domenica 11 dicembre 2011

0-0 IN CASA, TANTO PER CAMBIARE


Per chi, come lo scrivente, solo quindici ore prima aveva avuto il privilegio di assistere dal vivo a un clàsico della Liga spagnola, praticamente quanto di meglio possa offrire il calcio mondiale in questo periodo, è stato un brusco ritorno alla realtà.
Le geometrie di Xavi, il genio di Messi, la tecnica di Iniesta, il talento di Benzema, le serpentine (ieri senza costrutto) di Cristiano Ronaldo, la velocità di Alexis Sanchez. Tutto un lontano ricordo. Senza voler confondere il diavolo con l'acqua santa, al Sant'Elia si è assistito ad un ennesimo pareggio, scialbo, con squadre più portate a rompere che a costruire, e coi portieri al più inoperosi.
Il Cagliari è il solito. Privato dell'invenzione di sette giorni prima di Ibarbo, ha finito la gara contro il Parma nel modo con il quale sarebbe finita Catania-Cagliari senza la prodezza del colombiano: con uno zero a zero. Difficile segnare quando non si riesce a tirare in porta, e questo è un problema ormai diventato cronico, per la squadra di Ballardini.
Il fumo negli occhi gettato ai tifosi dalla serpentina del giovane Ibarbo una settimana prima si rivela quello che era: fumo negli occhi. I problemi offensivi restano, per una squadra che ha tanti infortuni in avanti ma che comunque si costringe suo malgrado a schierare in avanti gente che potrebbe al massimo giocare in serie B, come Larrivey, o quello che comincia a diventare un oggetto misterioso, come Thiago Ribeiro. Quando non si hanno attaccanti che la buttano dentro, ma soprattutto non si creano le situazioni da gol (quanto si rimpiangono il pur pasticcione Matri e il quasi inesorabile Acquafresca!) è difficile buttarla dentro.
Contro il Parma poteva essere la partita dell'allungo in classifica, e quando dopo metà del primo tempo la squadra emiliana doveva fare a meno di Giovinco per infortunio, quello sembrava un punto a favore dei rossoblù. Ma tra due squadre più o meno complementari (buone difese e attacchi in difficoltà) le occasioni scarseggiavano.
Ci pensava Cossu a inventare una verticalizzazione sul finire del primo tempo, ma Larrivey creava bene lo spazio per il tiro a due passi dalla porta, ma dimostrava di non essere mai stato un cecchino: destro al volo e palla a pochi centimetri dalla porta.
Il secondo tempo? Noia. Attacchi convulsi da parte del Cagliari, ma solo un tiro da definirsi tale, con Cossu a pochi minuti dalla fine. E nell'ultima azione della partita la palla del match la ha Galloppa, lasciato solo in area su una punizione battuta da Morrone. Il suo pallone finisce a pochi centimetri dal palo, tra il sollievo dei giocatori cagliaritani e la disperazione di quelli gialloblù. Ma alla fine, pareggio giusto, e un altro punto per il Cagliari che, nella mediocrità del campionato attuale, tiene pur senza incantare la sua ottima posizione in classifica.
Dimentichiamo Barcellona e Real, questo è il calcio italiano ora...

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