domenica 6 novembre 2011

UN ATTACCO CHE NON C'E'


Atalanta-Cagliari 1-0

Siamo alle solite. Anche con l'Atalanta si ripresenta il medesimo copione delle ultime cinque partite, quella degli zero a zero o, per essere più precisi, dei zero gol segnati dal Cagliari (rigore di Cesana a parte) e dei pur rari gol segnati ogni tanto dall'avversaria di turno.
Stavolta il solito possibile risultato senza reti viene "rovinato" dallo spunto di Denis e dall'errore di Canini che fruttano, a dieci minuti dalla fine, il gol del successo atalantino. Dalla parte del Cagliari nulla cambia tranne la triste constatazione della cronica scarsità di schemi offensivi, della lentezza nel far ripartire l'azione e, non ultimo, quando ogni tanto l'errore difensivo riesce a portare al tiro qualche giocatore in maglia rossoblù, l'incapacità di metter dentro il pallone.
Che dire a questo punto? E' solo colpa di Ficcadenti se Conti, sfruttato uno svarione di un difensore, decide di tirare in porta dalla linea di fondo (con conseguente specchio di porta notevolmente ridotto) anzichè passare a Nenè, solo al centro dell'area? E' colpa del mister se lo stesso attaccante trova la palla giusta per il pareggio a tempo scaduto e batte addosso al portiere, come sempre gli riesce in questo periodo? O se Larrivey si trova un'altro pallone in mischia a tempo oltre che scaduto e ci va molle come se la palla avesse un detonatore inserito?
Ovviamente queste non sono colpe di Ficcadenti, che comunque continua ad insistere con il medesimo schema rivelatosi fallimentare in fase offensiva, almeno nell'ultimo periodo. In un certo senso il riportare Cossu alla sua posizione preferita si è rivelato positivo per il rendimento del trequartista isolano ma deleterio per la squadra, anche perchè a una sua maggiore partecipazione nelle azioni d'attacco non c'è stata la conseguenza di una corrispondente verve da parte delle due punte, al solito lontane dalla zona calda.
Il Cagliari così appare come una coperta troppo corta. Probabilmente per assicurare una maggiore partecipazione all'offensiva è necessario scoprire la parte bassa dello schieramento.
In effetti, guardando le partite della squadra si nota che, dal portiere fino alla linea di centrocampo, non gioca affatto male. Superata la trequarti avversaria, va in scena il vuoto.
Oggi, passato il primo tempo di nullità completa, i rossoblù hanno preso in mano le redini della gara e sembrava potessero colpire da una parte all'altra. Ma poi, arrivati in prossimità dell'area, è subentrata la lentezza. La mancanza di inventiva. L'aborto della fantasia.
Della serie: siamo bravi a fare il compitino, ma non riusciamo a sorprendere. Non c'è uno che salti l'uomo, non un'azione di prima in velocità. Prima di tutto, coprire gli spazi.
In un certo senso, ciò è figlio della mediocrità tecnica di questo campionato dove c'è poco spazio per lo spettacolo e ogni tanto alcuni della classe operaia riescono pur faticosamente a trovare spazio tra la classe dirigente.
A ben guardare negli anni sessanta, settanta e ottanta si segnava meno, Ma oggi, in tempi di visibilità totale e di tv invadente, tutti possono vedere. E allora non conta solo vincere, ma soprattutto divertire.  E il Cagliari di questi tempi sta riuscendo nell'impresa di evitare entrambe le cose.

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