domenica 18 marzo 2012

BENTORNATO, PINILLA!


Cagliari-Cesena 3-0

Era bastato che mancasse per tre partite consecutive perchè il Cagliari facesse l'en plein di zero nella casella dei punti conquistati.
Non parliamo di Maradona, ma a pensarci bene forse non è solo un caso che il rientro in campo di Pinilla abbia coinciso con una nuova prestazione confortante culminata con una nuova vittoria.
Il cileno ha pure voluto strafare, come a voler recuperare il tempo della sua breve assenza. E così, dopo la tripletta di Larrivey (purtroppo inutile) arriva anche la tripletta (questa, utilissima eccome!) di Pinilla. Un punto per ogni gol, per ricacciare indietro il Lecce che non ne vuol sapere di morire anzitempo.
Col Cesena si vede da subito che lo spirito è quello giusto, sia dai movimenti dei giocatori che dallo spirito intravisto. Non è questione di Ballardini o Ficcadenti (che ripropone i suoi vecchi metodi di gioco, con Cossu ora al centro, ora ai lati), è il fatto che i giocatori che giocano male evidenziano e amplificano errori e debolezze di un allenatore, o lo rendono spesso colpevole senza colpe.
Stavolta i ragazzi con addosso la maglia rossoblù hanno smesso i panni delle mummie per indossare quelli dei giocatori di calcio, e così Ficcadenti ha potuto festeggiare il suo secondo esordio sulla panchina cagliaritana con una vittoria, come era successo nell'illusorio inizio del torneo.
L'importanza di un giocatore come Pinilla è basilare, e anche oggi si è avuta la conferma di ciò. A prescindere dai gol (di cui due su altrettanti rigori un pò generosi, per la verità) è il peso che il cileno ha nel reparto offensivo, dove porta muscoli e potenza, facendo salire la squadra e facendo sponde a ripetizione, a fare la differenza con gli altri interpreti dell'attacco. Senza dimenticare la capacità di farsi trovare sempre nel posto giusto al momento giusto (appunto il primo gol). Che l'infermeria non debba più accoglierlo da qua alla fine del campionato, sennò saranno dolori.
L'ultima considerazione spetta alla partita dal terzo gol di Pinilla in poi. Nel giorno del ritorno degli ultras in curva nord (almeno acusticamente lo stadio sembrava meno vuoto!), non è piaciuta la melina finale (venti minuti e oltre) dei rossoblù, ormai paghi del risultato e quindi intenti a fare accademia per evitare di infierire sull'avversario ormai ridotto in nove uomini.
Peccato però che il biglietto degli spettatori sia pagato fino al novantesimo e oltre, ma va beh, siamo in Italia e così fan tutti. Anche l'arbitro capisce l'antifona ed evita lo strazio di altri minuti di recupero, fischiando al novantesimo in punto.
Non si può voler tutto dalla vita...

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