giovedì 12 aprile 2012

PORTA STREGATA (E POCA MIRA)


Bologna-Cagliari 1-0

Possibile che ogni volta che in ogni occasione che Pinilla non giochi, il Cagliari non riesca a segnare un gol che uno, e si perda con disarmante puntualità?
Si, possibile. Anzi, è un dato di fatto. Sarà che, a parte la grossa vena realizzativa del cileno da quando è arrivato in Sardegna, lo stesso sia pure una specie di amuleto e la sua sola presenza porti punti preziosi alla causa rossoblù. Dunque l'arbitro Guida ha fatto il doppio danno, come si temeva, privando il Cagliari di una possibile vittoria contro l'Inter e privando la squadra del suo bomber in questa delicata sfida salvezza, giocata per niente male ma con l'attacco abulico dei tempi peggiori.
Si, perchè in effetti il Cagliari di Bologna non è dispiaciuto per niente, nella sua caratteristica tipicamente ficcadentiana di tenere a lungo il possesso palla (con poche verticalizzazioni) e di cercare di rischiare il meno possibile, lasciando poco spazio alla fantasia. Rispetto ad altre partite i rossoblù hanno però avuto varie occasioni da rete (anche per errori singoli dei bolognesi), ma non ne hanno sfruttato nemmeno una.
Due palle per Larrivey nel primo tempo cadono nel vuoto, nella ripresa a fallire clamorosamente davanti alla porta sono Cossu, Conti, Thiago Ribeiro e ancora Larrivey (che colpisce anche una traversa, confermando di essere anche alquanto sfigato), alle quali vanno aggiunte altre occasioni nella testa di Astori e sui piedi di Ibarbo ed Ekdal. Ma la palla non vuole saperne di entrare.
Al Bologna invece basta una magia di Diamanti, che con una punizione telecomandata riesce a superare quell'Agazzi che per il resto non ha lasciato passare nemmeno una mosca, e si porta a casa i tre punti con relativo sorpasso sul Cagliari, che comincia a vedere il fiato sul collo di un Lecce lanciatissimo.
La strada verso la salvezza è ancora lastricata ma il Cagliari lascia intravedere di non essere una squadra allo sbando (basti guardare l'ottima prova offerta contro l'Inter) e pur coi suoi limiti, non priva di qualità in vari elementi e in vari settori del campo. La squadra sta rispondendo bene nonostante le distrazioni extracalcistiche frutto della schizofrenia del proprio presidente, e magari senza queste e con un pizzico di concentrazione in più sarebbe già fuori dai giochi rischiosi del fondo classifica.
Ma il pepe tanto agognato da Cellino per evitare gli abulici finali di campionato delle ultime due stagioni sta dando i suoi frutti, tenendo sulle spine la tifoseria e togliendo punti alla squadra la quale, tra il tourbillon di allenatori che vanno e vengono e stadi edificati e mai costruiti, qualcosa inevitabilmente ha perso in concentrazione.
Per la prossima in casa col Catania ci sarebbe voluto l'aiuto del pubblico di casa, che nelle migliori occasioni è il dodicesimo uomo in campo, ma purtroppo non sarà possibile. Si giocherà invece di lunedi, a 1200 chilometri di distanza, e presumibilmente in uno stadio mezzo vuoto. I tifosi ringraziano...

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