domenica 18 maggio 2014

Partite mondiali: 1934 - L'ITALIA SUPERA LO SCUDO ZAMORA

Italia-Spagna 1-0: il gol vittoria di Meazza
Coppa del Mondo 1934
Firenze, 31 maggio 1934, Italia-Spagna 1-1
Firenze, 1° giugno 1934, Italia-Spagna 1-0


L'Italia che negli ottavi aveva sommerso gli Stati Uniti (7-1) si trova a un passo dalla semifinale del sencondo torneo mondiale, stavolta organizzato in casa. 
La "macchina" fascista ha fatto tutto per bene: stadi nuovi e organizzazione perfetta sono il biglietto da visita per dare all'esterno un'idea di efficienza. La propaganda ha organizzato tutto per il meglio, ora tocca ai giocatori azzurri dare lustro agli sforzi del regime.
Va detto che, a prescindere dalle intenzioni di vittoria del duce, il materiale umano a disposizione di Vittorio Pozzo era di tutto rispetto in quegli anni: il portiere Combi, Ferraris IV, Monti, Guaita, Giovanni Ferrari, Schiavio, Mumo Orsi ma soprattutto un certo Peppino Meazza erano campioni con le qualità giuste per approdare alla vittoria in una coppa del mondo.
Non fu facile. In particolare la sfida contro la Spagna fu assai complicata, anche perchè tra le loro fila giocava un portiere del calibro di Zamora, un portiere tra i migliori in assoluto di tutti i tempi, capace di parare l'impossibile e a volte di dare una sensazione di impotenza agli attaccanti che avessero cercato di superarlo. Anche nella sfida dello stadio Berta (ora Artemio Franchi) di Firenze il portiere spagnolo fu il grande protagonista, sventando numerosi tentativi dei giocatori azzurri.
La sfida fu epica per questi tempi, con gli spagnoli che rischiarono di eliminare gli azzurri grazie alla rete di Rigueiro che mise paura al pubblico di casa. Nel finale del primo tempo ci pensò Ferrari a scacciare i fantasmi della sconfitta, raccogliendo l'ennesima respinta di Zamora per deviare in rete il gol del pareggio.
Dopo il pareggio, le due squadre non riuscirono più a superarsi, con il portierone spagnolo ancora sugli scudi per sventare altre opportunità da rete create da Meazza e compagni. anche trenta minuti di supplementari non bastarono per decretare una squadra vincitrice così, visto che all'epoca non erano previsti i rigori, si dovette rigiocare il giorno dopo, partendo dallo zero a zero.
La squadra azzurra fece pochi cambi, facendo leva sullo spirito di sacrificio dei giocatori impiegati il giorno prima, che pur stremati si ripresentarono in campo per la ripetizione. Al contrario l'allenatore spagnolo cambiò sette giocatori, tra cui Zamora. Un cambio che decise la sfida a favore della squadra italiana.
La partita si decise all11' minuto, grazie a Meazza il quale saltò più in alto di tutti (anticipando anche il compagno Demaria) su un corner battuto da Orsi, deviando con veemenza la palla in rete.
Il vantaggio fu decisivo, anche per la pochezza offensiva degli spagnoli, i quali non riuscirono più a rendersi pericolosi. La squadra di Pozzo controllò agevolmente fino alla fine, proiettandosi verso la vittoria finale. 

Combi e Zamora prima dell'inizio della prima gara 

DOPO IL PARMA TUTTI IN VACANZA



38ma giornata, Juventus-Cagliari 3-0

C'è modo e modo di finire il campionato. Passi la sconfitta in casa di una Juve (almeno in Italia) senza rivali e che raggiunge il nuovo primato di punti per i campionati a 18 squadre. 
Ciò che però infastidisce i tifosi più irriducibili del Cagliari di questo poco dignitoso finale di stagione è proprio l'impressione di aver visto la propria squadra tirare i remi in barca subito dopo la vittoriosa partita col Parma che ne ha sancito ancora una volta la permanenza in serie A. 
Dopo quella vittoria ci sono state altre tre partite che non sono state onorate al meglio dai giocatori rossoblù, e non per le tre sconfitte nelle quali non è stato segnato neppure un gol.
E' stato l'atteggiamento che ha infastidito non poco chi ha guardato le partite di Napoli, quella in casa col Chievo e quella di stasera coi campioni d'Italia. 
Un Cagliari senza nerbo, senza grinta e voglia di onorare fino alla fine un campionato non esaltante ma comunque sofferto e concluso con il raggiungimento dell'obiettivo minimo, vale a dire la salvezza.
Tre partite, quelle conclusive, giocate come un allenamento del giovedi. Senza segnare mai e subendo sette reti. Senza combattere e con la voglia di andare in vacanza, al più presto.
Contro la Juve il passivo avrebbe potuto essere più cospicuo se Silvestri non avesse parato alcune ulteriori occasioni bianconere, e se gli stessi uomini di Conte non si fossero messi a fare accademia per tutta la ripresa, paghi del risultato e con la voglia di non infierire contro una squadra completamente svogliata.
Finalmente questo sofferto campionato è finito, per il Cagliari. Anche i tifosi non ne potevano più di vedere questi indecenti "spettacoli" di fine stagione. 
Si volta pagina, per fortuna ancora una volta in serie A. Almeno c'è qualcosa da salvare, in questa strana e tormentata stagione.