Esposito (51’ Di Matteo), Miglionico, Cuadrado, Blasi, Giacomazzi, Delvecchio, Brivio, Bojinov (58’ Muriel), Di Michele (84’ Bertolacci). ARBITRO: Gervasoni (Mantova).

CATANIA-GENOA 4-0. CATANIA: Kosicky, Motta, Legrottaglie, Spolli, Marchese, Izco (64’ Biagianti), Almiron (72’ Ricchiuti), Lodi, Gomez, Barrientos (68’ Llama), Bergessio. GENOA: Frey, Mesto, Granqvist, Kaladze, Rossi, Belluschi, Birsa (50’ Jorquera), Biondini, Jankovic (66’ Veloso), Palacio (74' Zè Eduardo), Sculli. ARBITRO: Giacomelli (Trieste). RETI: 7’ rig. Lodi, 49’ e 52’ Barrientos, 63’ Bergessio.

INTER-NOVARA 0-1. INTER: Julio Cesar, Zanetti, Lucio, Cordoba, Chivu (70’ Nagatomo), Stankovic, Poli (63’ Forlan), Cambiasso, Alvarez (46’ Pazzini), Sneijder, Milito. NOVARA: Ujkani, Dellafiore (59’ Morganella), Lisuzzo, Centurioni, Garcia, Porcari (46’ Pesce), Radovanovic, Gemiti (65’ Paci), Jeda, Rigoni, Caracciolo. ARBITRO: Russo (Nola). RETE: 56’ Caracciolo.

NAPOLI-CHIEVO 2-0. NAPOLI: De Sanctis, Grava, Aronica, Britos, Zuniga, Gargano, Inler, Dossena, Hamsik (68’ Maggio), Lavezzi (89’ Vargas), Cavani (77’ Pandev). CHIEVO: Sorrentino, Sardo, Andreolli, Acerbi, Dramè, Luciano (75’ Vacek), Bradley (75’ Rigoni), Hetemaj, Thereau, Pellissier, Paloschi (61’ Moscardelli). ARBITRO: Gava (Conegliano). RETI: 15’ Britos, 38’ rig. Cavani.

SIENA-ROMA 1-0. SIENA: Pegolo, Vitiello, Terzi, Rossettini, Del Grosso, Giorgi (77’ Parravicini), Vergassola, Gazzi, Brienza, Destro (83’ Grossi), Calaiò (70’ Angelo). ROMA: Stekelenburg, Rosi, Juan (46’ Kjaer), Heinze, Josè Angel, Simplicio (68’ Bojan), Viviani, Pjanic, Totti (59’ Osvaldo), Borini, Lamela. ARBITRO: Rocchi (Firenze)RETE: 51’ rig. Calaiò.

BOLOGNA-JUVENTUS e PARMA-FIORENTINA: rinviate per neve.

CLASSIFICA:
Milan 47; Juventus 45; Lazio 42; Udinese 41; Inter 36; Roma 35; Napoli 34; Palermo 31; Cagliari, Genoa 30; Fiorentina 28; Catania, Parma, Chievo 27; Atalanta 24; Siena 23; Bologna 22; Lecce 18; Cesena, Novara 16.

mercoledì 15 febbraio 2012

E' META' FEBBRAIO: NON SI SMETTA DI GIOCARE


La salvezza per il Cagliari si avvicina. La fatidica quota quaranta punti sembra davvero alla portata dei rossoblù e pare obiettivamente raggiungibile in tempi brevi.
Un Cagliari ritrovato, vincente, divertente, completo e reso "quadrato" grazie all'arrivo di Pinilla che tanto piace e che tanto sicuramente riuscirà ancora a dare in termini di gol e di impegno. Con lui l'attacco ha assunto una fisionomia precisa, lì davanti finalmente tutto funziona.
Il Cagliari segna, gioca bene, diverte. E così ci si lascia alle spalle i tanti zero a zero e la tanta noia. Si dimenticano i visi tristi delle gestioni Bisoli, Donadoni, Ficcadenti. Ballardini non aveva la bacchetta magica, ma grazie al suo lavoro, alla sua grande competenza, ha pian piano plasmato la squadra rendendola forte e compatta. Sono tornati i sorrisi sui visi dei calciatori che in più di un'occasione hanno liberamente esternato quanto sia piacevole lavorare con il mister ravennate.
Il gruppo sorride ed è unito, tutti giocano per il bene della causa comune riuscendo ad essere capaci di compensare, grazie a questo spirito positivo e la grande determinazione, ad infortuni improvvisi, alcuni cronici, assenze per squalifica, e superando anche la tristezza di giocare in uno stadio che non esiste più onorando e rendendo merito ai cinque-seimila eroi sempre presenti al Sant'Elia.
Proprio per questi tifosi sarebbe triste, davvero inaccettabile, se una volta raggiunta la salvezza (probabilmente vista la situazione in coda alla classifica basteranno trentasette punti per rimanere nella massima serie) si rivedesse il film degli ultimi anni. Si, appena il Cagliari ha raggiunto la salvezza abbiamo visto nelle passate stagioni una squadra che ha sempre smesso improvvisamente di giocare e ha incominciato a regalare punti a chiunque, destando brutti sospetti e intristendo gli eroici tifosi rossoblù che non meritano davvero mai più un simile atteggiamento, non si sa da chi dettato, e che tanti danni ha portato all'immagine della squadra che calcisticamente parlando rappresenta un intero popolo.
Non fermarsi insomma, non mollare. Affidiamo questa preghiera non tanto alla società e al presidente ma a Ballardini, uomo vero, persona seria, che certamente non si piegherà ad incomprensibili logiche antisportive. Chiediamo a lui di trasmettere al gruppo la voglia, gli stimoli e la forza, affinché il finale di campionato sia una festa condita da gol, prestazioni, vittorie e divertimento, pur consapevoli che la conquista di un posto in Europa appare oggi un sogno impossibile.
Restare coerenti ed essere sportivi per bene, persone per bene, uomini per bene, è ciò che dobbiamo pretendere dal gruppo perché anche nello sport la dignità non può avere un prezzo. Di nessun tipo. Senza scuse, massimo impegno.

(Davide Zedda)

martedì 14 febbraio 2012

CAGLIARI, PREDICARE NEL DESERTO


Dodici punti e tre vittorie nelle ultime sette partite, quelle del 2012. Una sola sconfitta, a Milano sponda rossonera: ci poteva stare.
Sono questi i numeri del Cagliari più recente, numeri che narrano di una squadra in ripresa, con nuovi innesti che si stanno rivelando un fattore trainante e alcuni vecchi rientrati dall'infermeria a rendere la squadra più forte e concreta.
E poi c'è lui, Davide Ballardini, tornato quattro anni dopo sul "luogo del delitto" che gli fece da trampolino di lancio per panchine più prestigiose. Ballardini non è un rivoluzionario e non propina chissà quali novità o schemi astrusi per arrivare al successo. E' un pragmatico e si sforza di sfruttare al meglio il materiale umano che ha a disposizione. Come successe quattro anni fa, con la resurrezione di una pattuglia di giovani calciatori sfiduciati e quasi rassegnati al limbo della B.
Ha fatto alcune volte strorcere il naso con delle modifiche sul finale di gara che lasciavano pensare all'intenzione di rispolverare il vecchio catenaccio tanto caro a certi vecchi allenatori del belpaese. E' successo con la Juventus, con la Roma, un pò col Palermo. Ma alla fine ha avuto ragione lui e il risultato è stato sempre portato a casa.
Il Cagliari comincia a piacere, e vedendone le partite ci si sta divertendo un pò di più, ultimamente. I nuovi arrivati ci stanno mettendo entusiasmo e motivazione, fame e voglia di emergere o riscattarsi. Con questi ingredienti e questo modo di essere, chi paga per vederti giocare può anche accettare un'eventuale sconfitta se però hai dato tutto fino alla fine.
Peccato solo per una cosa. La matassa inestricabile. Il labirinto nel quale sei entrato e dal quale non riesci a trovare l'uscita. Il campo di gioco, che poi è quello che deve contenere un pubblico, il più numeroso possibile. Peccato davvero non avere uno stadio.
Perchè di questo si tratta ormai. Il Cagliari e i suoi tifosi non hanno più uno stadio. Il Sant'Elia è come quel malato terminale al quale non hanno ancora staccato i cavi che lo tengono in vita come un vegetale. E' morto e nessuno è andato a terminarne l'agonia.
Dopo vent'anni senza che un medico prescrivesse le medicine per i suoi acciacchi ricorrenti, ha cessato praticamente di avere attività vitali, tenuto su questo mondo solo da qualche deroga raccattata qua e là con cadenza bisettimanale.
E nel frattempo si guarda morire solo e quasi vuoto, sofferente nel pensare ai tempi che furono, mentre a chi dentro vi gioca non resta altro che predicare nel deserto.


domenica 12 febbraio 2012

CAGLIARI-PALERMO 2-1, VIDEO

(12/02/2012) Cagliari-Palermo 2-1



CAGLIARI-PALERMO 2-1, LE PAGELLE


Agazzi 7,5: Le sue due parate su Ilicic nel primo tempo (sullo 0-0) e su Hernandez nella ripresa (sull'1-0) valgono altrettanti gol. Alla faccia dei suoi detrattori.

Perico 5,5: Sostituire all'improvviso Pisano quando sapeva di doversi sedere inizialmente in panchina lo ha reso spaesato. Non ha prodotto una prestazione rilevante sia in spinta che in copertura, provocando anche il  rigore di Hernandez.

Agostini 6,5: Ottima prova e una corsa perpetua, oltre che il risolvere con l'esperienza alcune situazioni ingarbugliate.

Canini 6,5: Sbaglia poco e niente, anche se nel finale soffre un pò.

Astori 6,5: Nel primo tempo un suo errore poteva costare caro (Agazzi rimedia poi su Ilicic). Dopo di allora, chiude la difesa a tripla mandata. Ma nel finale... vedi alla voce Canini.

Nainggolan 6,5: Nella ripresa torna il Nainggolan sradica palloni che tutti conosciamo. Ma non solo: corsa, lanci precisi e presenza costante. Ma non è ancora al meglio, può dare ancora molto di più.

Dessena 7: Anche lui comincia col freno a mano tirato, poi carbura e diventa una presenza costante nella linea mediana, senza disdegnare gli inserimenti. Ingentilisce la sua buona prestazione con il gol del raddoppio, che poi si rivela decisivo.

Conti 6: Il capitano viene frenato dall'ammonizione immediata, ma al solito quando è lui a fare un fallo scatta automatica la previsione di colpevolezza. Gioca comunque con ordine e raziocinio, prima di uscire in barella.

Cossu s.v.: La sua gara dura cinque minuti. Possibile che nessuno si fosse accorto che non poteva giocare?

Ibarbo 6,5: Alterna cappellate inspiegabili a cose assai egregie, ma quando è lanciato in velocità e sullo spazio è immarcabile. Da una sua irresistibile accelerazione nasce il gol di Pinilla che spiana la strada alla vittoria.

Thiago Ribeiro 7: Parte in attacco ma poi deve presto tornare nelle vesti di trequartista in assenza di Cossu. Nel primo tempo è un pesce fuor d'acqua, nella ripresa esplode, giocando bene quasi tutti i palloni e dando prova di una grossa tecnica. Delizioso il passaggio per Ibarbo che porta al gol di Pinilla.

Pinilla 7,5: Un acquisto azzeccato. Finalmente là davanti c'è un uomo di peso, con il giusto carisma e le qualità per non far rimpiangere l'ultimo Matri cagliaritano. Non è un centravanti statico ma torna parecchio e fa sentire la sua presenza, anche dal punto di vista tecnico. Appare molto motivato, per cui potremmo vederne delle belle...

Ekdal 6,5: Entra subito in partita.

Ariaudo 6: Utile nelle barricate finali.

Ballardini 7: La sua squadra comincia a piacere e a offrire buone prestazioni con maggior continuità. E se ripetesse il girone di ritorno del 2008? Tutto può succedere, tanto non è che nella serie A di quest'anno ci siano chissà quali squadroni.  


CAGLIARI-PALERMO 2-1, IL TABELLINO


23° GIORNATA (11 febbraio 2012)
CAGLIARI-PALERMO  2-1
CAGLIARI: Agazzi, Perico, Canini, Astori, Agostini, Dessena, Conti (65’ Ekdal), Nainggolan, Cossu (6’ Ibarbo), Thiago Ribeiro (84’ Ariaudo), Pinilla. A disposizione: Avramov, Pisano, Ceppelini, Larrivey. Allenatore: Ballardini.
PALERMO: Viviano, Pisano, Silvestre, Mantovani, Balzaretti, Bertolo (60’ Migliaccio), Donati, Barreto, Zahavi (60’ Hernandez), Ilicic, Budan (69’ Vazquez). A disposizione: Tzorvas, Munoz, Aguirregaray, Della Rocca. Allenatore: Mutti.
Arbitro: Giannoccaro di Lecce.
Reti: 56’ Pinilla (C), 81’ Dessena (C), 83’ rig. Hernandez (P).
Spettatori: 5.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 10(320); Corner 3(106); Tiri in porta 9(89); Tiri fuori 7(117); Fuorigioco 2(61). Ammoniti 3(46): Agazzi, Perico, Conti.
(tra parentesi i totali di campionato)

PINILLA E LA DURA LEGGE DELL'EX


Cagliari-Palermo 2-1

Alla fine la sfida a distanza con Budan l'ha vinta lui. Anzi, stravinta.
Mauricio Pinilla, scaricato in gennaio da Zamparini e andato a rinforzare l'attacco del Cagliari, risulta l'uomo decisivo contro quelli che fino a un mese prima erano i suoi compagni. Il cileno si rivela proprio il giocatore che cercava il Cagliari per dare più peso all'asfittico attacco di questa stagione: presente, potente, abbastanza tecnico e dalla verve combattiva. Ma soprattutto motivato. Assai motivato. E nello sport sono le motivazioni a fare la differenza tra chi potrebbe fare e invece fa.
La partita col Palermo è piacevole, giocata da due squadre che sbagliano tanto ma si affrontano a viso aperto, con l'intenzione di vincere per entrambe.
All'inizio sono i siciliani a farsi preferire per trame di gioco e anche per la capacità di sfruttare tanti errori in passaggi e disimpegni da parte dei rossoblù. Ballardini non è neppure fortunato: perde Pisano nel prepartita e poi dopo cinque minuti pure Cossu, che evidentemente non si era ripreso dai sui malesseri muscolari, e così è costretto a schierare Ibarbo e ad arretrare Thiago Ribeiro nella posizione di trequartista, finora a lui non troppo congeniale.
Nella ripresa il brasiliano invece salirà di tono e risulterà uno dei migliori in campo. Forse è solo questione di abitudine, e magari scopriremo di avere in rosa un grande giocatore, che col tempo diventerà fortissimo anche in Italia, così da essere adeguatente monetizzato, come da tradizione.
Ma torniamo alla partita, che nel primo tempo si rivela piacevole e ricca di occasioni, nonostante lo 0-0 al parziale. In questo caso a tenere inchiodato il punteggio sono i due portieri, con Viviano che nega la rete dell'ex a Pinilla su un colpo di testa ravvicinato, e Agazzi che si distente per salvare la rete su un diagonale di Ilicic.
Nella ripresa il Palermo sembra avanzare i suoi uomini, ma in questo modo favorisce i contropiedi cagliaritani, e così, dopo varie ripartenze sbagliate, il Cagliari passa con una bella combinazione tra Thiago Ribeiro e Ibarbo che porta quest'ultimo a mettere un pallone in mezzo che Pinilla spinge in rete in scivolata a porta vuota. Un azione molto pregevole.
Il Cagliari acquista spazi ma sbaglia troppo spesso nell'ultimo passaggio, e così il neo entrato Hernandez potrebbe pareggiare a dieci minuti dalla fine con un colpo di testa da pochi metri, ma Agazzi segna anche lui il suo "gol" e gli devia la palla miracolosamente.
Qualche minuto dopo arriva il raddoppio. Ekdal (entrato al posto di Conti, uscito per una dura botta alla capoccia in uno scontro con il suo compagno Astori) guadagna una punizione dal limite, e Pinilla fa ancora male ai suoi ex compagni di squadra battendo la punizione (a proposito, che brutta barriera!) che Viviano respinge a fatica. Sulla palla irrompe Dessena che firma il raddoppio.
Tutto finito? Macchè. La sofferenza dei minuti finali tipica del Cagliari di questi ultimi tempi riaffiora quando Hernandez trasforma un rigore per un fallo di mano di Perico, e così Ballardini inserisce Perico (per Ribeiro) e si chiude a riccio a difesa del vantaggio, che per fortuna viene mantenuto fino alla fine, nonostante i patemi di cinque e passa minuti di recupero.
Il Cagliari versione Ballardini comincia a piacere. Peccato solo che si giochi su un rudere che alcuni ancora si ostinano a chiamare stadio Sant'Elia.