domenica 8 gennaio 2012

SANT'ELIA ESPUGNATO: ERA ORA!



(Cagliari-Genoa 3-0)

Era dal famigerato 17 settembre che i tifosi del Sant'Elia attendevano questo momento.
Tre gol tutti in una volta, tanti quanti i rossoblù ne avevano segnato in casa finora, e una prestazione confortante di quasi tutta la squadra: con questi elementi il futuro appare meno grigio.
Ci si attendeva a dire il vero un Genoa molto più valido, ma a quanto pare il problema dei grifoni non era Malesani. Forse Preziosi è convinto di aver costruito una corazzata che punti alla Champios, ma con Palacio fuori il complesso genovese ha dato l'impressione di essere una squadra tutt'altro che di prima fascia, e l'isolamento di Gilardino per quasi tutta la gara ne è stata la riprova.
Per il Cagliari dovevano arrivare tre punti a tutti i costi per mettere "contante" in cassaforte prima di un poker di partite di livello semi proibitivo (Juventus, Fiorentina, Milan e Roma), e finalmente ciò è successo. D'altronde le serie negative sono fatte per essere interrotte, così come quelle positive.
Nella partita di oggi ha aiutato molto il piglio iniziale della squadra, con un Cossu apparso da subito più ispirato e fantasioso. E' infatti lui a procurarsi il rigore che dopo dodici minuti spiana la gara verso i binari auspicati da Ballardini. Larrivey si prende la responsabilità di sbloccare il punteggio e lo fa tirando il rigore con freddezza e precisione.
Passato in vantaggio, il Cagliari finalmente si libera delle sue paure e nel proseguo della partita cominciano ad intravedersi certi accenni di gioco fluido e una maggiore intraprendenza nelle azioni offensive. Il centrocampo tutto piedi buoni (Ekdal, Nainggolan e Dessena, ottimo esordio per lui) funziona e ne beneficiano pure i terzini, più propensi a spingersi in avanti. E infatti finalmente si vede qualche cross.
Ma è soprattutto la corsa, quella che mencava in precedenza, ad aver fatto capolino nel prato del Sant'Elia. Ergo: il movimento senza palla è apparso più armonico. O meglio: finalmente c'era qualcuno che si muoveva senza palla, piuttosto che fare la statua che la attende nei piedi.
Il gol di Ibarbo su un  contropiede (finalmente!) azzeccato, con Cossu che lancia il colombiano e quest'ultimo che brucia il difensore per deviare freddamente alle spalle di Frey regala tranquillità alla squadra cagliaritana, che con una buona iniezione di fiducia comincia a giocare sul velluto e dimostra che l'organico non è così malvagio, almeno in attesa di veder risvegliati gli attaccanti. Larrivey, rigore a parte, ancora una volta non ha convinto, e ha divorato due altri palloni facili davanti alla porta.
Ma nel frattempo rientra in campo El Kabir, e ci sarà tempo per saggiare le sue doti realizzative. Non c'è invece bisogno di saggiare le doti di Astori, che torna dopo la lunga assenza e gioca da par suo, alla grande, risultando il miglior acquisto di gennaio per la squadra di Ballardini.
In mezzo a tutto questo brodo di giuggiole di un 3-0 quasi inaspettato (almeno per il punteggio) ci mancava solo il gol di Agostini. Ma i tabellini non gli assegneranno la rete, e il suo cross deviato nella propria porta da Granqvist varrà solo come mezza rete. O rete morale. O come dir si voglia. 
Play It Again, Ago!

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