giovedì 1 settembre 2011

IL MERCATO E' CHIUSO. ORA PARLERA' IL CAMPO

Il neo acquisto Rui Sampaio alla firma del contratto


Finito il calcio mercato per tutti, anche per il Cagliari.
Poche importanti cessioni. Perso il gioiello Acquafresca, sono comunque diverse le opportunità che si presentano in attacco partendo dalla certezza Nenè. Si vedrà se Larrivey potrà finalmente giocare un ruolo da protagonista o se la scommessa del presidente Cellino dovrà definitivamente considerarsi persa.
Ibarbo, El Diablo Thiago Ribeiro, Sampaio, Ekdal, il misterioso Ceppelini, El Kabir, sono tutti giocatori da vedere, da aspettare piu' probabilmente. Resta Biondini, per fortuna, in un centrocampo collaudato e che al momento non concede tante alternative, considerata la partenza di Lazzari.
La difesa la conosciamo bene, meglio anche della linea mediana con appena cinque giocatori per quattro posti. Le certezze sono queste, la speranza e che ci siano delle belle sorprese da chi meno ti aspetti. Forza Cagliari e che la serie A sia con noi. Si parte da Roma dove si è vinto solo due volte: stagione 1967/68 e 1968/69. E dove di nuovo si esordisce, come nel 1964/65. Amen.

mercoledì 31 agosto 2011

L'INUTILITA' ODIERNA DELLA PAROLA



Lo spunto è venuto dopo aver appreso la notizia dal sito ufficiale del Cagliari Calcio, in data 30 agosto 2011. La notizia è ufficiale, vista la fonte: dal 1° settembre comincia la campagna abbonamenti per tutti coloro che, non abbonati nella passata stagione, vogliano usufruire del diritto di presenziare alle 19 partite casalinghe del Cagliari multietnico versione 2011/12.
In precedenza (fino al 13 agosto) il diritto di rinnovare le tessere era stato "concesso" agli abbonati del campionato scorso, come premio per l'attaccamento alla squadra, etcetera etcetera...
I vecchi possessori di tessera hanno gradualmente rinnovato i loro abbonamenti, ma si ponevano una semplice domanda: ma non era stato detto che gli abbonati erano un costo per la società? All'indomani della disarmante sconfitta con il Cesena (eravamo al mese di maggio di quest'anno), fu appunto il presidente Cellino a dichiarare che per il 2011/12 non ci sarebbe stata campagna abbonamenti. Va beh...


Gennaio 2011. Matri: in una settimana da rossoblù a bianconero

Come se le parole non avessero la loro importanza.
Tornando indietro nel tempo, e tralasciando gli sputi richiesti in caso di vendita di Matri (parole di fine 2010), visto che era abbastanza palese che il giocatore venisse prima o poi ceduto a una "grande" viste le sue ottime prestazioni, rammentiamo un'altra "chicca" della fine di ottobre 2010, all'indomani della sconfitta in casa della Lazio, coi biancoazzurri primi e rossoblù ultimi al termine dei novanta minuti: "se non arriviamo davanti alla Lazio a fine campionato, rimborso gli abbonamenti". In tanti stanno ancora aspettando...

Ottobre 2010: Floccari esulta dopo il gol al Cagliari
La parola è la forma più immediata di comunicazione, ma non è la sola. Spesso se ne fa un uso poco appropriato, e il più delle volte il suo significato non è lo stesso rispetto al reale pensiero dentro la testa di chi la ha esternata. Capita. A volte sono bugie volute, tipo dire che si faranno pagare meno tasse o che stiamo uscendo dalla crisi, giusto per far contenti gli interlocutori, altre volte escono come involontarie flatulenze improvvise salvo poi pentirsi, a freddo, di non averle sapute trattenere.

Maggio 2008: i rossoblù festeggiano l'insperata salvezza 

La macchina del tempo ci riporta ancora più indietro, al febbraio del 2008, col Cagliari in cattive, cattivissime acque. Praticamente un piede e mezzo in serie B. Il presidente, afflitto dalla situazione e da un mondo, quello del calcio, effettivamente intriso di squali e serpenti, efferma: "a fine stagione lascio il calcio". Alzi la mano chi ci ha creduto. E nonostante le tante parole al vento, alla fine forse è stato meglio così.
Però... a volte il silenzio è d'oro...  


martedì 30 agosto 2011

QUANDO I BIGLIETTI NON ERANO NOMINATIVI... E ALTRE COSE

Un tempo nemmeno lontano si giocava tutti insieme, alle 14,30, oppure alle 15 o alle 16 quando giungeva l'ora legale.
Un tempo per andare allo stadio, se stavi in curva, non c'erano i posti numerati e dovevi andare almeno due ore prima se, per esempio, l'avversaria era il Milan o la Juventus o era l'ultima di campionato e c'era ancora da conquistare il traguardo stagionale. Andare col panino e mangiare là, dopo aver preso il posto e messo sciarpe e qualunque cosa potesse essere utile a tenere i posti agli amici che arrivavano dopo di te.
Un tempo entravi solo col tuo biglietto, non dovevi esibire nessuna tessera del tifoso o documento d'identità. Ti palpavano un pochino per vedere se avevi "armi" addosso, e poi potevi entrare.
Ti facevano storie per una radiolina troppo ingombrante, o per la bottiglietta dell'acqua con il tappo ancora indosso, o per l'ombrello. Magari per l'autoradio che tanto tempo fa non aveva il frontalino estraibile e te la dovevi portare appresso tutta, per intero. Ti facevan storie, e poi scoprivi che sotto di te (non capivi come) erano riusciti a entrare bombe carta, bastoni, petardi di media e lunga gittata, coltelli, bombe a mano, kalashnikov, etc...
E non capivi perchè. Forse li nascondevano nella cavità che si trova in mezzo ai glutei (giusto per non dire buco del culo, che non è educato...)?
Un tempo non dovevi fare la fila ai tornelli (tornelli?) come se fossi in metropolitana. In questo modo, oggi, i furbi non riescono più ad entrare. Se il codice a barre (si, come quello dei supermercati) dà la luce rossa, il tuo biglietto non è valido. Ma poi vedi che molti entrano pure col "rosso", o a volte anche senza il biglietto, col tornello che si apre miracolosamente al loro passaggio. Come chi ha il Telepass nelle autostrade.
Un tempo andavi nel tuo punto vendita preferito, facevi la fila, prendevi il biglietto e la domenica (già, la domenica) andavi alla partita. E come te facevano altre 40.000 persone, tempo addietro anche 50 o 60 mila, se la partita in questione aveva la sua importanza.
Oggi giusto due, al massimo tre volte, riesci a vedere il tuo stadio raggiungere ventimila presenze, ma puoi tranquillamente sederti in tv, sbirciare in HD il nuovo tatuaggio del tuo campione preferito mentre ascolta l'Ipod negli spogliatoi, sentire il commentatore dire che l'attaccante ha tirato col destro a mezza altezza mentre vedi anche tu che l'attaccante ha tirato col destro a mezza altezza, oppure vedere la nuova esultanza di quel giocatore che, neo-papà o neo-innamorato, o che ha solo cancellato un neo, la mostra festante davanti alla telecamera 3D a parenti amici e conoscenti e tifosi.
Oggi hai tutto ciò, e tutto ciò è impagabile. Anzi, si paga. Ma si sa, oggi neppure i miracoli sono gratis.

Ecco un paio di vecchi biglietti d'ingresso del Cagliari, giusto per i più nostalgici:



1988/89, Cagliari-Ischia. Promozione in serie B.


ultima giornata 1989/90: con la Triestina si festeggia la serie A ritrovata. 45.000 spettatori.


Prima giornata 1991-92: Francescoli castiga i campioni d'Italia


Ultima giornata 1992/93: Il Cagliari batte 4-0 il Pescara ed è coppa Uefa!


Il Cagliari rimonta il 2-3 dell'andata e passa il primo turno di Coppa Uefa

1994/95: il Cagliari di Tabarez imbriglia la Juve poi campione d'Italia: 3-0


Ultima giornata 1997/98, serie B: i gol di Muzzi e Cavezzi riportano il Cagliari in serie A


1998/99: Il Cagliari di Ventura batte la Roma di Zeman con un 4-3 spettacolare


Nel 1992/93, anno della qualificazione Uefa, l'abbonamento era così. A strappo.
 






lunedì 29 agosto 2011

BIONDINI E IL PROBLEMA DEL CENTROCAMPO


Non Sara un fenomeno, non diventerà come Oriali, non risolverà i problemi del Cagliari sulla linea mediana.
Certo, tutto vero, ma perché tanto accanimento nei suoi confronti proveniente dalla parte più calda della tifoseria? Non esiste nulla di strano nel dichiarare che un giorno sarebbe bello giocare nella squadra della propria città. Ma allo stesso tempo Biondini non ha mai detto di voler lasciare il Cagliari. E se ora si trovasse "costretto" ad andare via poiché finito sotto tiro e con il rischio di avere in casa un secondo caso Marchetti?
Il vero problema nel nuovo Cagliari sta proprio nella linea mediana. Linea a tre con Conti, Nainggolan e, per l'appunto, Biondini. Stop, finito, non esiste nessuna alternativa seria. Certo, Ceppelini prima o poi giocherà e magari sarà un fenomeno; Eriksson guarirà e anche lui darà un contributo essenziale; Mancosu è in prestito in serie B e il buon Ekdal anche lui avrà necessità di tempo. Poi, il grande dubbio Parolo. Ciò perchè non è detto che diventerà un giocatore del Cagliari mentre Biondini è già perfettamente inserito nel gruppo e nel gioco.
Insomma, presidente Cellino, non ci lasci senza Biondini e senza "Parolo". Fossi in lei mi terrei stretto Davide, i tifosi capirebbero presto, e il Cagliari avrebbe meno patemi d'animo.

* un ringraziamento a Davide per il suddetto post