domenica 11 novembre 2012

PRIMO PARI: CHI SI ACCONTENTA GODE


Cagliari-Catania 0-0

Non è stato poi così noioso come alcuni hanno pensato, il derby tra le isolane, nonostante le zero reti segnate e il non elevato numero di occasioni da rete.
E' vero che le due squadre si sono più o meno annullate a vicenda, dimostrando comunque entrambe di essere in discreta salute e di avere più o meno le idee chiare sul gioco da offrire al campionato.
Per il Cagliari non è successo ciò che si era verificato in occasione degli incontri precedenti alla vendemmiata di gol ai senesi e alla debacle fiorentina, cioè una partita sostanzialmente equilibrata, attenta in difesa e poi aggiudicata grazie ad un episodio favorevole o a un blitz in attacco. Non è successo perchè stavolta nessuno è riuscito a bucare la rete avversaria (ci è andato vicino tre volte Sau), capitalizzando al meglio la ritrovata ermeticità della difesa.
Mancando un gol apripista come quello di Nenè al Siena nei primi minuti, è stato più difficile aprire una difesa come quella del Catania, alta e pressante per almeno la prima mezz'ora del primo tempo, cosa che ha impedito ai rossoblù di superare la metà campo per quasi tutta la prima parte di gara.
Forse per una partita casalinga contro una pari grado ci sarebbe voluto il piede più educato (rispetto a quello di Dessena) di Ekdal per migliorare il tasso tecnico del palleggio a centrocampo, ma sono discorsi che è facile fare col senno di poi.
Perlomeno si sono visti miglioramenti sensibili da parte di Cossu, che pian piano sta entrando più in forma del quasi nulla che si era visto nelle precedenti esibizioni, e si aspetta il miglior Pinilla, fondamentale ai suoi livelli per fare del reparto offensivo qualcosa di più pericoloso rispetto a quanto visto ieri. Contro il Catania il cileno, per il poco che ha giocato, ha fatto vedere cose discrete ed è parso più in palla di un Nenè stavolta in ombra (e in alcune occasioni egoista). Ora bisognerebbe che segnasse.
A milano contro l'Inter missione impossibile? Chissà. I neroazzurri non sono quelli quasi imbattibili del triplete: se quei tipi con le maglie fosforescenti e i fischietti in bocca o le bandierine in mano non interverranno a comando, se non ammoniranno Conti al primo fallo e Cambiasso al quindicesimo, e se ogni starnuto in area cagliaritana non diverrà rigore, diciamo che il Cagliari se la può anche giocare alla pari.
E che vinca il migliore, sperando che non sia la squadra di Stramaccioni.