venerdì 30 marzo 2012

ATALANTA, UNA RIVELAZIONE DALLE MILLE INSIDIE

 

Altra sfida salvezza per il Cagliari che domenica ospiterà l'Atalanta tra le rovine dell'"ex" stadio Sant'Elia (ricordarlo ogni volta non guasta), e altra gara da non sbagliare proprio come quella disputata contro il Cesena.
I bergamaschi sono però ben altra cosa rispetto alla compagine bianconera, ormai retrocessa, che a Cagliari praticamente non giocò perdendo per tre a zero e finendo in nove. Gara che illuse la piazza rossoblù poi tornata alla realtà dopo la scellerata gara disputata dai rossoblù in casa della Lazio.

Gli avversari del Cagliari.
L'Atalanta rappresenta una delle vere rivelazioni di questa stagione. Partita con sei punti di penalizzazione per via della condanna a seguito dell'ennesimo scandalo calcio scommesse, è stata capace di un'inizio di stagione da prima della classe. Una rimonta perfetta.
Oggi i ragazzi del bravo tecnico Colantuono godono di ben 37 punti in classifica e arrivano a Cagliari con l'obbiettivo di ottenere i tre punti, mettere fine al discorso salvezza, iniziare la rincorsa vero la zona Europa League.
Squadra forte e dalle importanti individualità. Grande carattere, corsa, velocità, tatticamente e tecnicamente in grado di giocare brutti scherzi a chiunque.
In avanti non ci sarà il bomber Denis (e sarà indisponibile Marilungo) che decise la gara di andata. Poi per segnare c'è sempre il buon vecchio Tiribocchi che a Cagliari sarà titolare assistito da Gabbiadini e Moralez. I neroazzurri sono forti anche in difesa e in mezzo al campo affronteranno il Cagliari a viso aperto con la seguente probabile formazione: modulo (4-4-2): Consigli, Raimondi, Stendardo, Manfredini T., Peluso; Schelotto, Cigarini, Carmona, Moralez, Tiribocchi, Gabbiadini. A disposizione: Frezzolini, Lucchini, Ferri, Cazzola, Ferreira Pinto, Bonaventura, Carrozza. All. Colantuono. Squalificati: Doni. Indisponibili: Capelli, Denis, Marilungo, Brighi, Bellini.

Il Cagliari cercherà la vittoria anche se orfano al centro della difesa di Astori squalificato, ma riavrà a disposizione Canini che affiancherà Ariaudo in difesa. Un solo dubbio per il tecnico Ficcadenti che riguarda il partner di attacco di Pinilla, ma il brasiliano Ribeiro sembra leggermente in vantaggio su Ibarbo. Ancora indisponibili Eriksson, El Kabir, Dessena e Rui Sampaio. Questa la probabile formazione (4-3-1-2): Agazzi; Pisano F.,Canini, Ariaudo, Agostini,; Ekdal, Conti, Nainggolan, Cossu, Thiago Ribeiro, Pinilla. A disposizione: Avramov, Gozzi, Perico, Ceppelini, Ibarbo, Nenè, Larrivey. All. Ficcadenti. Squalificati: Astori. Indisponibili:Eriksson, Rui Sampaio, El Kabir, Dessena.

Inizio ore 15:00, arbitrerà Rocchi di Firenze

(Davide Zedda)

martedì 27 marzo 2012

CAGLIARI, QUELLO "STILE" CHE NON ESISTE PIU'


Il passato, la storia, anche quella sportiva, ci permette di comprendere meglio anche il presente. E allora...
C'era una volta un allenatore, praticamente sconosciuto, che venne a guidare il Cagliari quando si giocava in serie C1, quando si era perfino rischiato il fallimento societario, e la retrocessione in C2 fu evitata con non pochi rischi. Era il 1988, un giovanissimo Claudio Ranieri disse sì alla dirigenza sarda in cambio di pochi soldi, e con tanto entusiasmo. Lui, romano, ex centrocampista e capitano del Catanzaro, esonerato pochi mesi prima dal Campania Puteolana. Una squadra campana che giocava in un campo in terra battuta attorno alle palazzine con i panni stesi e dove si tolse la soddisfazione di battere anche il Cagliari appena retrocesso in serie C.
Il presidente del Cagliari era Tonino Orrù, un signore di altri tempi, che rimettendo di tasca suon di miliardi, evitò la scomparsa del Cagliari Calcio. Evitò alla Sardegna sportiva l'umiliazione più grande: portare i libri in tribunale per la messa in liquidazione e fallimento del sodalizio che vinse lo scudetto nel 1970. Fece davvero qualcosa che in pochi avrebbero fatto. Lo fece per amore, senza secondi fini, appunto, rimettendoci diversi miliardi. Ranieri resterà nel cuore e nella memoria dei tifosi e della storia del Cagliari. Infatti con in mano una squadra organizzata alla meglio, composta da giovanissimi calciatori sconosciuti arrivati in prestito, qualche calciatore anziano rimasto nonostante si andasse verso il fallimento, Ranieri, il geniale direttore sportivo Carmine Longo e appunto la famiglia Orrù, incominciarono con entusiasmo, sacrificio, intelligenza e amore vero per i colori rossoblù un'avventura d'altri tempi. Doppia promozione dalla C alla A, una vittoria in Coppa Italia di serie C, una salvezza al limite del miracoloso nella massima serie. Esisteva perfino il problema stadio. Il Cagliari giocò nel mitico Amsicora, non certo comodo, le gare in casa durante il periodo di ristrutturazione del Sant'Elia in vista dei mondiali di calcio del 1990. Vi ricordate la curva Ovest? Tubi innocenti, una rete metallica, entusiasmo alle stelle. In poco tempo capienza non sufficiente per contenere tanta voglia di calcio. Niente Milan, Juve, Inter, Roma. Di scena Perugia, Francavilla, Ischia, Giarre, Nocerina, Licata. Perché tanto amore per una squadra in serie C? Perché tanto entusiasmo per un manipolo di calciatori sconosciuti? Perché? Semplice: sapevano trascinare, sapevano regalarci emozioni vere, forti, intense, sincere, pulite. Una filosofia di gruppo meravigliosa. Tutti amici, tutti a disposizione, tutti pronti a farsi trovare pronti quando mister Ranieri chiamava. Una formazione indimenticabile: Jelpo, Festa, Davin, De Paola, Valentini, Giovanelli, Cappioli, Pulga, Piovani, Bernardini, Coppola.
La filosofia era semplice. La società restava quasi in disparte, altro che lettere di contestazione per l'orata da quattro chili inviata a Sonetti da parte di Cellino. Altro che licenziamento per giusta causa ai danni di Ballardini per cercare in ogni modo di risparmiare i soldi sullo stipendio del tecnico ravennate. Altro che fesserie di questo tipo. Altro che licenziamenti perché magari il tecnico di turno non vestiva elegante, è grasso, porta sfiga. No, la famiglia Orrù stava vicina alla squadra con semplicità, per amore della squadra. Lasciava fare a quel giovane e sconosciuto tecnico che poi fu appetito da mezza Italia da subito.
Una cosa mi resterà sempre impressa a proposito della mentalità dell'allenatore Ranieri. Ribadiva sempre, in ogni occasione, in qualsiasi stadio si andasse a giocare, anche quando finalmente si tornò a giocare a Milano, Torino, Genova, una cosa tanto semplice da dire quanto complicata da porre in atto: "Andiamo a giocare in ogni campo per cercare di imporre il nostro gioco. Poi, se gli avversari saranno più forti di noi ne prenderemo atto. Dobbiamo però sempre uscire da ogni campo a testa alta".

La storia finisce. Si torna ai giorni nostri. Il presidente Cellino non dimostra né amore per la squadra né di avere le idee chiare. A lui il grande merito di esser riuscito in questi venti anni di presidenza a garantire quasi sempre la serie A a noi tifosi e alla Sardegna sportiva.

Lo stadio è un problema ma anche un buon viatico per distogliere l'attenzione sul fatto che in casa Cagliari Calcio non esiste nessun progetto se non quello appunto della costruzione dello stadio e di restare in serie A in virtù anzitutto delle disgrazie altrui.
Racimolare in qualche modo i punti che mancano per conservare la massima serie che tanto vale in termini economici. Altro non esiste. Un bene assoluto la salvezza, ma il modo e la filosofia con la quale si cerca di mantenerla sfiorano il patetico, la vergogna.
E il mister? La sua filosofia? Andiamo a giocare in ogni campo per cercare lo zero a zero. Ci guardiamo bene dal fare anche solo un tiro in porta e quindi di non impensierire mai i nostri avversari. Le punte difenderanno sulle fasce, non utilizzeremo neppure le tre sostituzioni.
Questa è la filosofia attuale che evidentemente è cosa gradita anche al presidente. Inutile girarci intorno.
Si è vinto contro il Cesena in maniera facile. Due rigori a favore, gli avversari arresi ancor prima di iniziare la gara e poi finiti anche in nove.
La massima serie verrà conservata, la dignità è andata persa, lo stadio un pretesto, noi tifosi profondamente delusi e traditi.

(Davide Zedda)

lunedì 26 marzo 2012

LAZIO-CAGLIARI 1-0, LE PAGELLE


Agazzi 6: Qualche buona uscita e buona attenzione sui rari tiri dei laziali. Sul gol Diakitè è troppo solo e ravvicinato perché possa essere considerato colpevole.
Pisano 6: Sembra abbastanza propositivo ma deve soprattutto stare attento a non scoprire la sua zona.
Agostini 5,5: Discreto dietro, ma poca spinta offensiva.
Astori 6,5: Un solo mezzo errore che porta Rocchi al tiro, per fortuna centrale. Per il resto, dove c’è lui, non si passa.
Ariaudo 5,5: Anche lui, come Astori, sbaglia una sola volta. Ma la sfortuna vuole che su quell’errore ne approfitti Diakitè e ciò provochi la sconfitta.
Conti 5,5: Ogni tanto il capitano offre prestazioni non all’altezza delle sue qualità. Andando avanti con gli anni, ci può stare.
Nainggolan 5,5: Per lui non vale il discorso degli anni che passano. Ma anche il suo apporto a centrocampo non è stato all’altezza.
Ekdal 6: E’ il più geometrico del centrocampo e ogni tanto sbroglia qualche brutta situazione in difesa.
Cossu 5,5: Giornata poco fantasiosa.
Pinilla 5,5: Sbatte continuamente contro il muro laziale, e prende tante botte. Nemmeno un tiro in porta.
Ibarbo 5,5: Poco incisivo.
Nenè 5,5: Il Nenè che aveva fatto innamorare alcune squadre italiane non è questo.
Thiago Ribeiro 5,5: Entra nella ripresa e scompare. Riappare nel finale quando partecipa all’assalto finale, tardivo.
Ficcadenti 6: Lui non sarà Zeman, e questo si sa. Ma quando i giocatori ne giocano una cotta e una cruda, che cavolo c’entra?

LAZIO-CAGLIARI 1-0, IL TABELLINO


29° GIORNATA (25 marzo 2012)
LAZIO-CAGLIARI  1-0
LAZIO: Marchetti, Konko, Diakitè, Biava, Radu, Gonzalez, Ledesma, Brocchi, Mauri (46’ Kozak), Hernanes (80’ Candreva), Rocchi (63’ Alfaro). A disposizione: Bizzarri, Scaloni, Zauri, Cana. Allenatore: Reja (squalificato), in panchina Lopez.
CAGLIARI: Agazzi, Pisano, Ariaudo, Astori, Agostini, Ekdal, Conti, Nainggolan, Cossu (78’ Nenè), Ibarbo (63’ Thiago Ribeiro), Pinilla. A disposizione: Avramov, Gozzi, Perico, Bovi, Larrivey. Allenatore: Ficcadenti.
Arbitro: Peruzzo di Schio.
Rete: 88’ Diakitè.
Spettatori: 20.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 16(401); Corner 2(138); Tiri in porta 2(111); Tiri fuori 2(138); Fuorigioco 1(73). Ammoniti 4(61): Astori, Ekdal, Nenè, Pinilla. Espulsi 0(1).
(tra parentesi i totali di campionato)

domenica 25 marzo 2012

MISSIONE 0-0: FALLITA!


Lazio-Cagliari 1-0

A vedere la partita dell'Olimpico è apparso proprio quello lo scopo primario del Cagliari: tornare in Sardegna con un nuovo (sarebbe stato l'ennesimo della stagione) pareggio per 0-0.
Ma come enuncia un detto di vecchia data, il diavolo spesso fa le pentole ma non i coperchi. Prima o poi ci sarebbe scappato qualcosa che avrebbe reso inutile questo intento, perchè nel calcio non ci si può affidare solo al caso o alla buona sorte. E così, a soli due minuti dal tempo regolamentare, un colpo di testa di Diakitè (ovviamente per lui è il primo gol in stagione, e secondo in assoluto, giusto per non farsi mancare niente) su azione di calcio piazzato rompe l'equilibrio e dona ad una Lazio in forte difficoltà offensiva tre punti quasi insperati e fondamentali per la rincorsa al terzo posto.
Già, perchè la Lazio odierna e in genere di questo periodo opaco, avrebbe potuto segnare solo in questa maniera, e cioè su calcio da fermo e in maniera abbastanza casuale.
Ma con il Cagliari di oggi sarebbe bastato solo un gol per portare via l'intera posta. I rossoblù non sono stati orribili come in occasione delle partite di Siena e Napoli, anzi, hanno svolto il proprio compitino con diligenza e senza rischiare più di tanto.
Ma il problema sta proprio nel concetto di "compitino". Preoccuparsi solo di limitare le offensive di una squadra che in questo momento a tutto assomiglia fuorchè al Barcellona, è sembrato delittuoso.
Ma come spesso è accaduto in questa stagione, i ragazzi di Ficcadenti prima, di Ballardini poi e di Ficcadenti ancora poi, sono sembrati privi di idee o forse di voglia di fare risultato attraverso il gioco. Per rendere l'idea, pensate all'Argentina dei mondiali 1990 e capirete. Il non-calcio in attesa del colpo di genio di qualcuno che si chiamasse Maradona.
Ma il Cagliari non ha nè Maradona, nè Caniggia, e quando il dio Fato non inventa una situazione che inventi una rete e incanali la partita su binari favorevoli (o quando non giochi col Cesena), inevitabilmente si giunge allo zero a zero, che può diventare una sconfitta quando quello stesso Fato, nella sua sintomatica casualità, decide di materializzarsi attraverso un'azione della squadra avversaria.
Una considerazione finale: prima del gol di Diakitè, Marchetti non ha praticamente dovuto compiere un solo intervento. Dopo lo svantaggio, i rossoblù hanno finalmente tentato di portare qualche offensiva, arrivando vicini al pareggio con un tiro di Ekdal in pieno recupero.
Cosa significa ciò? Che se ci si mette a giocare a calcio, qualche tiro in porta è possibile farlo e che non tirare in porta non è solo merito delle impenetrabili difese avversarie.
E questa non è un'attenuante, ma un'aggravante...

SERIE A, 28a GIORNATA, I TABELLINI


PARMA-MILAN 0-2. PARMA: Mirante, Zaccardo, Paletta, A.Lucarelli, Jonathan, Mariga (26’ Musacci), Valdes, Morrone (73’ Okaka), Biabiany (63’ Valiani), Floccari, Giovinco. MILAN: Abbiati, Zambrotta, Bonera, T.Silva, Antonini, Nocerino, Ambrosini, Muntari (91’ Gattuso), Emanuelson (86’ Aquilani), Ibrahimovic, El Shaarawy (77’ M.Lopez). ARBITRO: Banti (Livorno). RETI: 17’ rig. Ibrahimovic, 65’ Emanuelson.

FIORENTINA-JUVENTUS 0-5. FIORENTINA: Boruc, Cassani, Natali, Nastasic, Pasqual, Olivera (46’ De Silvestri), Montolivo, Lazzari, Cerci, Amauri, Vargas. JUVENTUS: Buffon, Lichtsteiner, Bonucci, Caceres, De Ceglie, Vidal (70’ Padoin), Pirlo, Marchisio, Pepe, Matri (59’ Quagliarella), Vucinic (69’ Borriello). ARBITRO: Bergonzi (Genova)RETI: 15’ Vucinic, 28’ Vidal, 55’ Marchisio, 67’ Pirlo, 72’ Padoin.

BOLOGNA-CHIEVO 2-2. BOLOGNA: Gillet, Raggi, Portanova, Antonsson, Pulzetti (46’ Koné), Mudingayi, Perez, Rubin (46’ Morleo), Diamanti, Ramirez (76’ Acquafresca), Di Vaio. CHIEVO: Sorrentino, Frey, Andreolli, Acerbi, Dramè, Rigoni, Bradley, Luciano (63’ Hetemaj), Thereau (76’ Cruzado), Paloschi (78’ Moscardelli), Pellissier. ARBITRO: Irrati. RETI: 27’ Andreolli (C), 59’ Di Vaio (B), 69’ Thereau (C), 81’ Diamanti (B).

CATANIA-LAZIO 1-0. CATANIA: Carrizo, Bellusci, Legrottaglie, Spolli, Marchese, Izco, Lodi, Almiron (74’ Ricchiuti), Barrientos (65’ Llama), Gomez (90’ Lanzafame), Bergessio. LAZIO: Marchetti, Scaloni, Biava, Dias, Radu, Brocchi, Ledesma, Hernanes (80’ Rocchi), Mauri, Candreva (84’ Kozak), Klose. ARBITRO: Romeo (Verona). RETE: 79’ Legrottaglie.

INTER-ATALANTA 0-0. INTER: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo, Zanetti, Poli (77’ Castaignos), Cambiasso, Obi (66’ Faraoni), Milito (63’ Zarate), Pazzini. ATALANTA: Consigli, Raimondi, Ferri, Manfredini, Bellini (85’ Stendardo), Schelotto, Cigarini, Carmona, Moralez, Carrozza (77’ Ferreira Pinto), Marilungo (54’ Gabbiadini). ARBITRO: Gava (Conegliano).

LECCE-PALERMO 1-1. LECCE: Benassi, Oddo, Esposito (89’ Corvia), Miglionico, Blasi (80’ Obodo), Delvecchio, Giacomazzi , Bertolacci (22’ Tomovic), Brivio, Muriel, Di Michele. PALERMO: Viviano, Munoz, Mantovani,  Labrin, Aguirregaray, Migliaccio, Donati, Bertolo, Balzaretti (80’ Acquah), Ilicic (72’ Zahavi), Hernandez (60’ Budan). ARBITRO: Tagliavento (Terni). RETI: 6’ Di Michele (L), 15’ Munoz (P).

SIENA-NOVARA 0-2. SIENA: Pegolo, Vitiello, Terzi, Rossetttini, Del Grosso, Giorgi (74’ Grossi), Vergassola, Gazzi (71’ Parravicini), Brienza, Gonzalez (63’ Larrondo), Bogdani. NOVARA: Ujkani, Morganella, Lisuzzo, Paci, Garcia, Gemiti, Porcari, Pesce, Rigoni (86’ Mazzarani), Mascara (63’ Caracciolo), Jeda (83’ Radovanovic)ARBITRO: Celi. RETI: 72’ Rigoni, 81’ Porcari.

UDINESE-NAPOLI 2-2. UDINESE: Handanovic, Coda, Danilo, Domizzi, Pasquale, Pereyra (86’ Ekstrand), Pinzi, Pazienza, Asamoah, Fabbrini, Di Natale (73’ Floro Flores). NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Britos (64’ Vargas), Zuniga, Gargano (54’ Hamsik), Inler, Dzemaili, Dossena, Pandev, Cavani. ARBITRO: Rocchi (Firenze). RETI: 28’ Pinzi (U), 52’ Di Natale (U), 80’ e 85’ Cavani (N).

ROMA-GENOA 1-0. ROMA: Stekelenburg, Taddei, Kjaer, Heinze, José Angel, Gago (87’ Simplicio), De Rossi, Greco (74’ Marquinho), Lamela (58’ Bojan), Osvaldo, Borini. GENOA: Frey, Mesto, Carvalho, Kaladze, Moretti, Rossi (46’ Jankovic), Veloso, Biondini, Belluschi (64’ Jorquera), Gilardino, Palacio. ARBITRO: Giannoccaro (Lecce). RETE: 2’ Osvaldo.

CLASSIFICA:
Milan 60; Juventus 56; Lazio 48; Napoli, Udinese 47; Roma 44; Inter, Catania 41; Bologna 36; Palermo, Chievo 35; Atalanta, Cagliari 34; Genoa 33; Fiorentina, Siena 32; Parma 31; Lecce 26; Novara 23; Cesena 17.