domenica 16 settembre 2012

I CESARINI


E due. Il mai dimenticato attaccante juventino degli anni trenta esperto in reti al novantesimo si è rimaterializzato con la maglia rossoblù (o bianca) e per la seconda volta consecutiva ha salvato la Ficcadenti band da una settimana di polemiche e paura.
Dopo Ekdal, il "Cesarini" di turno è una new entry della serie A, il tanto atteso Marco Sau che i tifosi sardi più accaniti vorrebbero eleggere come nuovo beniamino di casa per scacciare definitivamente argentini e/o brasiliani troppo pagati (ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale).
Il non più giovanissimo (anche se nell'Italia pallonara di oggi ci si ostina a chiamare "giovane promessa" ancora uno di 25 anni) attaccante di Tonara è stata appunto la sorpresa (o la conferma) positiva della partita di Palermo, non solo per il gol (il primo in A, all'esordio, come fece Gigi Piras) pur prezioso come il pane, ma per l'approccio positivo e la sensazione che i numeri mostrati in serie B possano essere bissati tranquillamente nella massima serie, per di più quella priva di veri mostri come quella attuale.
D'altronde l'esempio del Cossu versione 2008 dimostra che se giochi in B o in C non è detto che sei bravo solo per quella categoria, ma magari non hai avuto finora troppa fortuna.
La partita di Palermo fa provare sollievo per lo scampato pericolo al fischio finale, ma fa anche aumentare il rammarico per un'avversaria che poteva essere affossata con più cattiveria e con maggiore efficacia nella zona avanzata del campo.
In pratica il Cagliari, dopo tre partite, ha due punticini arraffati per il rotto della cuffia contro avversarie per nulla eccezionali e per larga parte delle partite, dominate almeno sul piano del gioco. Ma la prassi del compitino comincia a pesare sulla capacità offensiva della squadra di Ficcadenti, che appare brava nel far girare la palla ma non altrettanto fantasiosa quando si tratta di creare situazioni per andare al tiro. 
La sensazione è quella di un cantiere ancora aperto come quello di Is Arenas, e di un 4-3-3 ancora non perfettamente assimilato; magari quando tutti saranno a pieno regime si potrà vedere il vero volto di questa squadra.
Una delle cose da risolvere per vedere questo vero volto sarebbe quella della fascia sinistra. Il povero Pisano è soggetto a figuracce e appare palesemente in difficoltà sulla fascia mancina, tanto che, come i più avranno notato, la maggior parte delle volte si ferma per poi portare la palla sul destro per crossare. Per la seconda volta consecutiva Avelar è rimasto in panchina, ma che abbia qualche acciacco ci credono in pochi.
Qual'è la verità? Probabilmente nel fatto che Ficcadenti non si sente particolarmente sicuro dalla propensione alla copertura del brasiliano, le cui caratteristiche erano già note agli addetti ai lavori: buona tecnica, buona corsa e capacità di mettere palloni in mezzo, ma non molto adatto alla fase difensiva (come lo era, appunto, Agostini).
Se è un errore di valutazione tattica bisognava pensarci prima di comprarlo, piuttosto che lasciare la squadra scoperta in un ruolo dove non abbondano gli interpreti. A ridaje...

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