giovedì 22 settembre 2011

PALERMO E LA LEZIONE DA METTERE A FRUTTO CONTRO L'UDINESE


Palermo-Cagliari: il gol di Nainggolan


Non ci sono dubbi: pronti, via e la partita al Barbera di Palermo diventava subito un incubo. Neppure il tempo di capire qualcosa sulla gara stessa che i ragazzi di Mangia dopo appena quattordici minuti vincevano per due reti a zero e si divoravano almeno altri due gol (vedi Miccoli il quale, solo davanti ad Agazzi, tirava fuori di pochi centimetri).
Per il Cagliari almeno trenta minuti di follia totale, di passaggi errati, di incapacità assoluta di arginare la veloce manovra del Palermo che per puro caso non ha fatto tre, quattro reti nel solo primo tempo. Dopo la mezzora qualcosa incominciava a cambiare: vuoi perché i rosanero padroni di casa non riuscivano a dare pressione alla manovra del Cagliari come in precedenza, vuoi perché una reazione doveva pur esserci.
Nel secondo tempo entra in campo un altro Cagliari. Determinato, con manovra fluida, orgoglioso, come sempre preso per mano da Conti e Cossu, supportati davanti dal grande lavoro di Nenè e Thiago Ribeiro, entrambi a un passo dal gol se non fosse per la giornata di grazia dell’estremo difensore del Palermo, magistrale nel togliere dal sette un perfetto colpo di testa di Nenè prima, e capace di deviare sulla traversa una bomba del sempre più convincente Thiago Ribeiro.
Ficcadenti mette in campo Perico con l’intento – per altro in parte riuscito – di trovare profondità sulla fascia destra e mantenere bassi i due esterni di sinistra del Palermo. Le occasioni quindi non mancano, e anche Cossu ha una sua clamorosa palla gol a due passi dalla porta. 
Poi purtroppo l’episodio che cambia ulteriormente la partita. Perico stende Miccoli sulla destra dello schieramento difensivo rossoblu all’altezza dell’area di rigore. Calcio di punizione che lo stesso Miccoli batte forte sul primo palo dove Agazzi (colpevolmente mal piazzato) arriva quando la palla è gia in rete. Un gol che manderebbe in anticipo a casa chiunque ma non il Cagliari, che anzi intensifica gli sforzi, non ci sta a perdere, combatte ancora.
La maledizione della porta stregata si sgretola in seguito ad un calcio di punizione di Conti che trova impreparato il portiere. Palla al centro e ancora Cagliari in gol: Nainggolan si trasforma in Ronaldo (quello degli anni doro), salta mezzo Palermo, si presenta solo davanti alla porta e segna. Mancano ancora cinque minuti di recupero ma finisce tre a due.
Una lezione chiara ci regala la gara del Barbera: il Cagliari non è squadra che può permettersi di entrare in campo molle (si erano notati cali di tensione evidenti sia contro la Roma che contro il Novara), e in particolare la squadra si esprime per il meglio quando decide di giocare la partita e di non aspettare. Domenica al Sant’Elia arriva l’Udinese, compagine fortissima che con tre passaggi, e un paio di verticalizzazioni giunge in porta come nulla fosse. Veloci e dinamici, esprimono un calcio ricco di fantasia e ritmo. Coraggio Cagliari, riparti.

* si ringrazia Davide per il suo intervento in questo blog

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