martedì 22 novembre 2011

CAGLIARI: RASSEGNA STAMPA 22/11/2011




Con il ritorno di Cossu è di nuovo il Cagliari di Ballardini
Tre febbraio del 2008, e chi se lo scorda più. La svolta si consuma dentro gli spogliatoi dell'allora stadio Olimpico di Torino. Intervallo tra primo e secondo tempo della partita con la Juventus: Foggia è ko, a sorpresa l'allenatore del Cagliari Ballardini decide di sostituirlo con Cossu, appena rientrato alla base dopo la nuova (e deludente) esperienza in C1 con il Verona. «Vai in campo e fai il trequartista», gli dice il tecnico romagnolo. E lui, che sino a quel momento aveva giocato quasi sempre sulla fascia, scopre così tra le linee il suo regno ideale. Qui nasce il 4-3-1-2, molto più di un modulo in Sardegna. Per la cronaca la gara finisce 1-1, prezioso pareggio sulla scia della rocambolesca vittoria sul Napoli al Sant'Elia ottenuta la domenica precedente. Il copione del campionato rossoblù è stravolto.
Ricapitolando: Ballardini cambia la storia di Cossu, che a sua volta cambia quella del Cagliari, che a sua volta ancora cambia quella di Ballardini. Il triangolo perfetto, insomma. E quattro anni dopo la storia può ripetersi. Domenica in occasione della gara interna con il Bologna (già uno scontro diretto), il vecchio-nuovo allenatore rossoblù ritrova, infatti, il fantasista cagliaritano il quale ha risolto il problema al retto femorale della coscia destra che lo ha messo al tappeto nel finale del match con l'Atalanta e costretto a saltare l'appuntamento milanese. Non è un ritorno qualunque. A prescindere dal valore in assoluto del giocatore (oggettivamente un top player), Cossu è la chiave del gioco di Ballardini (anche se sabato Nainggolan sulla trequarti non ha demeritato, tutt'altro). «Contro l'Inter abbiamo giocato troppo in orizzontale», il richiamo alla squadra di Ballardini a fine gara, «dobbiamo essere più rapidi nelle ripartenze e sviluppare la manovra in verticale». E per caratteristiche tecniche, qualità e mentalità Cossu - non a caso - è il rossoblù che meglio interpreta questo tipo di calcio. Il trequartista cagliaritano scalpita. E quale occasione migliore per dare una spallata alla stagione, cominciata sotto tono, e non solo per demeriti suoi.
Lo spostamento a sinistra nelle prime gare ha, infatti, condizionato, e non poco, il rendimento del fantasista, fiore all'occhiello della squadra. Cossu si è sentito vincolato, condizionato, quasi represso, come un leone in gabbia. E assieme alla libertà d'azione sembrava aver perso pure il guizzo e l'imprevedibilità che hanno fatto la felicità degli attaccanti del Cagliari (da Acquafresca a Matri) negli ultimi quattro anni. Questione di modulo, visto che Ficcadenti voleva dare subito un'impronta diversa davanti con una punta centrale e due attaccanti esterni. Ma non solo. L'ex tecnico rossoblù, infatti, aveva ancora fresco il ricordo del Verona 2004-2005, campionato di Serie B, con Bogdani nel cuore del tridente, largo a destra Adailton, a sinistra proprio Cossu. Che quell'anno realizzò sei reti (tutt'ora il suo record stagionale) e sfornò diversi assist. Lo stesso Ficcadenti lo ha più volte tenuto a precisare e ricordare nei tre mesi trascorsi a Cagliari. Tralasciando, però, un fattore fondamentale: dal quel 3 febbraio del 2008 la storia di Cossu è cambiata radicalmente, all'età di 27 anni si è scoperto uno dei trequartisti italiani più forti, sino a conquistare la Nazionale e diventare addirittura il ventitreesimo della lista azzurra per i Mondiali in Sudafrica. Per uno strano scherzo del destino fu proprio Ballardini, il successore di Ficcadenti, a cambiargli la carriera. E ora che si sono ritrovati hanno entrambi lo stesso obiettivo: portare il Cagliari il più in alto possibile.
Fabiano Gaggini


La lepre Cagliari diventa lumaca

MILANO. Non c'è dubbio che il gol in fuorigioco di Thiago Motta ha indirizzato la gara del "Meazza". Però il Cagliari deve riflettere e lavorare per crescere in fase offensiva. La manovra è lenta, si svolge per linee orizzontali, non si verticalizza quasi mai. Si segna col contagocce e la classifica, di colpo, è diventata bruttina. Solo cinque le squadre dietro i rossoblù e una di queste è l'Inter.  Ballardini non si scompone. Prende le cose positive e si prepara ad analizzare quello che non ha funzionato per trovare le soluzioni. «Dobbiamo velocizzare il gioco - le parole del mister -, solo così possiamo mettere in difficoltà gli avversari». Sarà un ritornello che il tecnico rossoblù ripeterà alla squadra durante la settimana.  Poco tempo. La "fortuna" che il Cagliari aveva messo da parte con un avvio di campionato brillante, è stata dilapidata dopo le ultime tre sconfitte. Adesso bisogna ripartite. Già da domenica col Bologna al Sant'Elia è necessario portare a casa i tre punti per non trovarsi in una posizione molto scomoda. Chiuse in un cassetto le ambizioni, la gara con i felsinei sarà uno spareggio salvezza. Una partita difficilissima. E c'è poco da stare allegri visto che la formazione di Pioli avrà un diavolo per capello dopo la sconfitta in casa nel derby col Cesena.  Il caso. E' inutile stare a girarci attorno. Nenè e Thiago Ribeiro non riescono ad incidere. I due attaccanti non sono mai riusciti a rendersi pericolosi- Il primo gioca lontano dall'area e quasi sempre spalle alla porta, l'altro non punta al "bersaglio grosso", gioca esterno e non ha ancora capito che nel campionato italiano non ci sono gli spazi di quello brasiliano. Un tocco in più significa vanificare una possibile azione pericolosa. Ballardini deve rendere più chiaro un concetto che il suo predecessore ha cercato di spiegare, al "Diablo", senza riuscirci.  La scossa. E' probabile che il gol segnato nel finale possa dare una scossa a Larrivey. Il giocatore argentino potrebbe essersi ritagliato i gradi da titolare per il match col Bologna. Visto che nenè non ingrana, è probabile che Ballardini riveda certe scelte e rimetta tutto in discussione. L'unica certezza è che Ibarbo non è ancora pronto per una partita intera. E' giovane, ha bisogno di abituarsi alla nuova realtà. Ma ha mezzi tecnici e forza fisica per affermarsi in Italia.  Bocciato. Lo svedese Ekdal ha avuto una grande occasione, ma non l'ha sfruttata. Ballardini lo ha schierato sulla destra della linea di centrocampo, ha cominciato bene, poi è sparito. E' vero che dalla sua parte aveva un certo Zanetti e Cambiasso nel primo tempo, ma lui ha davvero fatto poco per mettersi in evidenza. Se non migliora il rendimento, di spazi ne avrà sempre di meno.  Il ritorno. Il Cagliari non può prescidere da Andrea Cossu. Il "piccoletto" è l'unico capace di inventare qualcosa e di cambiare marcia nelle ripartenze. Nainggolan non ha demeritato, anzi è stato tra i più positivi, però ai rossoblù è mancata la fantasia nel numero 7. Tornerà col Bologna e per Ballardini è giù una bella notizia. Sarà una settimama di passione per i rossoblù e forse la gara di Coppa Italia di giovedì col Siena (alle 21.15, su La7) non ci voleva. Ma sarà l'occasione per dare spazio a chi finora è rimasto a guardare.


Nuovo allenatore, vecchi guai

Toppata la prima. E insignificanti variazioni rispetto alla precedente gestione. Per Davide Ballardini III era esordio arduo. E lui, storicamente, a Cagliari non ha mai avuto impatto positivo in termini di risultato. La prima volta, nel settembre 2005, pari interno con il Messina, dopo aver preso il posto del dimissionario Arrigoni. Durò in panca per quella ed altre otto gare senza vittoria, poi dentro Nedo Sonetti. Più recente la sconfitta del 13 gennaio 2008 al Sant' Elia con l'Udinese, che segnò l'avvio della seconda avventura. Sentenziò Quagliarella, ma Ballardini poi si rimise in piedi, assieme alla truppa, e si salvò. Ed anche nell'anticipo di sabato, in casa Inter, falsa partenza. Ma con qualche attenuante generica, visto che la rete di Thiago Motta, che ha sbloccato, è avvenuta in netto fuorigioco.

Episodi a parte, resta l'aridità della prestazione offensiva. Fardello pesante, che il neo-mister ha ereditato tra capo e collo. Porre correttivi a questa carenza è prima, urgente opzione. Magari provando ad insinuarsi nei meandri delle congetture tattiche. Le punte continuano ad operare troppo lontane dalla porta, per rifornirsi. Latita lo sviluppo del gioco e non sono debitamente innescate. A ciò va aggiunto che Nenè, quest'anno, pare impaurito e distante dalla miglior forma, oltre che vittima della sfortuna. Il suo compagno di reparto, Thiago Ribeiro, gira anch'egli al largo e si vede lontano un miglio che non è una prima punta. Non ne avrebbe, del resto, neppure le caratteristiche. Pare piuttosto un doppione di Cossu e, in effetti, con Larrivey e Nenè in campo, nell'ultimo assalto all'arma bianca in casa Inter è toccato proprio a "el diablo" operare tra le linee, da trequartista a supporto. Ballardini ora attende con trepidazione il rientro di Cossu, previsto per domenica prossima contro il Bologna.

Nel frattempo c'è daespletare la pratica di dopodomani in Coppa Italia contro il Siena (ore 21,15, orario infame per comodità televisiva). Test "ufficiale" di metà settimana, ma del quale il Cagliari avrebbe fatto volentieri a meno. Soprattutto in un momento come questo, con tre sconfitte di seguito sulla gobba. Sarà occasione comunque ghiotta per vedere all' opera le seconde linee, finora emarginate. Primo fra tutti Ekdal, partito titolare sabato. Non ha la stessa efficacia nell'interdizione di Biondini, ma un sufficente tasso tecnico. Chiaro che dovrà scrollarsi di dosso la fuliggine accumulata in panca ed il suo rendimento, in prospettiva, potrebbe (e dovrebbe) crescere. Se non in maniera esponenziale, ma quasi. Così come quello di Ibarbo, da inserire, anche in tempi brevi, in un meccanismo che possa esaltarne le caratteristiche individuali. È più un giocatore di fascia (destra), ma si potrebbe dirottare e provare come seconda punta. Un'alternativa, visti i carenti responsi finora ed in attesa di un recupero fisico di Nenè. Si spera in tempi brevi.

Già in Coppa Italia Ballardini pensa ad una simile eventualità. La partita con il Siena sarà utile per valutare anche Rui Sampaio ed il giovane Ceppelini, che prima o poi dovranno pur essere coinvolti nel progetto, al fine di dar respiro ai più usurati. Troppo vicini, ora, gli impegni: dopo il Siena, solo due giorni pieni di lavoro, poi domenica arriva il Bologna. Per questo vi saranno avvicendamenti sicuri e mirati. Spazio per Perico, Gozzi e pure per il portiere Avramov. Cagliari che deve tentare di andare avanti anche nella seconda competizione nazionale, che potenzialmente conduce in Europa. Nonostante l'organico rossoblù non sia obiettivamente di prima fascia. In caso di passaggio del turno, si prospetta la sfida del "Renzo Barbera" contro il Palermo. Intrigante la sua parte e dai connotati sempre forti. (Sergio Demuru)

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