domenica 4 dicembre 2011

PIACERE, IO SONO IBARBO


(Catania-Cagliari 0-1)
All'appello tra i marcatori dei (pochi) gol segnati dagli attaccanti del Cagliari mancava solo lui. Victor Segundo Ibarbo aveva già avuto alcune occasioni per eliminare il numero zero dal suo score, ma il palo di domenica contro il Bologna, e la parata di Andujar di questo pomeriggio, nel finale del primo tempo, fortificavano il sospetto che il talentuoso e imbizzarrito colombiano non avesse la capacità realizzativa tra le sue prerogative migliori.
E invece Victor Segundo l'ha fatta a tutti. Niente gol banali, please. Dopo venti minuti della ripresa sfrutta un'indecisione di un difensore rubandogli palla sulla linea di fondo. Ci si aspetta il passaggio basso rasoterra per un compagno in mezzo all'area, ma Cossu che accorre è troppo lontano. Allora ecco un altro scatto vicino alla linea ed ecco bevuto anche Legrottaglie. Restano solo il portiere, nessuno specchio di porta libero dove poter tirare, e Cossu che arriva a centroarea.
"Macchè. Tanto se vi passo la palla non siete capaci di buttarla dentro nemmeno di mano. Faccio tutto io, chi se ne frega! Metto a sedere il portiere e infilo nella rete a porta vuota. Ecco fatto. Visto? Non era nemmeno così difficile. Piacere, serie A, mi chiamo Victor Segundo Ibarbo e ho 21 anni". 
Ci voleva una prodezza individuale per far tornare il Cagliari alla vittoria dopo un mese e mezzo (l'ultima fu a Lecce il 2 ottobre). Un gol da applausi, da vero campione, che nobilita una prestazione della squadra di Ballardini con le solite luci e ombre ma che, a prescindere dal risultato positivo, sembra ancora in crescita.
Il gioco offensivo è ancora troppo scolastico, e si perdono troppi contropiedi per azioni condotte con lentezza e con l'errore nell'ultimo passaggio. Dopo il gol del colombiano (che già aveva fallito davanti ad Andujar l'unica occasione isolana del primo tempo) infatti i rossoblù hanno avuto varie occasioni per chiudere la partita, ma Thiago Ribeiro tituba troppo davanti alla porta e regala alla sua squadra un finale sofferente. In mezzo, un Catania troppo spuntato che solo nel finale ha impegnato seriamente Agazzi (soprattutto su una gran girata di Maxi Lopez), e Ballardini ancora impegnato a trovare la giusta quadratura tattica per una squadra che fa ancora poco movimento senza palla e non spinge adeguatamente sulle fasce.
Nel finale il punteggio poteva essere rimpinguato da Agostini, che solo per pochi centimetri non ha segnato il primo gol in carriera nel Cagliari: peccato che il suo cross di esterno stile Roberto Carlos abbia girato bene ma sia finito contro il palo. Sarebbe stato un capolavoro, voluto o meno.
Ma due magie nella stessa partita sarebbero state troppe.

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