martedì 25 ottobre 2011

CESENA, UN TABU' DA SFATARE



Solo il Franchi di Firenze è più "sfigato" del campo di Cesena. Sul campo della squadra romagnola infatti il Cagliari ha vinto solo una volta (nel lontano 1960/61, 1-0 il punteggio), e per il resto sono arrivate 7 sconfitte e 8 pareggi, con appena 6 gol segnati in 16 partite.
Un autentico disastro. Per rendere l'idea della difficoltà dei rossoblù su questo campo basti pensare che l'ultimo gol realizzato risale addirittura alla stagione 1984/85, in serie B, con Uribe (pensa un pò), il cui gol fu utile per tirar fuori un pareggio per 1-1. Dopo di allora, quattro sconfitte e un pareggio per 0-0.
E' quindi l'occasione giusta per l'attacco per sbloccarsi e magari tirar fuori qualche punto, visto che le serie negative sono fatte per essere interrotte, sia quella a Cesena che quella dei gol segnati dal Cagliari nelle ultime due partite di questo campionato, cioè zero.
E' proprio questa anemia offensiva che comincia a preoccupare, che non può essere solo frutto del caso o della sfortuna, ma che analizzando un pò numeri e schemi, fa capire alcune cose poco positive di questo inizio di campionato pur molto positivo sotto tanti aspetti, in primis quello della classifica. Tradotto: se ci sono tanti difetti da migliorare e la classifica è molto buona e non casuale, probabilmente il Cagliari non è lassù per miracolo ma in teoria potrebbe fare ancora meglio, almeno in attesa che le "grandi" si sveglino. Fa una grinza questo ragionamento?
Insomma, cosa non va, "sfiga" e traverse a parte? L'attacco, si capisce. I numeri ci raccontano che in media il Cagliari in queste prime 7 giornate ha una media bassa di occasioni nitide da rete, dove per nitide si intendono pali, traverse, palle davanti al portiere o molto vicine allo specchio, o comunque reali occasioni per segnare, vanificate solo per errori di mira o miracoli dei portieri avversari. Cosa dice questa famigerata "media"? Che in ogni partita finora giocata, la squadra di Ficcadenti ha creato (numero arrotondato per eccesso) 3 palle gol nitide.
Quindi che evince da ciò? Che gli schemi offensivi di Ficcadenti e lo stato di forma attuale degli attaccanti non producono tantissimo in zona gol nonostante la notevole mole di gioco del centrocampo, e quando la percentuale realizzativa non è elevata (come a Roma, col Novara e a Lecce) le partite finiscono senza reti. Il caso di Palermo è un'eccezione: almeno 5 palle gol (e 2 in rete) e tutte nella ripresa, ma coi siciliani un pò rilassati per il risultato già acquisito.
Altri spunti di riflessione: il Cagliari ha la fascia destra debole, almeno per quanto riguarda gli schemi offensivi. Come si nota ciò? Ebbene, degli 8 gol segnati finora, ben 5 sono partiti dalla fascia sinistra, ergo il gol di Conti contro la Roma, i due contro il Novara e i due contro il Lecce. Nessuno spunto sulla fascia destra ha invece prodotto alcuna rete, nonostante 7 dei gol totali segnati siano stati segnati con il piede destro.
Sono solo numeri? Forse, ma dalla matematica si capiscono tante cose.
Al contrario la difesa si è rivelata finora affidabile, e grazie ad essa i pochi gol segnati hanno fruttato così tanti punti in classifica. Cinque soli i col subiti, e facendo un paio di considerazioni si nota che tre di questi sono stati presi a Palermo nell'unica giornata storta del reparto arretrato, mentre gli altri due sono stati segnati in pieno recupero e con la rilassatezza di partite già vinte (Roma e Novara). In pratica: quattro volte su sette Agazzi è rimasto imbattuto. Anche questo non può essere un caso, palo di Santana a parte.
La speranza per tenere questa classifica così bella è quella che quando si sveglieranno gli attaccanti (si spera) ciò non coinciderà con il letargo dei difensori. Ma in questo campionato fin qui così strano ci si può aspettare di tutto.
Ma per ora ai criticoni per forza di cose, si esibisca un quarto posto in solitudine che ha bisogno di poche spiegazioni per una squadra che non è una corazzata di giocatori da top-team.

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