domenica 12 febbraio 2012

PINILLA E LA DURA LEGGE DELL'EX


Cagliari-Palermo 2-1

Alla fine la sfida a distanza con Budan l'ha vinta lui. Anzi, stravinta.
Mauricio Pinilla, scaricato in gennaio da Zamparini e andato a rinforzare l'attacco del Cagliari, risulta l'uomo decisivo contro quelli che fino a un mese prima erano i suoi compagni. Il cileno si rivela proprio il giocatore che cercava il Cagliari per dare più peso all'asfittico attacco di questa stagione: presente, potente, abbastanza tecnico e dalla verve combattiva. Ma soprattutto motivato. Assai motivato. E nello sport sono le motivazioni a fare la differenza tra chi potrebbe fare e invece fa.
La partita col Palermo è piacevole, giocata da due squadre che sbagliano tanto ma si affrontano a viso aperto, con l'intenzione di vincere per entrambe.
All'inizio sono i siciliani a farsi preferire per trame di gioco e anche per la capacità di sfruttare tanti errori in passaggi e disimpegni da parte dei rossoblù. Ballardini non è neppure fortunato: perde Pisano nel prepartita e poi dopo cinque minuti pure Cossu, che evidentemente non si era ripreso dai sui malesseri muscolari, e così è costretto a schierare Ibarbo e ad arretrare Thiago Ribeiro nella posizione di trequartista, finora a lui non troppo congeniale.
Nella ripresa il brasiliano invece salirà di tono e risulterà uno dei migliori in campo. Forse è solo questione di abitudine, e magari scopriremo di avere in rosa un grande giocatore, che col tempo diventerà fortissimo anche in Italia, così da essere adeguatente monetizzato, come da tradizione.
Ma torniamo alla partita, che nel primo tempo si rivela piacevole e ricca di occasioni, nonostante lo 0-0 al parziale. In questo caso a tenere inchiodato il punteggio sono i due portieri, con Viviano che nega la rete dell'ex a Pinilla su un colpo di testa ravvicinato, e Agazzi che si distente per salvare la rete su un diagonale di Ilicic.
Nella ripresa il Palermo sembra avanzare i suoi uomini, ma in questo modo favorisce i contropiedi cagliaritani, e così, dopo varie ripartenze sbagliate, il Cagliari passa con una bella combinazione tra Thiago Ribeiro e Ibarbo che porta quest'ultimo a mettere un pallone in mezzo che Pinilla spinge in rete in scivolata a porta vuota. Un azione molto pregevole.
Il Cagliari acquista spazi ma sbaglia troppo spesso nell'ultimo passaggio, e così il neo entrato Hernandez potrebbe pareggiare a dieci minuti dalla fine con un colpo di testa da pochi metri, ma Agazzi segna anche lui il suo "gol" e gli devia la palla miracolosamente.
Qualche minuto dopo arriva il raddoppio. Ekdal (entrato al posto di Conti, uscito per una dura botta alla capoccia in uno scontro con il suo compagno Astori) guadagna una punizione dal limite, e Pinilla fa ancora male ai suoi ex compagni di squadra battendo la punizione (a proposito, che brutta barriera!) che Viviano respinge a fatica. Sulla palla irrompe Dessena che firma il raddoppio.
Tutto finito? Macchè. La sofferenza dei minuti finali tipica del Cagliari di questi ultimi tempi riaffiora quando Hernandez trasforma un rigore per un fallo di mano di Perico, e così Ballardini inserisce Perico (per Ribeiro) e si chiude a riccio a difesa del vantaggio, che per fortuna viene mantenuto fino alla fine, nonostante i patemi di cinque e passa minuti di recupero.
Il Cagliari versione Ballardini comincia a piacere. Peccato solo che si giochi su un rudere che alcuni ancora si ostinano a chiamare stadio Sant'Elia.

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