sabato 26 novembre 2011

QUANDO RIVA NE FECE TRE AL BOLOGNA


(2 ottobre 1966 - Cagliari-Bologna 4-0)
Tre gol in una sola partita, Riva non li aveva ancora fatti. Contro il Bologna, il numero undici di Leggiuno compie la sua prima impresa, facendo intravedere la sua crescita esponenziale nel corso degli anni, e dando ragione in chi vedeva in quel minuto attaccante dal fortissimo sinistro una delle speranze del calcio italiano. Questo è per lui il terzo campionato nella massima serie italiana, e anche il suo fisico cresce a vista d’occhio grazie agli allenamenti. Ora Riva è un portentoso attaccante dotato di grande forza fisica e doti tecniche e atletiche di prim’ordine.
In questa partita è semplicemente devastante e fa praticamente quasi tutto da solo, tre gol e un assist. Per le difese della serie A è nato un nuovo spauracchio, difficile da marcare sia con le buone che con le cattive.
In questa partita è comunque tutto il Cagliari a girare a meraviglia, e nessuno ancora immagina che questa squadra, con piccoli e mirati ritocchi immessi anno dopo anno, tra quattro stagioni arriverà addirittura a vincere lo scudetto, il primo e unico della sua storia. Greatti, Rizzo e Nenè orchestrano a meraviglia a centrocampo, Riva e Bonisegna si occupano di mettere a ferro e fuoco l’area bolognese.
L’arbitro fischia l’inizio e dopo pochi minuti il Cagliari è già in vantaggio. Reginaldo blocca a terra un attacco bolognese e rilancia prontamente in contropiede per Greatti. Il regista rossoblù vede lo scatto di Riva e lo serve prontamente, quest’ultimo vola verso l’area con la palla al piede e, nonostante il disperato recupero di Janich e l’uscita del portiere Rado, riesce ad indovinare un morbido tocco rasoterra che fa depositare la palla beffardamente in rete. Astuto.
Il Bologna sfiora subito dopo il pareggio ma Reginato compie un doppio miracolo su Nielsen. E’ solo un fuoco di paglia, però. I giocatori cagliaritani continuano a sfoderare il loro calcio veloce e geometrico, e appena c’è uno spazio ecco che ci si infila l’incontenibile Riva. Al 20’ ecco il raddoppio, favorito da un rimpallo a centrocampo, che fa arrivare la palla ancora al numero undici, il quale scatta verso la porta vanamente rincorso dagli avversari e, dal limite dell’area fa partire una “bomba” con il suo proverbiale sinistro. Per Radu ancora una volta non c’è nulla da fare: il tiro è troppo forte e angolato e così il portiere bolognese deve rassegnarsi a vedere la sua rete gonfiarsi ancora una volta.
Ormai il Cagliari è padrone del campo e all’inizio della ripresa arriva anche il tris. Stavolta a segnare è Boninsegna, sfruttando con un tiro al volo l’assist di Riva, che prima di passare la palla al suo compagno si era liberato con un pallonetto di Ardizzon. Un bello spettacolo, non c’è che dire.
La grande giornata di Riva si conclude al minuto dodici della ripresa, quando Janich lo stende in area e l’arbitro Sbardella decreta il calcio di rigore. Dal dischetto va lo stesso attaccante, nonostante l’errore decisivo dal dischetto della domenica precedente contro il Milan (finì 0-0). Stavolta però non sbaglia: il suo tiro è una cannonata centrale e ad altezza d’uomo che il portiere, per sua fortuna non intercetta.
Sul 4-0 la furia del Cagliari si placa, e Giggirrivva può godersi la sua prima tripletta della carriera.
E, udite udite, non sarà nemmeno l’ultima...

Cagliari: Reginato, Tiddia, Longoni, Tiberi, Vescovi, Longo, Nenè, Rizzo, Boninsegna, Greatti, Riva. Allenatore: Scopigno.
Bologna: Rado, Furlanis, Ardizzon, Muccini, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pace. Allenatore: Carniglia.
Arbitro: Sbardella di Roma.
Reti: 6’ Riva, 20’ Riva, 52’ Boninsegna, 58’ Riva su rigore.
Spettatori: 20.000 circa

venerdì 25 novembre 2011

COL BOLOGNA SI DEVE FARE SUL SERIO

Acquafresca torna nel "suo" Sant'Elia da avversario

Domenica al Sant'Elia il Cagliari giocherà il suo primo vero scontro salvezza contro il Bologna. Gli emiliani arrivano a Cagliari in pessime condizioni di classifica e con il morale sotto i tacchi dopo la sconfitta interna subita nel derby contro il Cesena.
Dunque è un Bologna che non attraversa un momento di forma positivo e in seria crisi di risultati. Come il Cagliari, non segna e il suo bomber Di Vaio è fermo in classifica marcatori a quota un gol tra l'altro realizzato su calcio di rigore.
Per il Cagliari di Ballardini - ormai alla quarta sconfitta consecutiva - di cui tre in campionato e l'ultima, la quarta, incassata nell'ingloriosa gara di Coppa Italia di ieri contro il Siena e per di più in casa.
Ebbene, per gli uomini di Ballardini sarà importante non solo tenere le distanze in classifica dal Bologna ma sarà obbligatorio vincere ed aumentare il vantaggio nei confronti dei rossoblù emiliani nonchè dalla zona bollente della classifica. Un altro passo falso porterebbe il Cagliari in posizione di pericolo, nel pantano, da dove sappiamo bene che è difficile venirne fuori.
Assente Nenè il quale resterà fuori almeno un mese per un infortunio muscolare, Ballardini recupera Cossu che gocherà alle spalle del solito Ribeiro e di Larrivey. Questo salvo sorprese, qualora il mister voglia utilizzare in avanti e fuori ruolo Ibarbo, in ombra nella gara di Coppa Italia, dove più che altro ha creato confusione per sé e per i compagni.
Non disponendo di cambi significativi, in questo senso il turno di Coppa Italia ha messo chiarezza, viste le prestazioni, che Ekdal, Sampaio e Ceppellini non sono ancora giocatori da serie A Dunque Ballardini punterà sul collaudato.
Secondo il mister il lavoro da fare è davvero ancora tanto, cosa evidente, e per lui il calcio è semplicità, velocità della palla, verticalizzazioni. Tutti fattori ancora sconosciuti al Cagliari. Serve una vittoria, in qualche modo e a tutti i costi. Questa volta non importa come. Va bene con un'autorete, va bene, con una deviazione, va bene anche un gol di Agazzi di testa. Serve solo la vittoria, unica vera medicina per lo spirito e per poter continuare a lavorare senza l'acqua alla gola, quella, non fa lavorare per niente bene.
(Davide Zedda)

giovedì 24 novembre 2011

COPPA ITALIA, MISSIONE COMPIUTA



Cagliari-Siena 1-2
Di solito "missione compiuta" si dice per una gara conclusa con la qualificazione al turno successivo. In questo caso ciò si può affermare per il fatto di essersi liberati di un fardello del quale si voleva fare volentieri a meno. Così è sembrato, a quanto pare.
Non è stato neppure tanto difficile, per il Cagliari attuale, farsi buttare fuori dalla coppetta tanto odiata per le squadre italiane che giocano in serie A: è bastato giocare come nelle ultime settimane e l'obiettivo è stato raggiunto senza troppe difficoltà. Gli ingredienti della sconfitta contro il Siena sono i soliti riscontrati recentemente nella squadra ora guidata da Ballardini: mediocrità del gioco offensivo, scarse verticalizzazioni, poco movimento dei giocatori senza palla, fantasia del singolo più o meno nulla, incapacità di saltare l'uomo per creare superiorità numeriche. Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Anzi, sotto i riflettori di un Sant'Elia semivuoto.
Quel bontempone di Rui Sampaio per poco non rovinava tutto con un gran tiro indirizzato all'incrocio dei pali a sei minuti dalla fine, e allo scadere il portiere (??!!) Avramov per poco non completava la rimonta con un colpo di testa in solitudine, ma alla fine tutto è andato come doveva andare. La coppa Italia è un fastidio, oltretutto per una squadra piuttosto in difficoltà come il Cagliari di questi tempi, e le inquadrature di un Cellino tutt'altro che adirato sugli spalti, e i cambi di Ballardini subito dopo il 2-0 senese (fuori Conti, Nainggolan e Ariaudo per Canini, Ceppelini e Biondini) dimostrano che sotto sotto, questa sconfitta non fa strappare i capelli a nessuno. A nessuno tranne che a quei coraggiosi che si sono sobbarcati i consueti scomodissimi spalti del Sant'Elia pagando almeno 10 euro per vedere finalmente una vittoria casalinga della squadra del cuore che manca da metà settembre. Vedremo se per loro (compreso chi scrive) va meglio domenica sera contro il Bologna.
E' andata invece meglio a quelli che hanno scoperto in serata che su Facebook non si può solo interagire con gli amici o cercare tresche fedifraghe o pubblicare link: per la prima volta hanno potuto vedere una partita di calcio in diretta. gratis e nel complesso in buona risoluzione. Una nuova frontiera si sta aprendo, a quanto pare.  

QUELLA "FASTIDIOSA" COPPA ITALIA, ATTO SECONDO



Tra poco più di un'ora, alle 21:15 per esigenze televisive il Cagliari scenderà in campo al S.Elia per affrontare il Siena. Ci si gioca in gara secca l’approdo agli ottavi di finale della Coppa Italia, oggi tristemente chiamata Tim Cup.
Non è certo pensabile che i rossoblù, così come anche i bianconeri di Siena, siano interessati più di tanto alla coppa e non di certo aspirano ad arrivare in finale. In questo momento la gara di stasera diventa un test, forse non opportuno, ma pur sempre un test in vista della prossima di campionato di domenica prossima.
Ballardini dovrà cercare di fare spazio il più possibile a coloro i quali non hanno praticamente giocato fino ad ora. Bisognerà stare attenti a non fare brutta figura, a non perdere e passare il turno perché la vittoria fa bene al morale. Bisognerà evitare altri infortunati, quindi massima attenzione su contrasti e sulla troppa foga. Dunque spazio alle seconde e terze linee.
L’elenco dei convocati non lascia dubbi sul fatto che stasera assisteremo ad un Cagliari inedito. Tutto comunque alla fine risulterà utile per il mister che potrà conoscere meglio tutti i suoi effettivi a disposizione e magari prendere spunto per le prossime gare di campionato. Poi, se ci scappa la qualificazione al prossimo turno tanto meglio, il Bologna farebbe meno paura.
I CONVOCATI
Portieri: Agazzi, Avramov
Difensori: Agostini, Ariaudo, Canini, Dametto, Gozzi, Murru, Perico, Pisano
Centrocampisti: Biondini, Ceppelini. Conti, Ekdal, Nainggolan, Rui Sampaio
Attaccanti: Ibarbo, Thiago Ribeiro (assente ormai certo Larrivey, il quale va ad aggiungersi alla lista degli infortunati)

mercoledì 23 novembre 2011

SERIE A, 12a GIORNATA, TUTTI I TABELLINI

FIORENTINA-MILAN 0-0. FIORENTINA: Boruc, De Silvestri, Gamberini, Nastasic, Pasqual, Behrami, Montolivo, Munari (63’ Kharja), Lazzari, Cerci (46’ Silva), Gilardino. MILAN: Abbiati, Abate, Nesta, Thiago Silva, Antonini, Aquilani, Ambrosini, Nocerino, Seedorf (73’ Emanuelson), Ibrahimovic, Robinho (70’ Pato). ARBITRO: Mazzoleni (Bergamo).
NAPOLI-LAZIO 0-0. NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Maggio, Dzemaili (58' Gargano), Inler, Dossena (73' Pandev); Hamsik, Lavezzi, Cavani. LAZIO: Marchetti, Konko (50' Scaloni), Diakitè, Stankevicius, Radu, Brocchi, Ledesma, Lulic, Hernanes (50' Matuzalem), Sculli (83' Gonzalez), Cisse. ARBITRO: Rizzoli (Bologna).
BOLOGNA-CESENA 0-1. BOLOGNA: Gillet, Raggi, Portanova, Antonsson, Morleo, Perez (55' Pulzetti), Mudingay, Kone, Ramirez, Di Vaio (77' Diamanti), Acquafresca (63' Gimenez). CESENA: Antonioli, Comotto, Von Bergen, Rodriguez, Lauro (83' Rossi), Ceccarelli, Guana, Parolo, Martinho (60' Candreva), Malonga (77' Bogdani), Mutu. ARBITRO: Celi (Bari). RETE: 84' Parolo.

CATANIA-CHIEVO 1-2. CATANIA: Andujar, Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Potenza (60' Biagianti), Almiron, Lodi, Ricchiuti (60' Maxi Lopez), Marchese, Bergessio, Gomez (76' Catellani). CHIEVO: Sorrentino, Frey, Andreolli (58' Cesar), Mandelli, Jokic, Bradley, Rigoni, Luciano (81' Acerbi), Sammarco, Pellissier, Thereau (60' Moscardelli). ARBITRO: Tagliavento (Terni). RETI: 45' rig. Pellissier (Ch), 73' Sammarco (Ch), 77' Almiron (Ca).

GENOA-NOVARA 1-0. GENOA: Frey, Mesto, Granqvist, Moretti, Antonelli, Rossi, Veloso, Constant (46' Dainelli), Merkel (63' Jorquera), Palacio, Caracciolo (75' Pratto). NOVARA: Fontana, Morganella, Dellafiore, Centurioni, Gemiti, Marianini (87' Granoche), Radovanovic (90' Giorgi), Rigoni, Mazzarani (59' Pinardi), Meggiorini, Rubino. ARBITRO: Giannoccaro (Lecce). RETE: 86' Veloso.
JUVENTUS-PALERMO 3-0. JUVENTUS: Buffon, Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Vidal, Pirlo, Marchisio (75' Pazienza), Pepe, Matri (80' Del Piero), Vucinic (68' Quagliarella). PALERMO: Tzorvas, Pisano, Silvestre, Cetto (59' Della Rocca) Balzaretti, Barreto, Bacinovic, Migliaccio, Bertolo (46' Zahavi), Ilicic, Miccoli. ARBITRO: Bergonzi. RETI: 19' Pepe, 47' Matri, 64' Marchisio.

PARMA-UDINESE 2-0. PARMA: Mirante, Zaccardo, Paletta, Lucarelli, Gobbi (77' Rubin), Biabiany, Morrone, Galloppa, Valiani, Giovinco (85' Valdes ), Pellè (71' Santacroce). UDINESE: Handanovic, Benatia, Danilo, Domizzi  (85' Pasquale), Basta, Isla (65' Torje), Pinzi, Asamoah (83' Battocchio), Armero, Floro Flores, Di Natale. ARBITRO: Romeo (Verona). RETI: 58' Biabiany, 30' rig. Giovinco.

SIENA-ATALANTA 2-2. SIENA: Pegolo, Vitiello, Rossettini, Terzi, Del Grosso (80' Angelo), Mannini (72' Gonzalez), D'Agostino, Gazzi, Brienza, Larrondo (60' Reginaldo), Destro. ATALANTA: Consigli, Raimondi (82' Ferri), Capelli (86' Manfredini), Lucchini, Peluso, Schelotto, Carmona, Padoin, Bonaventura (67' Minotti), Moralez, Denis. ARBITRO: Doveri (Roma). RETI: 15' rig. Denis (A), 44' rig. D'Agostino (S), 53' Denis (A), 87' Gazzi (S).
ROMA-LECCE 2-1. ROMA: Stekelenburg, Rosi (81' Perrotta), Kjaer, Heinze, Taddei, Gago, Pjanic (72' Grieco), De Rossi, Bojan (67' Totti), Lamela, Osvaldo. LECCE: Julio Sergio, Oddo, Carrozzieri (83' Brivio), Tomovic, Esposito, Strasser, Grossmuller (78' Pasquato), Cuadrado, Bertolacci, Olivera (67' Obodo), Corvia. ARBITRO: Brighi (Cesena). RETI: 25' Pjanic (R), 54' Gago (R), 61' Bertolacci (L).

CLASSIFICA: Juventus, Lazio 22; Milan, Udinese 21; Roma 17; Palermo 16; Napoli, Genoa, Parma, Chievo 15; Catania, Siena 14; Atalanta, Fiorentina, Cagliari 13; Inter 11; Bologna 10; Lecce 8; Novara 7; Cesena 6.

martedì 22 novembre 2011

I PRO E I CONTRO DELLA CLASSIFICA CORTA


Dalle stelle alle stalle. Dalla zona scudetto, passando per quella europea. Dal centro classifica alla zona retrocessione. Anche questo è il calcio.
Se n’è reso conto il Cagliari che in poche settimane ha assaggiato le varie zone della graduatoria della massima serie. Classifica corta, si è detto fin dall’inizio. Sì, vero, anche se poi adesso si sta delineando meglio con Lazio e Juve davanti a tutti, Milan in rimonta quasi completata, Roma al settimo posto, Udinese sempre in alto, Palermo in zona europea. Ed ecco allora, che grazie ad una classifica per l’appunto corta e ai risultati negativi dei rossoblù, ci troviamo ora in una posizione non bella.
Certo, si potrebbe contestare e dire che a tre punti c’è il sesto posto, ma obbiettivamente occorre guardare la realtà per quello che è. Dopo l’illusione delle prime gare, il Cagliari ha solo perso terreno. Prima i tanti pareggi, poi tre sconfitte consecutive e la zona calda ora è davvero ad un passo.
La gara di domenica in casa contro il Bologna diventa il primo scontro diretto per la salvezza. I bolognesi sono quartultimi con dieci punti. Bisogna assolutamente batterli per tenere quella posizione di classifica lontana o quanto meno a distanza di sicurezza. Le ultime tre della graduatoria – e che oggi finirebbero in serie B – sono il Lecce con otto punti, il Novara con sette e a chiudere il Cesena a sei punti. Tra il Cagliari è il Bologna c’è l’Inter a quota undici, ma è solo una questione temporanea. Ballardini ha dunque tanto lavoro da fare.
La difficoltà dei rossoblù a costruire gioco la si è notata anche a San Siro contro i nerazzurri interisti, e solo nel finale quando la partita era persa e l’Inter tirava i remi in barca, Conti e compagni hanno cercato di diventare pericolosi trovando anche il gol con Larrivey. Il tutto però attraverso azioni poco ragionate e spinti più dall’orgoglio che da lucidità mentale. E le tegole continuano a cadere: Nenè ha riportato un pesante infortunio muscolare che lo terrà fuori per almeno quattro settimane. Ancora non a disposizione l’altra punta, El Kabir, restano di fatto abili e arruolati l’annebbiato Thiago Ribeiro e lo scostante Larrivey. Insomma, neppure un cambio a disposizione se non Ibarbo.
Ma ciò che manca, che viene ancor prima delle punte infortunate e che non segnano quasi mai, è il gioco. Ballardini ha cercato immediatamente di muovere le cose a centrocampo e in attacco, ma poco si è visto. Ha bisogno di tempo, sì, ma la classifica diventa poco rassicurante per una ragione molto semplice che vorrei indicare tra qualche riga.
Il mister quindi ha cercato di modificare subito dei meccanismi tattici sulla linea mediana attraverso l’interscambiabilità delle posizioni dei tre di centrocampo. Mossa interessante e che vedremo dare frutti tra qualche partita. In avanti ha utilizzato il buon senso, spostando le punte verso il centro e cercando di farle interagire. Come scritto in apertura, poco di buono è venuto fuori, poco l’Inter ci ha concesso. Ma allora: perché questa classifica fa paura o potrebbe fare paura? Intanto perché il Cagliari non attraversa un buon momento, e ad essere sinceri fino in fondo, battere il Bologna se pur in casa non sarà cosa facile se si considera anche che giovedì si gioca la Coppa Italia in casa contro il Siena.
Ma in particolare la classifica fa paura e non deve assolutamente peggiorare per un motivo molto semplice: da dopo il miracolo Ballardini il Cagliari non ha mai conosciuto le zone basse delle ultime posizioni. Ha sempre rapidamente raggiunto quota quaranta per poi mollare. Insomma, la paura sta nel fatto che il Cagliari non è più abituato a lottare per non retrocedere. Non ha la mentalità, forse non ha neppure le caratteristiche per farlo.
Dunque bisogna uscire al più presto da questa situazione, fuori dalla palude perché per non retrocedere spesso non basta un organico di caratura buona ma altre componenti, specie psicologiche, che i rossoblù non hanno. Nella tragica stagione 1999/2000 si finì in B con una formazione di buon valore tecnico, tanto per intenderci.
Ma per salvarsi servono anzitutto carattere, rabbia, compatezza, grande condizione psicologica. Il Cagliari è altra cosa, ecco perchè deve togliersi subito dai guai.
(Davide Zedda)

CAGLIARI: RASSEGNA STAMPA 22/11/2011




Con il ritorno di Cossu è di nuovo il Cagliari di Ballardini
Tre febbraio del 2008, e chi se lo scorda più. La svolta si consuma dentro gli spogliatoi dell'allora stadio Olimpico di Torino. Intervallo tra primo e secondo tempo della partita con la Juventus: Foggia è ko, a sorpresa l'allenatore del Cagliari Ballardini decide di sostituirlo con Cossu, appena rientrato alla base dopo la nuova (e deludente) esperienza in C1 con il Verona. «Vai in campo e fai il trequartista», gli dice il tecnico romagnolo. E lui, che sino a quel momento aveva giocato quasi sempre sulla fascia, scopre così tra le linee il suo regno ideale. Qui nasce il 4-3-1-2, molto più di un modulo in Sardegna. Per la cronaca la gara finisce 1-1, prezioso pareggio sulla scia della rocambolesca vittoria sul Napoli al Sant'Elia ottenuta la domenica precedente. Il copione del campionato rossoblù è stravolto.
Ricapitolando: Ballardini cambia la storia di Cossu, che a sua volta cambia quella del Cagliari, che a sua volta ancora cambia quella di Ballardini. Il triangolo perfetto, insomma. E quattro anni dopo la storia può ripetersi. Domenica in occasione della gara interna con il Bologna (già uno scontro diretto), il vecchio-nuovo allenatore rossoblù ritrova, infatti, il fantasista cagliaritano il quale ha risolto il problema al retto femorale della coscia destra che lo ha messo al tappeto nel finale del match con l'Atalanta e costretto a saltare l'appuntamento milanese. Non è un ritorno qualunque. A prescindere dal valore in assoluto del giocatore (oggettivamente un top player), Cossu è la chiave del gioco di Ballardini (anche se sabato Nainggolan sulla trequarti non ha demeritato, tutt'altro). «Contro l'Inter abbiamo giocato troppo in orizzontale», il richiamo alla squadra di Ballardini a fine gara, «dobbiamo essere più rapidi nelle ripartenze e sviluppare la manovra in verticale». E per caratteristiche tecniche, qualità e mentalità Cossu - non a caso - è il rossoblù che meglio interpreta questo tipo di calcio. Il trequartista cagliaritano scalpita. E quale occasione migliore per dare una spallata alla stagione, cominciata sotto tono, e non solo per demeriti suoi.
Lo spostamento a sinistra nelle prime gare ha, infatti, condizionato, e non poco, il rendimento del fantasista, fiore all'occhiello della squadra. Cossu si è sentito vincolato, condizionato, quasi represso, come un leone in gabbia. E assieme alla libertà d'azione sembrava aver perso pure il guizzo e l'imprevedibilità che hanno fatto la felicità degli attaccanti del Cagliari (da Acquafresca a Matri) negli ultimi quattro anni. Questione di modulo, visto che Ficcadenti voleva dare subito un'impronta diversa davanti con una punta centrale e due attaccanti esterni. Ma non solo. L'ex tecnico rossoblù, infatti, aveva ancora fresco il ricordo del Verona 2004-2005, campionato di Serie B, con Bogdani nel cuore del tridente, largo a destra Adailton, a sinistra proprio Cossu. Che quell'anno realizzò sei reti (tutt'ora il suo record stagionale) e sfornò diversi assist. Lo stesso Ficcadenti lo ha più volte tenuto a precisare e ricordare nei tre mesi trascorsi a Cagliari. Tralasciando, però, un fattore fondamentale: dal quel 3 febbraio del 2008 la storia di Cossu è cambiata radicalmente, all'età di 27 anni si è scoperto uno dei trequartisti italiani più forti, sino a conquistare la Nazionale e diventare addirittura il ventitreesimo della lista azzurra per i Mondiali in Sudafrica. Per uno strano scherzo del destino fu proprio Ballardini, il successore di Ficcadenti, a cambiargli la carriera. E ora che si sono ritrovati hanno entrambi lo stesso obiettivo: portare il Cagliari il più in alto possibile.
Fabiano Gaggini


La lepre Cagliari diventa lumaca

MILANO. Non c'è dubbio che il gol in fuorigioco di Thiago Motta ha indirizzato la gara del "Meazza". Però il Cagliari deve riflettere e lavorare per crescere in fase offensiva. La manovra è lenta, si svolge per linee orizzontali, non si verticalizza quasi mai. Si segna col contagocce e la classifica, di colpo, è diventata bruttina. Solo cinque le squadre dietro i rossoblù e una di queste è l'Inter.  Ballardini non si scompone. Prende le cose positive e si prepara ad analizzare quello che non ha funzionato per trovare le soluzioni. «Dobbiamo velocizzare il gioco - le parole del mister -, solo così possiamo mettere in difficoltà gli avversari». Sarà un ritornello che il tecnico rossoblù ripeterà alla squadra durante la settimana.  Poco tempo. La "fortuna" che il Cagliari aveva messo da parte con un avvio di campionato brillante, è stata dilapidata dopo le ultime tre sconfitte. Adesso bisogna ripartite. Già da domenica col Bologna al Sant'Elia è necessario portare a casa i tre punti per non trovarsi in una posizione molto scomoda. Chiuse in un cassetto le ambizioni, la gara con i felsinei sarà uno spareggio salvezza. Una partita difficilissima. E c'è poco da stare allegri visto che la formazione di Pioli avrà un diavolo per capello dopo la sconfitta in casa nel derby col Cesena.  Il caso. E' inutile stare a girarci attorno. Nenè e Thiago Ribeiro non riescono ad incidere. I due attaccanti non sono mai riusciti a rendersi pericolosi- Il primo gioca lontano dall'area e quasi sempre spalle alla porta, l'altro non punta al "bersaglio grosso", gioca esterno e non ha ancora capito che nel campionato italiano non ci sono gli spazi di quello brasiliano. Un tocco in più significa vanificare una possibile azione pericolosa. Ballardini deve rendere più chiaro un concetto che il suo predecessore ha cercato di spiegare, al "Diablo", senza riuscirci.  La scossa. E' probabile che il gol segnato nel finale possa dare una scossa a Larrivey. Il giocatore argentino potrebbe essersi ritagliato i gradi da titolare per il match col Bologna. Visto che nenè non ingrana, è probabile che Ballardini riveda certe scelte e rimetta tutto in discussione. L'unica certezza è che Ibarbo non è ancora pronto per una partita intera. E' giovane, ha bisogno di abituarsi alla nuova realtà. Ma ha mezzi tecnici e forza fisica per affermarsi in Italia.  Bocciato. Lo svedese Ekdal ha avuto una grande occasione, ma non l'ha sfruttata. Ballardini lo ha schierato sulla destra della linea di centrocampo, ha cominciato bene, poi è sparito. E' vero che dalla sua parte aveva un certo Zanetti e Cambiasso nel primo tempo, ma lui ha davvero fatto poco per mettersi in evidenza. Se non migliora il rendimento, di spazi ne avrà sempre di meno.  Il ritorno. Il Cagliari non può prescidere da Andrea Cossu. Il "piccoletto" è l'unico capace di inventare qualcosa e di cambiare marcia nelle ripartenze. Nainggolan non ha demeritato, anzi è stato tra i più positivi, però ai rossoblù è mancata la fantasia nel numero 7. Tornerà col Bologna e per Ballardini è giù una bella notizia. Sarà una settimama di passione per i rossoblù e forse la gara di Coppa Italia di giovedì col Siena (alle 21.15, su La7) non ci voleva. Ma sarà l'occasione per dare spazio a chi finora è rimasto a guardare.


Nuovo allenatore, vecchi guai

Toppata la prima. E insignificanti variazioni rispetto alla precedente gestione. Per Davide Ballardini III era esordio arduo. E lui, storicamente, a Cagliari non ha mai avuto impatto positivo in termini di risultato. La prima volta, nel settembre 2005, pari interno con il Messina, dopo aver preso il posto del dimissionario Arrigoni. Durò in panca per quella ed altre otto gare senza vittoria, poi dentro Nedo Sonetti. Più recente la sconfitta del 13 gennaio 2008 al Sant' Elia con l'Udinese, che segnò l'avvio della seconda avventura. Sentenziò Quagliarella, ma Ballardini poi si rimise in piedi, assieme alla truppa, e si salvò. Ed anche nell'anticipo di sabato, in casa Inter, falsa partenza. Ma con qualche attenuante generica, visto che la rete di Thiago Motta, che ha sbloccato, è avvenuta in netto fuorigioco.

Episodi a parte, resta l'aridità della prestazione offensiva. Fardello pesante, che il neo-mister ha ereditato tra capo e collo. Porre correttivi a questa carenza è prima, urgente opzione. Magari provando ad insinuarsi nei meandri delle congetture tattiche. Le punte continuano ad operare troppo lontane dalla porta, per rifornirsi. Latita lo sviluppo del gioco e non sono debitamente innescate. A ciò va aggiunto che Nenè, quest'anno, pare impaurito e distante dalla miglior forma, oltre che vittima della sfortuna. Il suo compagno di reparto, Thiago Ribeiro, gira anch'egli al largo e si vede lontano un miglio che non è una prima punta. Non ne avrebbe, del resto, neppure le caratteristiche. Pare piuttosto un doppione di Cossu e, in effetti, con Larrivey e Nenè in campo, nell'ultimo assalto all'arma bianca in casa Inter è toccato proprio a "el diablo" operare tra le linee, da trequartista a supporto. Ballardini ora attende con trepidazione il rientro di Cossu, previsto per domenica prossima contro il Bologna.

Nel frattempo c'è daespletare la pratica di dopodomani in Coppa Italia contro il Siena (ore 21,15, orario infame per comodità televisiva). Test "ufficiale" di metà settimana, ma del quale il Cagliari avrebbe fatto volentieri a meno. Soprattutto in un momento come questo, con tre sconfitte di seguito sulla gobba. Sarà occasione comunque ghiotta per vedere all' opera le seconde linee, finora emarginate. Primo fra tutti Ekdal, partito titolare sabato. Non ha la stessa efficacia nell'interdizione di Biondini, ma un sufficente tasso tecnico. Chiaro che dovrà scrollarsi di dosso la fuliggine accumulata in panca ed il suo rendimento, in prospettiva, potrebbe (e dovrebbe) crescere. Se non in maniera esponenziale, ma quasi. Così come quello di Ibarbo, da inserire, anche in tempi brevi, in un meccanismo che possa esaltarne le caratteristiche individuali. È più un giocatore di fascia (destra), ma si potrebbe dirottare e provare come seconda punta. Un'alternativa, visti i carenti responsi finora ed in attesa di un recupero fisico di Nenè. Si spera in tempi brevi.

Già in Coppa Italia Ballardini pensa ad una simile eventualità. La partita con il Siena sarà utile per valutare anche Rui Sampaio ed il giovane Ceppelini, che prima o poi dovranno pur essere coinvolti nel progetto, al fine di dar respiro ai più usurati. Troppo vicini, ora, gli impegni: dopo il Siena, solo due giorni pieni di lavoro, poi domenica arriva il Bologna. Per questo vi saranno avvicendamenti sicuri e mirati. Spazio per Perico, Gozzi e pure per il portiere Avramov. Cagliari che deve tentare di andare avanti anche nella seconda competizione nazionale, che potenzialmente conduce in Europa. Nonostante l'organico rossoblù non sia obiettivamente di prima fascia. In caso di passaggio del turno, si prospetta la sfida del "Renzo Barbera" contro il Palermo. Intrigante la sua parte e dai connotati sempre forti. (Sergio Demuru)

lunedì 21 novembre 2011

CARRER, PERCHE' L'HAI FATTO?


Caro assistente di Roma-Lecce, perchè ci hai negato un gol come quello di Osvaldo al Lecce di domenica sera? Sembrava tutto perfetto: Gago che indirizzava una palombella morbida e telecomandata, Oddo che non riusciva a toccare la palla con il suo salto a mezza altezza, e infine Osvaldo che pensava in anticipo che quella poteva essere la palla per costruire una magia perfetta.
Spalle alla porta ed ecco partire il tentativo di acrobazia impossibile, per segnare uno di quei gol che quando (di rado) ti riescono, hanno il potere di far alzare in piedi qualunque tipo di pubblico amante dello sport, allo stadio e in tv, che siano tifosi o avversari. Tutti in piedi a battere le mani.
E invece no. Tu, caro Carrer, assistente di Brighi, ha calcolato male le traiettorie dei giocatori in area al momento del cross di Gago, e ci hai privato di quel bellissimo gesto con il quale il giovane giocatore della Roma aveva portato in Champions la Fiorentina alcuni anni prima, in casa del Torino.
Errare è umano (chiedere a Bojan, per maggiori informazioni), e sbagliare una valutazione ci può stare, ma per Dio, dovevi sbagliare proprio in questa occasione?


CAGLIARI, RASSEGNA STAMPA 21/11/2011






L'obiettivo primario è ritrovare il gioco

La sconfitta con l'Inter è poco più di un fatto statistico, non era una di quelle gare programmate per conquistare punti (ma se fosse avvenuto non sarebbe stato male, sia chiaro). Quello che ha colpito negativamente, invece, è stata la scarsa capacità del Cagliari di costruire azioni pericolose. È come se il Cagliari avesse perduto la spregiudicatezza, la capacità di affondare i colpi, di verticalizzare il gioco e di dare ritmo alla manovra.
Questo sarebbe servito contro un'Inter pachidermica. Cambiasso, Stankovic e Thiago Motta, spina dorsale della squadra di Ranieri, andavano a due all'ora, se fossero stati messi sotto pressione, sarebbero andati in grave difficoltà, come hanno dimostrato i minuti finali della gara. Il Cagliari non ne è stato capace e questo è preoccupante, più della posizione di classifica (non più brillante come qualche tempo fa) e della scarsa capacità offensiva.
Ballardini, che aveva costruito la salvezza del 2008 sulla qualità della manovra, deve restituire alla sua squadra il gioco. Nessuno si illuda che l'esplosione di Larrivey, il ritorno di El Kabir o la repentina crescita di Ibarbo possano risolvere il problema del gol. Il calcio è un gioco collettivo e dovrà essere la squadra nel suo insieme a ritrovare la via della rete.
Ivan Paone

Larrivey atto quinto

Ballardini puntava su di lui anche nel 2008

Fu il tormentone del 2008 e accompagnò la cavalcata del secondo Cagliari di Ballardini verso la salvezza. Al punto che un martedì in conferenza stampa, il tecnico romagnolo disse: «Contro il Palermo giocheranno Larrivey, Larrivey, Larrivey, Larrivey… Undici volte Larrivey». A metà tra la battuta e la frecciata. Tra l'altro la domenica successiva al Barbera l'argentino partì dalla panchina per far posto a Matri. Ma restava lui il piccolo-grande pallino dell'allenatore (oltre che del presidente), forse l'unica incompiuta in quella stagione in cui quasi tutti i rossoblù si ritagliarono uno spazio in vetrina, da Cossu ad Acquafresca, passando per Conti, Agostini, Fini, Jeda, Storari, Biondini, persino i gregari. "El Bati" (soprannome che si era portato dietro dal Sudamerica per la somiglianza con Batistuta) chiuse, invece, il campionato con un solo gol, realizzato all'ultima giornata contro la Reggina, giusto in tempo per festeggiare pure lui con la squadra, due ore più tardi, per le vie della città sopra un pullman scoperto.
IL RITORNO Il tempo guarisce le ferite, cancella i rimpianti, ma evidentemente non ha cambiato le convinzioni di Ballardini che, quattro anni dopo, prova a vincere anche la scommessa rossoblù (forse) più difficile. E qualcosa già si muove. Come se il suo ritorno in Sardegna avesse ridato speranza ed entusiasmo a Larrivey, che dopo aver cominciato la stagione col botto (tre gol in Coppa Italia e uno in campionato), sembrava essersi smarrito (clamoroso l'errore allo scadere contro l'Atalanta) e rabbuiato in panchina. A dir il vero in panchina ha cominciato pure la gara con l'Inter l'altro ieri a San Siro, ma stavolta gli sono bastati pochi minuti, appena entrato al posto di Nenè, per dare una scossa. Due palle rubate a centrocampo, poi un gol annullato per fuorigioco, un altro convalidato, inutile per il risultato finale, ma prezioso, preziosissimo, per il morale del giocatore e in generale per il reparto offensivo che ha ritrovato la via della rete su azione dopo quasi due mesi. Da sabato poi l'argentino è il capocannoniere della squadra (assieme a capitan Conti) con due gol (il primo lo aveva messo a segno il 17 settembre contro il Novara). Non solo: al Meazza ha sfatato il tabù trasferta segnando la prima rete rossoblù lontano dal Sant'Elia. E anche questo sembra quasi un segnale del destino, e arriva proprio nel momento in cui la società sta iniziando a muovere i fili in vista del mercato che riapre a gennaio. E considerata la situazione sotto porta (10 gol in 11 partite) il ruolo della punta diventa una priorità.
LA NUOVA SFIDA Intanto Larrivey prova a uscire dal guscio una volta per tutte. Questo è per lui il quinto anno in rossoblù (intervallato dalle brevi esperienze in prestito con Velez e Colon), ma già ad agosto si era capito che qualcosa era cambiato. Nell'approccio, nell'atteggiamento, nella testa, persino nello sguardo, ma anche dal punto di vista tecnico e tattico. «Sono cresciuto sia come uomo che come giocatore», aveva ammesso lui stesso raccogliendo parecchi consensi tra i compagni («gli serve giusto un pizzico di fortuna in più») e tra i tifosi (che a dir il vero non hanno mai smesso di sostenerlo). «Spero di ripagare la fiducia di tutti», ripete ogni volta che ne ha l'opportunità l'attaccante argentino, una delle poche note liete della serata di San Siro. Da qui riparte Larrivey, e il Cagliari in generale. Ricapitolando: con la maglia rossoblù l'argentino ha segnato un gol il primo anno, un altro il secondo, tre il terzo e già cinque (tra campionato e Coppa Italia) in questa stagione. Dieci in tutto. «Undici volte Larrivey», diceva sorridendo nel 2008 Ballardini. Domenica prossima contro il Bologna potrebbe succedere davvero.
Fabiano Gaggini


domenica 20 novembre 2011

INTER-CAGLIARI 2-1, I VOTI



Agazzi 7: Incolpevole sui gol, tiene a galla la sua squadra con due deviazioni provvidenziali sulla traversa.

Pisano 5: Attacca praticamente nulla (sulla destra, nelle azioni d'attacco, c'è sempre il vuoto) e si fa sfuggire più volte i suoi dirimpettai.

Agostini 5,5: Primo tempo sufficiente, anche se non supera quasi la metà campo. Nella ripresa Alvarez lo mette sotto di brutto.

Canini 6: Nel complesso non demerita, e Pazzini ha poco spazio per andare al tiro.

Ariaudo 6:  Chiude bene gli spazi col suo collega di reparto e quindi in mezzo per gli interisti diventa difficile passare.

Ekdal 5,5: Il giovine non è malaccio come giocatore e i suoi piedi sembrano sufficientemente educati. Ma finora non ha mostrato le sue qualità. Anonimo.

Conti 5,5: Il capitano gioca troppo basso e non sempre con la consueta precisione. L'ammonizione al primo fallo non poteva mancare, sia mai...

Biondini 5,5: Lui di correre non smette mai, ma la sua corsa non corrisponde sempre con qualcosa di utile. Siccome è uno dei pochi che corre, è colui che nei rari contropiedi si trova la palla per l'ultimo passaggio. Con risultati quasi sempre di palla buttata via. 

Nainggolan 6,5: Da trequartista non ha la fantasia di Cossu ma comunque regala corsa, sostanza e grinta. Il gol di Larrivey parte dai suoi piedi.

Nenè 5: Non ci siamo. Quando si rivedrà il Nenè che impallinò Buffon con una saetta da trenta metri? 

Thiago Ribeiro 5,5: Un pò meglio di Nenè ma alla fine si vede poco anche lui.

Larrivey 6,5: Gli unici tiri in porta del Cagliari sono suoi. Un tiro non irresistibile parato da Julio Cesar, un gol annullato e una voleè per il gol della bandiera. Stavolta è stato il più efficace degli attaccanti. 

Ibarbo 6: Dicono che fa casino e magari hanno anche ragione, ma intanto quando è entrato lui la squadra è riuscita ad affacciarsi qualche volta nell'area interista. Fa partire l'azione del gol di Larrivey.

Ballardini 6: Come nel 2008, parte con una sconfitta. Per capire se il Cagliari con lui è cambiato, è bene aspettare qualche partita. 

INTER-CAGLIARI 2-1, il tabellino

12° GIORNATA (19 novembre 2011)
INTER-CAGLIARI  2-1
INTER: Julio Cesar, Jonathan (87’ Faraoni), Ranocchia, Samuel, Zanetti, Stankovic, Thiago Motta, Cambiasso, Coutinho (68’ Obi), Zarate (46’ Alvarez), Pazzini. A disposizione: Castellazzi, Cordoba, Poli, Milito. Allenatore: Ranieri.
CAGLIARI: Agazzi, Pisano, Canini, Ariaudo, Agostini, Ekdal (63’ Ibarbo), Conti, Biondini (80’ Rui Sampaio), Nainggolan, Nenè (59’ Larrivey), Thiago Ribeiro. A disposizione: Avramov, Gozzi, Perico, Cepellini. Allenatore: Ballardini.
Arbitro: Damato di Barletta.
Reti: 54’ Motta (I), 60’ Coutinho (I), 88’ Larrivey (C).
Spettatori: 46.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 18(152); Corner 0(46); Tiri in porta 3(39); Tiri fuori 2(48); Fuorigioco 5(21). Ammoniti 2(22): Conti, Pisano.
(tra parentesi i totali di campionato)