lunedì 5 marzo 2012

IL VUOTO DOPO L'UDINESE, PARTE TERZA


Forse è presto per dirlo, ma i primi indizi portano a pensare che per la terza volta consecutiva sia proprio una partita contro la squadra friulana citata nel titolo a fare da spartiacque (in negativo) del campionato del Cagliari.
Due anni fa un gol di Jeda aveva portato i rossoblù fino al quarto posto solitario, almeno nel primo tempo della partita recuperata di Udine. Poi arrivò la rimonta bianconera nella ripresa e dopo quella partita ci fu il crollo in classifica.
L'anno scorso più o meno lo stesso: chi non ricorda l'esame di maturità al Sant'Elia di un Cagliari lanciato in classifica e poi ridimensionato a suon di reti dalle prodezze di Sanchez e Di Natale?
Quest'anno rieccoci. Il periodo è lo stesso, più o meno (da metà febbraio in su a marzo), è magari diverso il risultato (stavolta si è riusciti a tirar fuori un punto, pur risicato) ma non cambia la sostanza del "dopo".
E' ancora presto per dirlo, ma i sospetti ci sono tutti, e più che altro stavolta ci sono pure le circostanze negative a far temere ai tifosi cagliaritani che ci sia un altro finale di campionato indecoroso.
Gli scherzi del fato in questione sono i numerosi (troppi, per la verità) infortuni in giocatori chiave, che costringono ogni volta Ballardini a fare salti mortali per allestire una formazione più competitiva possibile, con necessari spostamenti di giocatori in ruoli nei quali non sono abituati a giocare.
Non è di secondo conto l'umore nero del presidente Cellino per tutte le diatribe che hanno finora bloccato la costruzione del nuovo stadio, che va ad aggiungersi a quello vecchio che sta crollando a pezzi. Con queste prospettive, di non crescita, non è difficile per chi scende in campo farsi distrarre e perdere un pò di motivazioni.
C'è solo una differenza rispetto alle due precedenti stagioni, che è il motivo per cui è bene che queste motivazioni si materializzino nuovamente nel campo di gioco. La differenza sta appunto nel fatto che in precedenza erano stati conquistati punti a sufficienza da creare un tesoretto esente da rischi.
Stavolta quel "tesoretto" è di soli sei punti, grazie anche alla resurrezione di Lecce e Siena operata in soli sette giorni dai generosi rossoblù. Il caso Sampdoria dell'anno scorso serva da monito. Loro però potevano prendersela con la dirigenza e con le cessioni di due pezzi da novanta come Cassano e Pazzini, durante la stagione.
Nel caso del Cagliari, invece, non ci sarebbero scuse. Retrocedere facendosi superare in classifica da squadre nettamente più scarse come Lecce, Siena e Bologna, tanto per citarne alcune, sarebbe a dir poco delittuoso. Prevenire è meglio che curare...

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