mercoledì 9 novembre 2011

ANVEDI COME BALLA(RDINI)



Davide Ballardini è un allenatore giovane: nasce a Ravenna il 6 gennaio 1964.
Non ha mai giocato a calcio, proprio come Sacchi, il suo maestro. Studia come allenatore e dal 1993 al 1996 prende in sorte i giovani del vivaio del Cesena. E’ molto bravo e se ne accorge il Milan che lo vuole ad allenare le giovanili rossonere dal 1999 al 2002.
Arriva il momento di fare i conti con il calcio che conta e nel 2004, esattamente il primo settembre, siede sulla panchina della Sambenedettese in serie C1. Il campionato vede Ballardini portare i suoi ragazzi ad un passo dalla promozione in B, persa solo ai Play Off.
L’approdo in serie A senza passare per la cadetteria è merito di Cellino il quale, dopo averlo seguito con attenzione, nel 2005 lo chiama ad inizio campionato per sostituire l’esonerato Arrigoni che aveva a sua volta sostituito Tesser dopo la prima giornata di campionato. Non è fortunato, la squadra non gioca male ma non raccoglie risultati importanti. E’ pacato, sereno, dà serenità ma servono i punti in classifica. Cellino lo esonera.
Nel 2006 la serie B con il Pescara: non va bene, è in rotta con la società abruzzese e lascia dopo sei giornate. Nella stagione 2007/2008 accade ciò che nessuno poteva neppure immaginare. Il Cagliari è sul baratro, con un piede e mezzo in serie B già alla fine del girone d’andata. Sulla panchina cagliaritana si succedono diversi allenatori: prima Giampaolo, poi è il turno di Sonetti, infine arriva Ballardini. Sembra l’uomo ideale per accompagnare dignitosamente la squadra in serie B.
E invece no. Ballardini ci crede da subito e lo dice senza problemi: sì, lui crede alla salvezza. Gli si dà del pazzo o quasi, ma Ballardini, nel silenzio e nella tranquillità di Asseminello che gli vede coniare il sopranome di “Eremita di Assemini”, costruisce il miracolo. Manda in campo i nuovi arrivati: Storari in porta, Jeda in avanti e Cossu, rientrante dalla sere C dove faceva tribuna nelle file del Verona, e voluto da Cellino per le insistenze dello stesso Andrea che giunse con la promessa fatta a Cellino di non lamentarsi qualora non avesse trovato spazio.
Le magie e le bellezze del calcio se consideriamo che da quel momento Cossu, non solo gioca, ma è una meraviglia vederlo giocare e da lì cresce fino ad arrivare in nazionale. Il Cagliari di Ballardini si sblocca nell’incredibile gara interna contro il Napoli che tutti ricordiamo, grazie ai due incredibili gol in pieno recupero di Matri e Conti che regalano la vittoria ai rossoblu. Poi subito un pari a Torino contro la Juve per 1-1 e da lì in avanti un’incredibile cavalcata che vedrà il Cagliari salvarsi addirittura con una giornata d’anticipo vincendo sul campo dell’Udinese.
Mister Ballardini così agli occhi dei tifosi del Cagliari diviene un eroe, travolto da un affetto tale che mai scorderà e che lo segnò nel profondo. Quell’uomo serioso, mai sorridente, apparentemente chiuso, lavoratore convinto e dai toni pacati somiglia molto ad un sardo, e lui si lega indissolubilmente con la nostra terra tanto da rifiutare recentemente la panchina del Cesena affermando in maniera sibillina “spero che salti qualche panchina”.
Eppure dopo quella salvezza Cellino, nonostante il miracolo, non solo non lo riconferma ma neppure lo saluta, lasciando il compito al figlio Ercole. Ballardini non fa una piega e va via. Il suo legame con la nostra terra è però da subito forte e ben radicato. Torna spesso in Sardegna dove sta bene e coltiva solidi legami personali. La sua carriera decolla, ci mancherebbe, era impossibile che non fosse così. Prima guida il Palermo in sostituzione di Colantuono e ottiene buoni risultati con i rosanero. La stagione successiva allena la Lazio con la quale sconfigge i super campioni dell’Inter nella Super Coppa Italiana a Pechino. La stagione sarà però complessa e verrà sostituito da Reja.
La stagione successiva sostituisce Gasperini al Genoa guidando la squadra ad una rapida salvezza e chiudendo al decimo posto. Ora è tornato tra noi. Per la terza volta è allenatore del Cagliari. Soltanto Sonetti ha potuto farlo per tre volte. Ma Ballardini, amato com’è, suscita entusiasmi che non devono però diventare impazienza, eccesso di responsabilità, richieste impossibili. Siamo certi metterà ordine allo spogliatoio, solleverà il morale dei ragazzi e darà un gioco alla squadra. Poi si vedrà, poi vedremo dove ci porterà. Adesso lasciamolo tranquillo, bentornato Mister!

(Davide Zedda)

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