sabato 31 dicembre 2011

CAGLIARI, ISTANTANEE DAL 2011

Il 2011 è finito. Amen.
Come spesso avviene quando un nuovo anno è pronto ad entrare e il vecchio si congeda con la sua sacca piena di ricordi, ci si sofferma a pensare che anno sia stato quello che se ne sta scappando via.
Si chiudono gli occhi e si (ri)immaginano quei momenti che hanno destato emozioni, senza dimenticare le istantanee che al contrario si vorrebbe dimenticare ma che si materializzano immancabilmente.
Per il Cagliari, nell'anno che stasera svanisce, quali istantanee ricordare, sia nel bene che nel male? Chiudiamo gli occhi e vediamo cosa ci viene in mente...


Roma-Cagliari 1-2 (11/09/2011)
Erano oltre quarant'anni che non si vinceva all'Olimpico. Il Cagliari di Ficcadenti sorprende il  campionato con una partenza sprint (vincerà anche la successiva partita in casa contro il Novara, restando a punteggio pieno), favorita dalla Roma di Luis Enrique ancora nelle vesti di cantiere aperto, e grazie alla compattezza di una squadra che per nove undicesimi è quella della scorsa stagione.
Conti ed El Kabir firmano il blitz che illude un pò la tifoseria di avere una squadra in grado di lottare per le zone alte della classifica.

Il gol del vantaggio di Conti


Il mese di gennaio
Un inizio a spron battuto, quasi come l'inizio del 2009, che a gennaio portò a 4 vittorie e un pareggio (in casa dell'Inter), culminando con il capolavoro della vittoria per 3-2 a Torino contro la Juventus. Stavolta sono tre vittorie e due sconfitte (ma le sconfitte arrivano contro Milan e Juventus), e il 2 febbraio la scia positiva continua con il successo a Marassi contro la Sampdoria.
Ecco la striscia di gennaio porta il Cagliari fino al nono posto:
6 gennaio: Cagliari-Milan 0-1
9 gennaio: Parma-Cagliari 1-2
16 gennaio: Cagliari-Palermo 3-1
22 gennaio: Roma-Cagliari 3-0
30 gennaio: Cagliari-Bari 2-1

Acquafresca in gol contro il Parma


Il gol di Ibarbo al Catania (4 dicembre)
Beata incoscienza. Il giovane colombiano inventa al vecchio Cibali una magia che illumina una partita non entusiasmante, e per il Cagliari significano tre punti e il ritorno alla vittoria dopo quasi due mesi. Il gesto tecnico del colombiano è considerato tra i migliori gol della stagione. Ci si attende il bis.
Ibarbo scocca il tiro della vittoria a Catania



La doppietta di Matri al S.Elia con la maglia della Juve (5 febbraio)
Sette giorni prima cucinava i galletti baresi con due gol, poi passa ai bianconeri e segna altri due gol, nello stesso campo, ma stavolta con la maglia bianconera. 
Per il tifoso del Cagliari più accanito è una pugnalata alla schiena. La più classica punizione dell'ex che mezzo stadio, al solito, festeggia con entusiasmo. Prosit. 


Il finale dello scorso campionato (maggio 2011)
Per la seconda volta consecutiva il Cagliari chiude il campionato in modo indecoroso. Nel finale di stagione 2010/11 i rossoblù non riescono più a vincere, o forse non c'è la voglia di farlo. Così ringraziano squadre come Lecce, Catania o Cesena, le quali ottengono punti insperati e si indispettiscono i tifosi rossoblù, che devono sorbirsi spettacoli indecorosi, con l'aria sospettosa di trovarsi di fronte a partite "accomodate". 
Cagliari Cesena 0-2: Malonga raddoppia per i romagnoli
Ci siamo dimenticati di qualcosa? Sicuramente si. Se qualcuno vuole rinfrescarci la memoria su altri momenti da ricordare o da buttare nel cassonetto, ci faccia un fischio.


mercoledì 28 dicembre 2011

CAGLIARI, RASSEGNA STAMPA 28/12/2011




Incontro con la Samp È il giorno di Dessena

L'appuntamento è fissato per questo pomeriggio a Milano. Da una parte il direttore generale del Cagliari Marroccu, dall'altra il diesse della Sampdoria Sensibile: all'ordine del giorno - manco a dirlo - il trasferimento in Sardegna di Daniele Dessena. Dopo i primi contatti informali prima di Natale, inizia di fatto oggi la trattativa per il venticinquenne centrocampista parmigiano che ha già indossato la maglia rossoblù nella stagione 2009-2010. Già in estate Dessena era (ri)finito nel mirino di Cellino, che poi ha preferito, però, puntare su Ekdal e Rui Sampaio, nell'attesa che si sbloccasse l'impasse con Biondini, in scadenza a giugno. Quest'ultimo, tuttavia, non rinnoverà il contratto (lo ha rivelato pubblicamente lo stesso Cellino) e potrebbe addirittura partire già a gennaio (magari al Genoa, nell'ambito dell'operazione-Acquafresca). Ecco spiegata la necessità di rinforzare subito il centrocampo con un giocatore giovane ed esperto allo stesso tempo. E Dessena (in Sardegna ha lasciato un ottimo ricordo sia sotto il profilo tecnico che professionale) sembra essere l'uomo giusto al momento giusto. In teoria non sono previste contropartite tecniche. L'attuale mezzala blucerchiata dovrebbe tornare nell'Isola con la formula del prestito con diritto di riscatto. Ma non è nemmeno escluso che il Cagliari chiuda l'affare già a gennaio.
F. G.
Si rivede anche Astori Fuori Conti e Nenè
Dopo sette giorni di vacanza il Cagliari si ritrova questo pomeriggio nel centro sportivo di Assemini per riprendere la preparazione in vista della prossima partita, in programma l'8 gennaio al Sant'Elia contro il Genoa. Per l'occasione il tecnico Ballardini recupera Biondini, che ha scontato il turno di squalifica nel recupero della prima giornata con il Milan. E naturalmente El Kabir, che oggi si allenerà assieme ai compagni per la prima volta dopo l'infortunio di settembre e spera di essere in campo alla ripresa del campionato.
Giornata speciale anche per Astori, che rientra in Sardegna dopo il mese trascorso in un centro specialistico di Bologna (dove si è curato anche lo stesso El Kabir, e prima ancora Pisano). Il difensore - tradito dal perone a fine ottobre - proseguirà, dunque, la riabilitazione nell'Isola e comunque non sarà a disposizione dello staff tecnico per qualche settimana. Così pure capitan Conti. Tempi di recupero ancora più lunghi per Nenè, che potrebbe tornare in campo addirittura a marzo.


Dessena il primo «colpo» di Cellino

CAGLIARI. La prima tessera sistemata da Cellino per completare il puzzle del Cagliari si chiama Daniele Dessena. Il centrocampista arriva dalla Sampdoria e torna in Sardegna dopo aver indossato la maglia rossoblù nella stagione 2009-2010, totalizzando 29 presenze.

L'annuncio ufficiale verrà dato tra qualche giorno, alla riapertura del mercato, ma la trattativa si può dire conclusa. Dessena arriverà in prestito con diritto di riscatto e rappresenta un investimento per il futuro avendo il giocatore solo 24 anni. Ieri c'è stato un incontro tra il direttore generale Marroccu e la Samp. Inizialmente c'era una differenza di 200mila euro tra offerta e richiesta che è stata limata. Per le firme l'appuntamento è stato rimndato a dopo Capodanno.

Un altro no. Dopo quello di Pippo Inzaghi, anche Alberto Paloschi ha respinto le avance del Cagliari. L'attaccante, che sembra aver convinto Di Carlo ed è convinto di avere più spazio alla ripresa del campionato, ha deciso che resterà al Chievo. Era lui la prima scelta di Cellino, che non si preoccupa e batte altre piste.

Alternative. Davide Ballardini sponsorizza Floro Flores. Il tecnico rossoblù vuole un giocatore forte fisicamente, capace di proteggere palla e far salire la squadra, oltre ad avere una certa dimistichezza con il gol. Lo ha avuto al Genoa ed è convinto che sia la soluzione giusta per risolvere i problemi in avanti. Ieri, l'agente del giocatore ha detto: «Leggere che l'Udinese lo ha messo sul mercato ci è dispiaciuto. Dove va
? Questo non lo so, è una domanda da rivolgere alla società». Può essere un indizio, anche se pare che Floro Flores sarebbe felice di ritrovare Ballardini, un mister che lo stima tantissimo.

Ritorno di fiamma. Si torna a parlare di Robert Acquafresca. La sua col Cagliari è una telenovela che sembra non avere fine. Il giocatore, in prestito al Bologna (che ha il diritto di riscatto) dal Genoa, finora ha avuto un rendimento tutt'altro che soddisfacente. Ha segnato pochissimo, così Pioli lo ha messo in panchina. Su di lui ci sono delle perplessità, non solo da parte di Ballardini, ma anche di Cellino. Il presidente ha paura che non sia più il giocatore di qualche anno fa. Vedremo che cosa succederà più avanti.

Le ultime. Oltre a Donadel, che resta un obiettivo da inseguire senza fare troppo clamore, un altro nome è stato accostato al Cagliari per rinforzare il centrocampo. E' quello di Massimo Donati del Bari, sul quale sta puntando forte anche il Palermo. «Valutiamo le offerte), le parole del ds pugliese. Ma la priorità è per Donadel se il Napoli non chiede la luna.




Ballardini riparte dal Genoa

Sarà una sfida importante, per Davide Ballardini III. Alla ripresa del campionato, l’8 gennaio, il calendario propone la gara con il Genoa. La società nella quale, l'attuale tecnico cagliaritano, ha militato sino a giugno di quest'anno. Poi il divorzio, per certi versi consensuale, con il patron del Grifone Preziosi. Probabilmente per mancanza effettiva di un progetto a lungo termine, caldeggiato dall'allenatore, machenonvedeva la società disposta ad assecondarlo. E serio rischio di rimanere ai margini. Il mister ravennate, pur avendo tantissimi estimatori, non trovava sistemazione all'inizio del torneo e la chiamata di Massimo Cellino è arrivata giusto in tempoper evitare che si dilatasse l'attesa.

Anche se, in verità, fu contattato, e rifiutò, per recarsi al capezzale del Bologna e prendere il posto di Bisoli. L'impatto con la realtà cagliaritana, per Ballardini, forse non è stato pari alle aspettative. E la partita con il Genoa, dopo la sosta natalizia, potrebbe rappresentare una sorta di spartiacque. A parte il fatto che il presidente Cellino, allorquando latitano i risultati, inizia a dare chiari segnali di insofferenza. Accentuata dal fatto che alcuni arrivi estivi non hanno avuto le risultanze preventivate. Orala squadra hanecessità di ripartire e riprendere fiducia nei propri mezzi. Al cospetto di un Genoa che, guarda caso,  ha cambiato la guida tecnica proprio alla vigilia del Natale, avvicendando Malesani, colui che prese il posto di Ballardini ad inizio anno.

È arrivato Marino, con trascorsi a Udine e Catania. Quest'ultimo è tecnico di esperienza, catapultato suo malgrado sulla panchina della formazione ligure, per provare a rianimare un ambiente depresso, dopo l'1 a 6 rimediato a Napoli da un Genoa apparso in balia degli eventi. Ed il mister cagliaritano, da parte sua, dovrà continuare a fare i conti con le assenze. Le buone notizie comunque ci sono. Tornerà Biondini, dopo la giornata di squalifica scontata con il Milan. Davvero strana la situazione del centrocampista, il quale non ha voluto (o potuto) accordarsi con la società e si trascinerà molto probabilmente sino a giugno, con tutti gli interrogativi del caso, visto che poi andrà via a parametro zero.

Forse sarebbe meglio accorciare i tempi e, visto il sicuro arrivo a Cagliari di Dessena, evitare a Biondini di prolungare un'agonia, che potrebbe ripercuotersi negativamente sul rendimento. Oltre a lui, dovrebbe finalmente esser reintegrato El Kabir, che però partirà dalla panchina. Contro il Genoa la coppia d'attacco sarà infatti formata, ancora una volta, da Ibarbo e Larrivey, con Thiago Ribeiro pronto in panca in caso di necessità, assieme appunto all'attaccante marocchino. La difesa sarà la solita davanti ad Agazzi, con Pisano ed Agostini a presidiare le corsie esterne e Canini centrale in coppia con Ariaudo. In mezzo al campo, con Biondini a sinistra e Nainggolan a fare le veci di capitan Conti, il terzo a destra sarà certamente lo svedese Ekdal. Che ha discreto passo e sufficente acume tattico: viene considerato più adatto a svolgere i compiti richiesti da Ballardini, rispetto a Rui Sampaio, portoghese un po' depresso per il ridotto minutaggio finora collezionato.

Sulla trequarti tornerà ad agire Cossu, dopo l'esperienza in regia contro il Milan.Subito riposta in un cassetto da un Ballardini, anch'egli perdutosi strada facendo, viste le variazioni di modulo proposte nel corso del confronto con i rossoneri. D'accordo che la squadra era ridotta ai minimi storici, falcidiata da infortuni e squalifica di Biondini. Ma, per dirla tutta, sarebbe meglio evitare di far salire il livello di confusione, pianificando e non variando il canovaccio tattico in corso d'opera. Si eviterebbero spiacevoli stravolgimenti, che possano alterare equilibri già precari. (Sergio Demuru)


martedì 27 dicembre 2011

FANTAMERCATO: A VOLTE RITORNANO


Il Presidente del Cagliari Massimo Cellino si concentra sulla sessione invernale del mercato di riparazione.
I rossoblù non stanno bene e in accordo con il mister Ballardini si cercano i giusti elementi da inserire al più presto in organico con l'obbiettivo di mettere nelle condizioni la squadra di salvarsi senza troppi patemi d'animo. Restando così le cose, si rischierebbe davvero di finire nel pantano delle ultime posizioni. Pantano dal quale si sa, è difficile venir fuori.
Per prima cosa urge intervenire sull'attacco. Serve un bomber da doppia cifra, c'è poco da girarci intorno. Magari uno in grado di fare reparto da solo. Inzaghi sarebbe la prima scelta. Sembra però difficile convincere Superpippo a giocare nel Cagliari. Il possibile trasferimento del bomber rossonero in terra di Sardegna nasce niente meno da un'idea di Galliani, il quale, dopo la gara persa in casa dal Cagliari contro il Milan pochi giorni fa, ha consigliato all'amico Cellino di prendere appunto Inzaghi. Operazione neppure troppo onerosa: prestito gratuito fino a giugno e stipendio di "soli" 400 mila euro. Ma Inzaghi insegue il record di miglior cannoniere nelle coppe europee e a Cagliari di coppe non ce ne sono.
Seconda scelta, non facile neppure questa, Floro Flores. Il calciatore, ora a Udine, gioca poco e con Ballardini al Genoa ha conosciuto la sua migliore stagione. Questione di feeling insomma.
Per il centrocampo si parte dalla questione Biondini. Il "rosso" ha deciso di non rinnovare il contratto con il sodalizio di Viale la Playa e a giugno andrebbe via a parametro zero. Cellino però vuole fare cassa e il bravo Davide andrà via subito. Fiorentina, Milan, Cesena, Lazio, queste le squadre interessate al rosso di Cesena. Peccato perdere un giocatore a volte criticato ma decisamente utile in questi anni. Non sarà facile rimpiazzarlo.
Si, perché i cavalli di ritorno tanto odiati dal presidente Cellino, invece scalpitano: Dessena ritorna, domani si allenerà con la squadra. Probabile l'arrivo, sempre per rinforzare il centrocampo, di Donati, capitano del Bari in rotta con la società pugliese ma su cui ha messo gli occhi Zamparini probabilmente offrendo una cifra interessante e lontana da quanto vuol mettere sul piatto il Cagliari. Molto probabile allora l'arrivo di Candreva dal Cesena. Nainggolan resta. Andrà via a giugno per non meno di 12/15 milioni di euro. Bravo Cellino ad averlo scoperto e fatto valorizzare. Sempre per quanto riguarda il centrocampo, la società sembra puntare anche su Cazzola della Juve Stabia.
Il Cagliari potrebbe essere considerata anche al pari di una scuderia e allora ecco che i cavalli di ritorno potrebbero essere tre. Sembra fatta per Dessena. Per la terza volta si rivede Acquafresca, il quale vede e vuole solo Cagliari - anche per le sue care personali questioni di cuore -, memore anche di quando, tre anni fa, con Ballardini andò al massimo; Massimo, il Presidente, sarebbe felice di riportarlo ancora una volta in rossoblù. Di ritorno anche Missiroli.
Capitolo cessioni: Larrivey e Gozzi dovrebbero lasciare il Cagliari fin da gennaio. Resta il nodo legato alla difesa, infortunata e praticamente senza ricambi. Per ora non filtrano notizie. Restate sintonizzati su RossoblùBlog e presto saprete.

giovedì 22 dicembre 2011

CAGLIARI-MILAN 0-2, LE PAGELLE



Agazzi 6: Sbaglia l'uscita all'inizio e ci scappa il vantaggio milanista. Peccato perchè per il resto compie perfettamente il suo dovere, salvando dal tracollo su Aquilani e poi su Pato.

Pisano 6: Nel complesso meglio di altre volte, anche nell'intraprendenza nello spingersi ogni tanto in avanti. Sia chiaro: senza strafare! Segna il suo primo gol in serie A, ma purtroppo nella porta sbagliata.

Agostini 6: Sull'azione del vantaggio si fa beffare da Robinho, ma visto chi aveva di fronte ci può stare. Per il resto qualche buon cross e il compitino eseguito senza infammia e senza lode.

Canini 5,5: Nell'azione del primo gol milanista sbaglia nel posizionamento sul fuorigioco, poi ogni tanto balla in difesa, ma visti gli avversari là davanti è una cosa che gli si può perdonare. Ibrahimovic lo scherza in occasione del raddoppio. Ma è Ibra, ci sarà un motivo.

Ariaudo 6: Col tempo e con un maggiore minutaggio aumenta la sua consapevolezza. Nel complesso se la cava, e nei calci piazzati ha spesso il guizzo di anticipare tutti per cercare il gol. Prima o poi ci riesce.

Perico 5,5: Alla fine a destra non combina più di Pisano.

Cossu 6,5: E' mobile e motivato, svaria da una parte all'altra e pur se in posizione più arretrata, è spesso in posizione di trequartista. Non male la sua prova, finalmente.

Nainggolan 7: E' questo il Nainggolan che vogliamo sempre vedere. Motorino inesauribile e dai piedi buoni, esce con la lingua penzoloni per tutti i chilometri percorsi.

Ekdal 5,5: Buon primo tempo, nel quale sfiora anche il gol (Abbiati vola su una sua sventola da fuori), ma poi scompare.

Thiago Ribeiro 5,5: Anche stavolta gioca da trequartista, ma non è Cossu. Va un pò meglio che col Chievo, ma ancora non ci siamo: secondo noi può dare molto di più. Sfiora la rete poco prima del vantaggio milanista.

Ibarbo 5: Thiago Silva non è certo Legrottaglie, senza offesa per nessuno. Sbatte sul brasiliano e anche su Taiwo,  in una serata assai difficile per lui. Ha però un'occasione buona, ma di testa in solitudine passa la palla ad Abbiati.

Larrivey 4,5: Serataccia: non ne azzecca una. Strano che chi lo ha soprannominato "El Bati" non sia stato ancora querelato per diffamazione dal portentoso ex bomber della Fiorentina.

Ballardini 6: Di stima. Gestire anche tutti quegli infortunati non è facile. Se continua così toccherà pure a lui giocare per tappare i buchi.

mercoledì 21 dicembre 2011

CAGLIARI-MILAN 0-2, il tabellino


17° GIORNATA (20 dicembre 2011)
CAGLIARI-MILAN  0-2
CAGLIARI: Agazzi, Pisano (79' Gozzi), Canini, Ariaudo (63' Perico), Agostini, Ekdal (79' Rui Sampaio), Cossu, Nainggolan, Thiago Ribeiro, Ibarbo, Larrivey. A disposizione: Avramov, Dametto, Murru, Ceppelini. Allenatore: Ballardini.
MILAN: Abbiati, Bonera, Mexes, Thiago Silva, Taiwo, Aquilani, Ambrosini (85' Van Bommel), Nocerino, Boateng, Ibrahimovic, Robinho (74' Pato). A disposizione: Amelia, Antonini, Seedorf, Emanuelson, El Shaarawy. Allenatore: Allegri.
Arbitro: Orsato di Schio.
Reti: 4’ aut. Pisano, 60’ Ibrahimovic.
Spettatori: 18.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 10(228); Corner 7(74); Tiri in porta 6(62); Tiri fuori 7(70); Fuorigioco 4(41). Ammoniti 2(33): Cossu, Larrivey.
(tra parentesi i totali di campionato)

SERIE A, 16A GIORNATA, TUTTI I TABELLINI


MILAN-SIENA 2-0. MILAN: Amelia Bonera, Mexes, Thiago Silva, Taiwo, Nocerino, Van Bommel, Seedorf (56’ Aquilani), Boateng (73’ Emanuelson), Robinho (66’ Pato), Ibrahimovic. SIENA: Brkic, Vitiello, Rossettini, Terzi, Del Grosso, Angelo, Bolzoni, Gazzi (60’ Grossi), Brienza (82’ Destro), Reginaldo (56’ D'Agostino), Calaiò. ARBITRO: Bergonzi (Genova). RETI: 10’ Nocerino, 64’ rig. Ibrahimovic.

FIORENTINA-ATALANTA 2-2. FIORENTINA: Boruc, De Silvestri, Gamberini, Nastasic, Pasqual, Behrami, Salifu (65’ Kharja), Lazzari, Vargas (51’ Romulo), Gilardino (77’ Babacar), Jovetic. ATALANTA: Consigli, Masiello, Lucchini, Manfredini, Peluso, Schelotto, Cigarini, Carmona, Padoin (57’ Marilungo), Moralez (67’ Bonaventura), Denis. ARBITRO: Peruzzo (Schio). RETI: 9’ Gilardino (F), 36’ Masiello (A), 86’ Denis (A), 88’ Jovetic (F).

CESENA-INTER 0-1. CESENA: Antonioli, Comotto, Rodriguez, Von Bergen, Lauro (88' Benalouane), Parolo, Guana, Ceccarelli (68' Bogdani), Mutu, Candreva, Eder (68' Ghezzal). INTER: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Ranocchia, Nagatomo, Zanetti, Cambiasso, Motta, Coutinho (46' Obi), Milito (89' Stankovic), Pazzini (82' Forlan). ARBITRO: Romeo (Verona). RETE: 63’ Ranocchia.

JUVENTUS-NOVARA 2-0. JUVENTUS: Buffon, Lichtsteiner, Barzagli, Chiellini, De Ceglie, Marchisio, Pirlo, Giaccherini, Pepe, Quagliarella, Del Piero. NOVARA: Ujkani, Morganella, Dellafiore, Centurioni, Ludi, Gemiti, Marianini, Radovanovic, Rigoni, Rubino, Meggiorini. ARBITRO: Gervasoni (Mantova). RETI: 3’ Pepe, 74’ Quagliarella.

CATANIA-PALERMO 2-0. CATANIA: Andujar, Alvarez, Bellusci, Legrottaglie, Marchese, Almiron (75’ Sciacca), Lodi, Delvecchio, Gomez, Lopez (67’ Bergessio), Barrientos (80’ Ricchiutti). PALERMO: Benussi, Balzaretti, Silvestre, Migliaccio, Mantovani (63’ Lores Varela), Alvarez (82’ Budan), Barreto, Della Rocca, Bertolo, Ilicic, Miccoli (46’ Pinilla). ARBITRO: Damato (Barletta). RETI: 32’ Lodi, 61’ rig. Maxi Lopez.

GENOA-BOLOGNA 2-1. GENOA: Frey, Mesto, Granqvist, Kaladze, Moretti, Rossi, Veloso, Constant (80' Caracciolo), Merkel (70' Jorquera), Zè Eduardo (69' Jankovic), Pratto. BOLOGNA: Gillet, Crespo, Portanova, Raggi, Cherubin, Pulzetti (86’ Acquafresca), Mudingayi, Kone, Diamanti (77' Gimenez), Ramirez (70' Casarini), Di Vaio. ARBITRO: Giannoccaro. RETI: 38' Rossi (G), 51' Ramirez (B), 85' Pratto (G).

PARMA-LECCE 3-3. PARMA: Mirante, Zaccardo, Lucareli, Paletta (83’ Jadid), Gobbi, Valiani (64’ Pellè), Morrone, Galloppa, Modesto (72’ Palladino), Biabiany, Floccari. LECCE: Julio Sergio (33’ Gabrieli), Oddo, Carrozzieri, Ferrario, Esposito (46’ Brivio), Strasser, Giacomazzi, Olivera, Cuadrado, Muriel (78’ Grossmuller), Di Michele. ARBITRO: Gava. RETI: 18’ rig. Floccari (P), 58’ Di Michele (L), 60’ Di Michele (L), 77’ Cuadrado (L), 86’ Pellè (P), 93’ Galloppa (P).

LAZIO-UDINESE 2-2. LAZIO: Bizzarri, Diakitè, Dias, Radu, Cavanda (46' Scaloni), Gonzalez, Ledesma, Lulic, Sculli (82' Kozak), Klose, Rocchi (64' Hernanes). UDINESE: Handanovic, Benatia, Danilo, Ferronetti, Basta (66' Abdi), Isla, Pinzi, Asamoah, Pasquale, Torje (66' Di Natale), Floro Flores (90’ Domizzi). ARBITRO: Mazzoleni (Bergamo). RETI: 27' Floro Flores (U), 44' Lulic (L), 51' Klose (L), 74' Pinzi (U).

NAPOLI-ROMA 1-3. NAPOLI: De Sanctis, Campagnaro (72' Dossena), Cannavaro, Aronica, Maggio, Inler, Gargano (65' Mascara), Zuniga, Hamsik, Lavezzi (55' Pandev), Cavani. ROMA: Stekelenburg, Rosi, Juan, Heinze, Taddei, Simplicio, De Rossi, Greco (80' Perrotta), Totti (88' Viviani), Lamela (70' Bojan), Osvaldo. ARBITRO: Celi (Campobasso). RETI: 2' Lamela (R), 59' Osvaldo (R), 81' Hamsik (N), 90' Simplicio (R).

CLASSIFICA: Juventus 33; Milan 31; Udinese 31; Lazio 29; Inter 23; Napoli, Roma, Genoa, Catania 21; Palermo 20; Chievo 19; Cagliari, Parma 18; Atalanta, Fiorentina 17; Bologna 15; Siena 14; Cesena 12; Novara 11; Lecce 9.

martedì 20 dicembre 2011

IL GOL, QUESTO SCONOSCIUTO


Cagliari-Milan 0-2

Non si scopre l'acqua calda affermando che il gol è il principale problema del Cagliari in questa stagione.
Anche il buon Cagliari (decisamente in ripresa sotto il profilo del gioco rispetto alle ultime gare) visto stasera contro il Milan ha denunciato la ormai cronica impossibilità di riuscire a concludere a rete in maniera efficace, così che alla squadra rossonera sono bastati appena pochi guizzi per portare a casa l'intera posta pur senza entusiasmare più di tanto. Il massimo risultato con il minimo sforzo.
D'altronde basta leggere le due coppie d'attacco per capire che dentro l'area di rigore non ci sarebbe stata storia: Ibrahimovic e Robinho da una parte, Larrivey e Ibarbo dall'altra. Patrizi contro plebei. La differenza della partita di oggi sta sostanzialmente qui.
Per il Milan poi il partire con un gol di vantaggio, segnato dopo appena tre minuti (Pisano che devia nella propria porta in scivolata nel disperato tentativo di anticipare Nocerino, che avrebbe segnato a porta vuota) grazie ad uno spunto di Robinho e all'indecisione di Agazzi nell'uscita, è stato un bonus fin troppo facile da gestire, contro una squadra che non segna in casa su azione dal mese di settembre e in totale non realizza una rete nemmeno per sbaglio da tre partite.
Poi si vede un buon Cagliari. Volitivo, generoso, anche grintoso. Ma troppo leggero in attacco, troppo statico nei movimenti senza palla, e con un numero 9 che è un fantasma che indossa la maglia dei centravanti. Non poteva che andare così. Nella ripresa poi è stato Ibrahimovic a firmare il raddoppio quasi con sufficienza, mentre in precedenza era sembrato svogliato, nervoso, quasi fuori dalla partita. E allora è calato il sipario. Il Cagliari di adesso non poteva certo essere in grado di rimontare due reti contro i campioni d'Italia, i quali hanno controllato senza difficoltà e senza sforzarsi più di tanto fino alla fine della gara.
Tutto ciò con grande gioia da parte dei numerosi tifosi milanisti cagliaritani assiepati un pò in tutti i settori e che hanno riempito lo stadio, sfidando pioggia e intemperie pur di ammirare i loro tatuatissimi eroi, milionari e telegienici, che potranno però vedere solo una sola volta all'anno, telecamere di Sky a parte.
Alle poche migliaia di tifosi rossoblù che generalmente si assiepano negli scomodi spalti del Sant'Elia in occasione delle partite contro le altre provinciali, per vedere un gol della loro squadra sul campo amico (amico??) non resta invece che rivolgersi a "Chi l'ha visto".
  

lunedì 19 dicembre 2011

MISSION IMPOSSIBLE: MILAN


E adesso il Milan. A pochi giorni dalla pesante sconfitta di Verona, il Cagliari ospita i rossoneri in quella che è la gara di recupero della prima giornata non giocata ad agosto per via dello sciopero dei calciatori.
Ancora una volta Ballardini dovrà fare i conti con le numerose assenze (Biondini, Conti, Ekdal - ai quali si aggiungono i già indisponibili di lungo corso Nenè, El Kabir, Astori) e logicamente dovrà fare anche i conti con il diavolo, ovvero il Milan dell'ex Allegri.
Il Milan è una corazzata che sta scalando veloce la classifica e che punta a confermare il tricolore che ha stampato sul petto. Ha stentato all'inizio, peccato non averci potuto giocare ad agosto quando perfino Ibra e compagni dovevano barcamenarsi con diversi problemi, tra infortuni e forma non ancora al top. Avrebbe potuto essere una partita dal pronostico non così chiuso.
Allo stato attuale invece sembra una gara impossibile, senza storia: Milan fortissimo, Cagliari con i cerotti e inguardabile. Ballardini parla di motivazioni: una gara come questa, dice, è la gara giusta in questo momento. Parla così per dare stima e coraggio ai suoi ragazzi, parla convinto del fatto che una reazione si vedrà. Forse non può parlare diversamente.
Rientra Cossu, su di lui cade la grande responsabilità di inventare qualcosa di importante. Il Milan concederà spazio, farà la partita e potrebbe un pò scoprirsi, ma le occasioni che potranno capitare ai rossoblù di questi tempi saranno molto probabilmente poche, pochissime, e andranno sfruttate. Il Milan concede spazi ma al contempo punta molto sul palleggio e sul possesso palla.
Potrebbe essere la partita ideale per Ibarbo. Dobbiamo sperarlo. Con la sua velocità può mettere in difficoltà la retroguardia rossonera. Per il resto le aspettative per noi cagliaritani sono poche e poco forse ci crediamo. Servirebbe la partita perfetta: in difesa come al centro come davanti dove comunque non riusciamo neppure più ad immaginare un possibile gol di Larrivey o Ribeiro. Non vediamo gioco sulle fasce e non ricordiamo più cosa siano i palloni buttati in mezzo per la testa di Larrivey che certo non riesce e non sa giocare spalle alla porta, non sa difendere la palla e far salire la squadra, non riesce a giocare di sponda, non riesce a dare spazi per inserimenti, così come non pare più all'altezza Ribeiro, ritenuto subito maturo ad inizio campionato, poi spaesato nel ruolo di ala, poi definitivamente perso.
Serve la partita perfetta, la partita della vita. La classifica ci mostra chiaramente un Cagliari in calo, sempre più vicino alle zone pericolose. Quota quaranta è l'obbiettivo, ma anche solo per il nostro scudetto, la salvezza, serve una svolta nel gioco, nella mente di chi va in campo e a gennaio non si potrà che (si spera) intervenire sul mercato per evitare il peggio.
Quanto a domani, in sintesi, serve un miracolo.

(Davide Zedda)


DE PATRE, L'ULTIMO ESORCISTA DEL DIAVOLO


Cagliari-Milan 1-0: De Patre esulta dopo il gol vittoria

(18 ottobre 1998 - Cagliari-Milan 1-0)

Partita da evitare per i cardiopatici e per le persone troppo sensibili. Il Cagliari formato Sant’Elia dell’autunno ’98 è una squadra spettacolare e temibile per chiunque, e il Milan del mese di ottobre è una squadra svagata e con numerosi equivoci tattici da risolvere.
Nessuno immagina che a fine campionato a brandire il tricolore saranno proprio i rossoneri di Zaccheroni, al termine di una incredibile rimonta ai danni della più quotata Lazio.
In questa partita succede di tutto, soprattutto nel primo tempo. Il Cagliari, come di consueto, parte senza timori e pur privo di O’Neill, Villa e Macellari, cerca di creare pericoli alla porta di Lehmann sin dai primi minuti.
E infatti il vantaggio arriva quasi subito, al 19’ del primo tempo, aiutato da un errore della difesa milanista: Nyathi crossa da sinistra, Lehmann esce a vuoto e, mentre N’Gotty anticipa di testa Muzzi la palla giunge a De Patre che si ritrova solo a pochi metri dalla porta, con Lehmann che tenta disperatamente di rientrare tra i pali.
Il tocco in rete così è un gioco da ragazzi per il centrocampista cagliaritano, e l’uno a zero è cosa fatta.
Il gol del vantaggio è solo l’inizio delle ostilità, l’incipit per i fuochi che si vedranno in tutto il primo tempo.
Ad accendere le micce sono soprattutto Vasari e Muzzi da una parte, Weah e Bierhoff dall’altra, di spegnerle si incaricano di volta in volta i rispettivi portieri.
Poco prima della mezz’ora Vasari lancia Muzzi, quest’ultimo salta il portiere Lehmann che lo tocca e così l’arbitro è costretto a fischiare il calcio di rigore. Allo sfortunato portiere milanista non ne va bene una: dopo l’errore sul gol di De Patre, ora arriva l’ammonizione per il fallo sull’attaccante cagliaritano e, giusto per chiudere in bellezza la sua giornata, si infortuna proprio nell’azione appena conclusa.
Così, mentre Roberto Muzzi attende la sua esecuzione vicino al dischetto dell’area, arriva l’inossidabile Sebastiano Rossi, costretto a sostituire a freddo il portiere tedesco.
E dalla panchina il portiere milanista si trasforma in eroe nel breve volgere di pochi minuti: la conclusione del numero undici rossoblù è angolata ma il riflesso di Rossi è perfetto e la palla viene deviata in calcio d’angolo.
Scampato il pericolo, i diavoli rossoneri prendono fiducia e cominciano a stringere d’assedio la porta di Scarpi. Ma il portiere cagliaritano non vuole essere da meno del suo collega e innalza un muro a difesa della sua porta.
Così nei minuti finali del primo tempo il pubblico della Nord del Sant’Elia si spella più volte le mani per applaudire le prodezze del numero uno di casa, che sotto la curva si esibisce in prodigiose parate che serviranno a scacciare i possibili sensi di colpa di Muzzi per il rigore fallito.
Come quella della mezz’ora, che nega il gol a Weah il quale aveva fatto partire un bolide che sembrava dover gonfiare la rete. Poi osserva speranzoso, qualche minuto dopo, la traiettoria di un altro tiro di Bierhoff che poteva essere il pareggio ma la palla sbatte sull’incrocio dei pali, suscitando il boato di sollievo del pubblico cagliaritano.
Non è ancora finita. Pochi minuti prima dello scadere ancora Bierhoff ha una grossa opportunità di portare il Milan sull’uno a uno, quando l’arbitro Treossi gli concede un calcio di rigore per un fallo su di lui da parte dell’insicuro Nyathi.
Ma il muro “scarpiano” non lascia passare nulla: il tedesco batte forte ma centrale e, un pò con l’istinto, un pò con la buona sorte, Scarpi respinge la palla oltre la linea anche stavolta. Da infarto.
Solita storia anche nei secondi quarantacinque minuti di gioco, coi rossoneri costantemente in avanti alla ricerca del pari, con Muzzi nei suoi dirompenti contropiede, intento a riscattare l’errore dal dischetto e Sebastiano Rossi a chiudere la saracinesca per negargli ogni tipo di soddisfazione.
E Scarpi? Nulla da fare, oggi dalle sue parti non si passa. L’ultimo a tentarci, proprio allo scadere, è capitan Maldini con un tiro forte e preciso diretto all’incrocio dei pali.
Ma per il portierone cagliaritano è una giornata di grazia e con un balzo felino nega anche l’ultima occasione per i milanisti di portare a casa un punto.
E così, ventisei anni dopo l’ultima vittoria, il diavolo è di nuovo preso per le corna. Amen.

Cagliari: Scarpi, Zanoncelli, Berretta, Zebina, Grassadonia, Vasari (66’ Mazzeo), Cavezzi, De Patre (81’ Centurioni), Nyati, Kallon (66’ Carruezzo), Muzzi. A disposizione: Franzone, Esposito, Lopez, Abeijon. Allenatore: Ventura.
Milan: Lehmann (27’ Rossi), N’Gotty, Ayala, Maldini, Helveg, Albertini, Ambrosini (55’ Cruz), Ziege, Ganz (55’ Ba), Bierhoff, Weah. A disposizione: Coco, Maini, Donadoni, Guly. Allenatore: Zaccheroni.
Arbitro: Treossi di Forlì.
Rete: 19’ De Patre.
Spettatori : 36.000 circa.


IL CATTIVO STATO DI FORMA DI TROPPI



Tutti parlano degli attaccanti, o del fatto che il Cagliari di Ficcadenti facesse un gioco schifoso. Quello di Ballardini, con tutto il rispetto per chi salvò tre anni fa per il rotto dela cuffia una squadra derelitta, non è certo migliore di chi lo ha preceduto.
La verità è che gli attaccanti non segnano, o perlomeno non concludono verso la porta, quando dietro non c'è un complesso che ne arma le azioni conclusive. Fino a poco più di un anno fa si ammirava l'estetica del gioco di Allegri, quando l'attuale allenatore milanista guidava il Cagliari. Ancora più di recente si apprezzava la miglioria tecnica apportata da Donadoni, che andava a sostituire un troppo difensivista Bisoli.
Questione di schieramento, di schemi, si direbbe. La verità è che un allenatore, pur bravo che sia, non può entrare in campo e sostituirsi a coloro che giocano la partita.
L'allenatore (soprattutto in Italia) è il principale capro espiatorio delle cattive prestazioni delle squadre. Ne è una riprova il costante ricambio della guida tecnica (più elevato rispetto ad altri campionati europei) in una nazione calcisticamente schizofrenica, spesso con squadre gestite da presidenti umorali. Specchio un pò della società di oggi, sempre di corsa, sempre tendente al risultato.
Ma prendiamo l'esempio del Cagliari. Con Ficcadenti il gioco latita, ma la squadra per poco non sfiora il primo posto solitario (sarebbe bastato battere il Siena qualche mese fa), almeno per una giornata. Poi arriva Ballardini, e la situazione non cambia di molto. Anzi, se vogliamo, peggiora, almeno sotto quel punto di vista.
Allora qual'è il problema? Giocatori scarsi? No, se alla fine si pensa che la squadra titolare è più o meno la stessa dell'anno passato, e degli ultimi due anni, pregni di ottimo gioco. Leggetela bene: mancano all'appello solo Lazzari a centrocampo (quando giocava) e Matri prima e Acquafresca poi in attacco. Per il resto, squadra immutata.
Il fatto è che l'allenatore dà i dettami da eseguire in campo, ma poi sono i giocatori a svolgere il loro lavoro. Dunque è inequivocabile che tanti giocatori al momento hanno un rendimento scadente rispetto allo standard al quale ci avevano abituati. E' questo il motivo delle insufficienti prestazioni del Cagliari di questo periodo.
I giocatori sono coloro che vanno in campo, e sono coloro che determinano il risultato. Di fronte ad un errore individuale, il mister può farci ben poco. Come non è certo il mister che ha favorito l'assolo vincente di Ibarbo di qualche settimana fa a Catania. Forse Bilardo aveva dei meriti nel famoso gol di Maradona contro l'Inghilterra ai mondiali 1986? No, evidentemente.
Dunque è lecito aspettarsi un miglioramento nelle prestazioni di tanti giocatori che non stanno rendendo secondo i loro abituali standard, più o meno tutti. E chissà che anche i tanto vituperati attaccanti finalmente, con l'appoggio dell'intera squadra, non si rivelino qualcosa di più che un bluff...

domenica 18 dicembre 2011

CHIEVO-CAGLIARI 2-0, LE PAGELLE



Agazzi 6,5: Sui gol non ha colpe, e il suo dovere lo fa per intero.

Pisano 5,5: Non attraversa un momento di particolare forma. Si limita al solito a svolgere il solito compitino, e di puntate in avanti nemmeno l'ombra o quasi.

Perico 6: Un pò più intraprendente di Pisano. Ma niente di che.

Agostini 5,5: Vale lo stesso discorso fatto per Pisano, più o meno.

Canini 5: Su di lui pesa l'indecisione sul gol di Therau che ha sbloccato la gara. Poi tante altre indecisioni. Brutta giornata.

Ariaudo 6: Almeno lui in difesa si salva, pur senza strafare. E' l'uomo più pericoloso dell'attacco (!!??) rossoblù.

Biondini 5,5: Errori su errori, e meno dinamico del solito. Per poco non azzecca il gol dalla distanza, ma Sorrentino glie lo nega.

Nainggolan 5: Non è il solito motorino perpetuo e sbaglia pure parecchio. Poco nella gara, e negli ultimi tempi non è un caso isolato. Le sirene juventine lo stanno distraendo?

Ceppelini 5: Grandi qualità ma ancora leggerino per gare come questa. Si farà. Forse.

Rui Sampaio 5,5: Rileva Ceppelini ma non incide più di tanto, sommerso nella mediocrità generale della squadra.

Thiago Ribeiro 5: Doveva fare il trequartista al posto di Cossu. Andrea lo perdoni.

Ibarbo 5,5: Corre e prende falli ma alla fine non combina niente di particolarmente utile là davanti. Non è sempre primavera!

Larrivey 5: Al solito: sponde, qualche stop sbagliato, scarsa penetrazione per andare al tiro. E anche solo il più delle volte. Ma abbiamo scoperto che non batte male le punizioni.

Murru 10: Entra 4 minuti e quindi non tocca quasi palla (ovviamente), ha 17 anni, è del vivaio, e ha esordito in serie A: un dieci di incoraggiamento!

Ballardini 6: La squadra non diverte, anzi, annoia più di un film Uzbeco degli anni trenta. però ha due attenuanti: 1) mancava troppa gente; 2) troppa gente sta giocando molto al di sotto dei suoi standard. E' colpa sua questa?

RECUPERO 11a GIORNATA: GENOA-INTER 0-1


13 dicembre 2011

GENOA-INTER 0-1.
GENOA: Frey, Granqvist, Dainelli Kaladze, Mesto, Rossi, Veloso, Konstant (60’ Jankovic), Moretti, Merkel (75’ Caracciolo), Zè Eduardo (51’ Pratto).
INTER: Julio Cesar, Maicon, Lucio, Samuel, Nagatomo, Faraoni (46’ Alvarez), Thiago Motta, Cambiasso, Poli (68’ Obi), Pazzini, Milito (82’ Forlan).
ARBITRO: Banti (Livorno).
RETE: 67’ Nagatomo.

CHIEVO-CAGLIARI 2-0, il tabellino


16° GIORNATA (17 dicembre 2011)
CHIEVO-CAGLIARI  2-0
CHIEVO: Sorrentino, Frey, Cesar, Andreolli, Dramè (35' Sardo), Luciano, Bradley, Hetemaj, Thereau (79' Sammarco), Paloschi (84' Vacek), Pellissier. A disposizione: Puggioni, Morero, Moscardelli, Uribe. Allenatore: Di Carlo.
CAGLIARI: Agazzi, Pisano (59' Perico), Canini, Ariaudo, Agostini, Biondini (88' Murru), Nainggolan, Ceppelini (58' Rui Sampaio), Thiago Ribeiro, Ibarbo, Larrivey. A disposizone: Vigorito, Gozzi, Dametto, Mannoni. Allenatore: Ballardini.
Arbitro: Giancola di Vasto.
Spettatori: 6.000 circa.
Statistiche Cagliari: Falli 14(218); Corner 6(67); Tiri in porta 4(56); Tiri fuori 3(63); Fuorigioco 2(37). Ammoniti 2(31): Biondini, Agostini.
(tra parentesi i totali di campionato)

CAGLIARI, PANDORO INDIGESTO



(Chievo-Cagliari 2-0)

Assenze. Mediocrità del gioco offensivo. Distrazioni difensive. 
Prendiamo una calcolatrice, facciamo la somma di questi tre valori, e quale risultato otteniamo? Si, esatto, proprio quello: SCONFITTA.
Il Cagliari visto a Verona contro il Chievo è più o meno lo stesso che la domenica prima aveva affrontato il Parma, con in meno Cossu e Conti. Poteva scaturire un'altro zero a zero, assodato che ancora non si è scoperta la pozione magica in grado di far segnare qualche rete ai rossoblù. Invece stavolta la squadra avversaria, un pò più intraprendente in avanti rispetto agli emiliani di una settimana prima, riesce a segnare due reti anche per un fare più distratto della difesa cagliaritana, e così cambia il punteggio e il totale punti ottenuti dalla squadra rossoblù: da uno a zero. 
Non cambiano invece le altre cose, vale a dire l'incapacità di tirare verso la porta avversaria: solo nel finale, coi gialloblù più rilassati e un pò stanchi c'è stato qualche tentativo, anche se  va notato che il più pericoloso nell'area clivense è stato Ariaudo. Gli attaccanti? Non pervenuti.
Qualcuno potrebbe dire che hanno patito l'assenza di un suggeritore come Cossu. Ma nelle partite precedenti Cossu c'era, e il risultato delle loro scorribande (??) è stato il medesimo: lo zero assoluto.
Abbiamo letto da più parti che tra Cristiano Ronaldo e Mourinho c'è un pò di maretta, e che il portoghese avrebbe espresso la volontà di lasciare il Real Madrid. Cellino potrebbe tentare di portarlo a Cagliari a gennaio, così da risolvere i problemi offensivi del Cagliari. Coi 100 milioni che otterrebbe dalla cessione di Nainggolan, l'operazione sarebbe possibile.

venerdì 16 dicembre 2011

VIVERE UN "CLASICO" (parte seconda...)


Entriamo al Bernabeu.
Non ci sono tornelli, solo delle miniporte stile passaggio di metropolitana: si poggia il biglietto, il lettore riconosce il codice a barre e sblocca il meccanismo, infine lo steward dietro ogni entrata ti fa passare. Poi c’è il controllo di rito per quanto riguarda borse, buste e similari da parte di altri steward, qualche metro più avanti, e alla fine puoi salire nel posto a te assegnato dal biglietto che hai in mano, nel nostro caso il quarto anello del Fundo Norte (chiamiamola Curva Nord).
Tempo stimato per compiere tutte queste operazioni? Cinque minuti, arrotondati per eccesso.
Senza voler confondere lo sterco con la nutella, più o meno dello stesso colore, lo scrivente riflette amaramente su una cosa: essendo solito andare alle partite casalinghe del Cagliari prevede che quando, tra una settimana, si giocherà contro il Milan, dovrà sorbirsi i canonici 20-30 minuti di file, controlli e tornelli per entrare in uno stadio che a malapena conterrà ventimila persone.
Ma ora è felice perchè ci ha messo appena cinque minuti per entrare in un impianto che invece ne contiene 90.000 e oltre, e siccome comincia ad essere un pò stanco decide di arrivare al suo posto, situato molto in alto, direttamente con alcune rampe di scale mobili.
Altra organizzazione, ma tant’è...

Una volta dentro, il colpo d’occhio è quello delle grandi arene: bella vista con stadio vuoto, con i suoi sedili azzurri e gli spalti spioventi, ma ancor più bello da pieno, ove per questa partita la società del Madrid ha messo in ogni sedile una bandierina bianca con lo stemma della squadra. In tutto ci saranno 90.000 bandierine pronte a sventolare all’ingresso delle squadre in campo.
Un signore alla mia sinistra, madridista dall’era che fu, sentendo il mio castigliano non propriamente di madre lingua mi domanda, con sguardo vagamente minaccioso, se io sia un tifoso “blaugrana” in avanscoperta. Ottenute adeguate rassicurazioni su quali possano essere le preferenze del sottoscritto, cambia tono e diventa complice, suggellando il nuovo status porgendomi una lunga e succulenta liquirizia da addentare prima del fischio d’inizio.

Poi arriva il momento. Da queste parti non aspettavano altro. Abituati a vincere e dominare, i madridisti e i madrileni non sopportano di dover fare ormai da tre anni la cenerentola ai rivali di Catalogna e ciò si legge nelle loro facce, come pure si avvertiva in città ormai da una settimana. Le squadre stanno entrando in campo e nel frattempo la vita pare essersi fermata a Madrid. Tutt’intorno le strade sono vuote, e chi non è dentro e nelle adiacenze del Bernabeu, è a casa o in qualche locale. Tutti o quasi incollati davanti alla tv per la partita dell’anno.

Poi, come l’incipit di un grande spettacolo, si ode Pavarotti rivivere nelle casse dello stadio mentre intona con pathos il “Nessun dorma” e tutti stanno in silenzio ad ascoltare, con gli occhi fissi su quei ventidue ragazzi in maglietta e pantaloncini che stanno per dar vita alla grande sfida. Mentre Pavarotti canta, nella “Sur parte la coreografia che con i cartelloni colorati dovrebbe ricreare lo stemma madridista. L’esperimento riesce solo in parte: forse qualcuno del pubblico era in possesso del cartoncino di colore sbagliato, così l’effetto non è proprio dei più precisi e riusciti. Cose che possono capitare.
Tutto il resto degli spalti è un costante sbandierare bianco (con le bandierine di cui sopra) che fa da cornice all’assordante boato che si diffonde quando i giocatori si avviano di corsa verso il centrocampo, mentre l’inno madridista “Hala Madrid” si sostituisce all’indimenticato e corpulento tenore italiano dalla voce diamantata.
Il pubblico è scatenato e cerca sin dal fischio d’inizio di spingere i propri beniamini a una vittoria che contro gli invincibili di Guardiola manca ormai da troppo tempo. Tutto questo trambusto deve aver distratto il portiere Victor Valdes che dopo pochi secondi regala un pallone a Di Maria, dal quale parte la rocambolesca azione che porta al vantaggio lampo di Benzema.

Quando il francese ha la palla d’oro e la scaraventa nella rete sono passati appena 22 secondi e molti sugli spalti non si sono ancora seduti. Il gol pressochè inaspettato fa deflagrare il Bernabeu in un boato assordante che ne smuove le fondamenta fin dai parcheggi sotterranei.
Poi comincia la partita. Dopo aver accusato un pò il colpo, e rischiato il tracollo (gracias, Cristiano!) Messi e compagni prendono possesso del campo, minuto dopo minuto, metro dopo metro. Il Real non è domo e si fa pungente come una zanzara che ha fiutato una colonia di bambini grassocci a un piscina party. Ma la “pulga” se ne inventa una delle sue e lancia a rete Alexis (che a Cagliari ricordano bene...) il quale vola in porta e fa in modo che la sua palla non venga raggiunta da Casillas. E’ l’uno a uno. Il Bernabeu smette di deflagrare. Ora c’è solo qualche lapillo sparso.

Poi giunge la ripresa, e il pressing asfissiante del primo tempo da parte dei madridisti scema un pò, come era ovvio che fosse. Iniesta sale in cattedra e i ragazzi di Guardiola ricominciano con il loro ossessivo possesso palla, stavolta avendo meno opposizione. Ma per scardinare la partita serve un colpo di fortuna, come quando una conclusione di Xavi viene deviata da Marcelo e la palla va dove Casillas non riesce ad arrivare. Silenzio.
E’ fatta ormai, per il Barcelona si preannuncia un’altra vittoria, e la partita viene messa in cassaforte in un contropiede fulminante, geniale: parte Iniesta, serve Messi, avanza e scarica a destra per Alves, cross col contagiri e testa di Fabregas ad anticipare Coentrao, per segnare nella stessa porta dove Pablito, Tardelli e Altobelli affossarono la Germania nella finale del 1982.

Per il mai domo Real Madrid è finita, e lo capisce anche il tifoso al mio fianco, quello della liquirizia, il quale mi guarda senza più la baldanza dei primi minuti, e ammette l’elevata estetica del gioco catalano, pur consolandosi coi 70 gol di inizio stagione e il primato in classifica delle merengues. Poi, quando Iniesta viene sostituito si alza in piedi ad applaudirlo come tutto lo stadio, memore di chi con uno storico gol aveva regalato alle “furie rosse” la prima agognata coppa del mondo poco più di un anno prima. Almeno lui mette tutti d’accordo.
Poi la partita regala gli ultimi vagiti ma il 3-1 non cambia più, proprio come la finale ’82, e stavolta non ci sono risse, sberleffi, nè dita negli occhi o spintoni. Applausi per tutti.
Lo spettacolo è finito, sia sugli spalti che sul rettangolo di gioco, e sia chi è madridista sia chi è blaugrana va via soddisfatto (magari un pò di più questi ultimi).
Ma il risultato ormai conta ormai fino a un certo punto. Il Calcio è passato di qui. E beato chi c’era.