giovedì 20 ottobre 2011

CAGLIARI-NAPOLI: LACRIME, VECCHI OMBRELLI E LA NEMESI DEL NOVANTESIMO

Cagliari-Napoli, "cos'e pazz".
Quando Diego Maradona era Re, più di cinquantamila riempirono il Sant'Elia per poter ammirare le sue magie e sperare in una impossibile finale di coppa Italia contro quelli che si erano appena appuntati lo scudetto sulla maglia. Era il 27 maggio 1987 e il Re fece il suo dovere, segnando il gol vittoria in una delle poche occasioni concessegli dal suo marcatore Pecoraro e proiettando il Napoli dritto alla doppietta scudetto-coppa.
Le lacrime dell'espulso Daniel Fonseca, prima idolo e poi "traditore" della tifoseria rossoblù, non impietosirono Francescoli quando, nel dicembre 1992, depositò in gol il pallone della vittoria e a Cagliari cominciarono a pensare che in coppa Uefa ci si poteva andare per davvero. Fonseca uscì dal campo tra fischi e insulti e piangente pensò a quando si sarebbe potuto vendicare.

1992/93: Herrera conclude in spaccata, Francescoli metterà in rete
Passò infatti appena un anno e ciò successe: il Cagliari che saccheggiava l'europa balbettava in campionato e l'uruguaiano coi dentoni segnò una doppietta sotto la Nord, regalando la vittoria per 2-1 alla sua squadra e omaggiando i suoi vecchi tifosi cagliaritani con un elegantissimo gesto dell'ombrello. In quell'occasione mezza curva nord rimase poi senza i nuovissimi seggiolini di Italia '90 ma nessuno di quelli riuscì a colpire Fonseca.
In Europa il Cagliari sembrava essere sul punto di tornarci nel 1995 e, dopo la vittoria sorpasso sull'Inter a San Siro, la domenica successiva ci fu aria di festa per il sigillo definitivo contro il Napoli. Pecchia si incaricò invece di zittire il Sant'Elia e di lasciare a capo chino i tifosi sardi, beffati sul filo di lana.

i tifosi cagliaritani a Napoli il 15 giugno 1997
Niente male, ma poi arrivò il 15 giugno 1997 e nulla fu più lo stesso. Vi è però il sospetto che dopo il nefasto spareggio napoletano contro il Piacenza e la conseguente retrocessione del Cagliari, gran parte degli abitanti del capoluogo isolano abbiano buttato gravissime macumbe sulla squadra partenopea. Cugurrato selvaggiamente, per dirla alla Cellino. Pur senza credere in queste cose, i fatti però raccontano di un Napoli retrocesso già l'anno successivo, così per effetto di promozioni e retrocessioni a fasi alterne da parte delle due squadre il destino ha voluto, forse per evitare contatti troppo ravvicinati e pericolosi, che non ci fosse un nuovo scontro diretto prima del 2002.
In quella occasione Cammarata e Jankulovski fissarono un 1-1 che sapeva tutto sommato di armistizio. Difatti nelle sfide in serie B degli anni successivi ci furono solo pareggi, col Cagliari sempre sofferente e in grado di raggiungere il Napoli nei minuti finali, come successe a Langella nel 2002/03 e al Loria mascherato nel 2003/04.
Poi evidentemente le macumbe cagliaritane hanno tornato a materializzarsi, così da spingere la squadra partenopea nel baratro della serie C. Prima che Matri e Conti, in quell'incredibile finale del 2008 col Napoli tornato tra i grandi, acciuffassero invece il Cagliari da quel baratro per i capelli poco prima che vi precipitasse.

Cagliari e Napoli mai banali nelle loro sfide fratricide, come se tutto fosse scritto in una sceneggiatura thrilling. Dopo quella beffa atroce del 2008 la squadra napoletana ha fatto come Fonseca tanti anni prima, inscenando la nemesi più dolorosa per il tifoso del Cagliari, aspettando per ben due volte i titoli di coda prima di sferrare il suo colpo mortale e zittire un intero stadio. Bogliacino e Lavezzi i colpevoli scoperti solo all'ultima pagina, come nei migliori film gialli.
Domenica si ricomincia. Stavolta a chi le lacrime e a chi la nemesi? Speriamo almeno di non dover portare gli ombrelli...

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