martedì 22 novembre 2011

I PRO E I CONTRO DELLA CLASSIFICA CORTA


Dalle stelle alle stalle. Dalla zona scudetto, passando per quella europea. Dal centro classifica alla zona retrocessione. Anche questo è il calcio.
Se n’è reso conto il Cagliari che in poche settimane ha assaggiato le varie zone della graduatoria della massima serie. Classifica corta, si è detto fin dall’inizio. Sì, vero, anche se poi adesso si sta delineando meglio con Lazio e Juve davanti a tutti, Milan in rimonta quasi completata, Roma al settimo posto, Udinese sempre in alto, Palermo in zona europea. Ed ecco allora, che grazie ad una classifica per l’appunto corta e ai risultati negativi dei rossoblù, ci troviamo ora in una posizione non bella.
Certo, si potrebbe contestare e dire che a tre punti c’è il sesto posto, ma obbiettivamente occorre guardare la realtà per quello che è. Dopo l’illusione delle prime gare, il Cagliari ha solo perso terreno. Prima i tanti pareggi, poi tre sconfitte consecutive e la zona calda ora è davvero ad un passo.
La gara di domenica in casa contro il Bologna diventa il primo scontro diretto per la salvezza. I bolognesi sono quartultimi con dieci punti. Bisogna assolutamente batterli per tenere quella posizione di classifica lontana o quanto meno a distanza di sicurezza. Le ultime tre della graduatoria – e che oggi finirebbero in serie B – sono il Lecce con otto punti, il Novara con sette e a chiudere il Cesena a sei punti. Tra il Cagliari è il Bologna c’è l’Inter a quota undici, ma è solo una questione temporanea. Ballardini ha dunque tanto lavoro da fare.
La difficoltà dei rossoblù a costruire gioco la si è notata anche a San Siro contro i nerazzurri interisti, e solo nel finale quando la partita era persa e l’Inter tirava i remi in barca, Conti e compagni hanno cercato di diventare pericolosi trovando anche il gol con Larrivey. Il tutto però attraverso azioni poco ragionate e spinti più dall’orgoglio che da lucidità mentale. E le tegole continuano a cadere: Nenè ha riportato un pesante infortunio muscolare che lo terrà fuori per almeno quattro settimane. Ancora non a disposizione l’altra punta, El Kabir, restano di fatto abili e arruolati l’annebbiato Thiago Ribeiro e lo scostante Larrivey. Insomma, neppure un cambio a disposizione se non Ibarbo.
Ma ciò che manca, che viene ancor prima delle punte infortunate e che non segnano quasi mai, è il gioco. Ballardini ha cercato immediatamente di muovere le cose a centrocampo e in attacco, ma poco si è visto. Ha bisogno di tempo, sì, ma la classifica diventa poco rassicurante per una ragione molto semplice che vorrei indicare tra qualche riga.
Il mister quindi ha cercato di modificare subito dei meccanismi tattici sulla linea mediana attraverso l’interscambiabilità delle posizioni dei tre di centrocampo. Mossa interessante e che vedremo dare frutti tra qualche partita. In avanti ha utilizzato il buon senso, spostando le punte verso il centro e cercando di farle interagire. Come scritto in apertura, poco di buono è venuto fuori, poco l’Inter ci ha concesso. Ma allora: perché questa classifica fa paura o potrebbe fare paura? Intanto perché il Cagliari non attraversa un buon momento, e ad essere sinceri fino in fondo, battere il Bologna se pur in casa non sarà cosa facile se si considera anche che giovedì si gioca la Coppa Italia in casa contro il Siena.
Ma in particolare la classifica fa paura e non deve assolutamente peggiorare per un motivo molto semplice: da dopo il miracolo Ballardini il Cagliari non ha mai conosciuto le zone basse delle ultime posizioni. Ha sempre rapidamente raggiunto quota quaranta per poi mollare. Insomma, la paura sta nel fatto che il Cagliari non è più abituato a lottare per non retrocedere. Non ha la mentalità, forse non ha neppure le caratteristiche per farlo.
Dunque bisogna uscire al più presto da questa situazione, fuori dalla palude perché per non retrocedere spesso non basta un organico di caratura buona ma altre componenti, specie psicologiche, che i rossoblù non hanno. Nella tragica stagione 1999/2000 si finì in B con una formazione di buon valore tecnico, tanto per intenderci.
Ma per salvarsi servono anzitutto carattere, rabbia, compatezza, grande condizione psicologica. Il Cagliari è altra cosa, ecco perchè deve togliersi subito dai guai.
(Davide Zedda)

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